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Pescara, 24/07/2024
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Data: 29/01/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Salvini ricandida Bossi «Metto dazi come Trump». Il segretario leghista: «I miei modelli sono l’Austria di Kurz e l’Ungheria di Orban. Ora basta con il vincolo del 3%. Ha portato il Paese alla fame e alla povertà»

Umberto Bossi ce l'ha fatta: il fondatore della Lega è stato candidato a Varese. A renderlo noto, ieri, è stato Matteo Salvini, che ha deciso di dare ancora spazio all'anziano leader. La candidatura di Bossi non era scontata dopo le dure critiche che da mesi il senatur riserva alla linea politica nazionale impressa da Salvini. Ma il segretario, alla fine, ha deciso di non allargare la frattura. «Bossi c'è, Maroni ha fatto un grande lavoro e continuerà a darci una mano. Altri hanno scelto la poltrona rispetto alla comunità, liberi di farlo. Bossi è candidato a Varese», ha annunciato il leader del Carroccio nel faccia a faccia di Giovanni Minoli su La 7. Sciolto il nodo del posto in lista per Bossi, Salvini è tornato a concentrarsi sulla campagna elettorale con la sua dose giornaliera di fendenti e ha rilanciato la sua volontà di introdurre i dazi, innescando da lontano un duello con il ministro dello Sviluppo Carlo Calenda. Il leader leghista si è detto pronto a «mettere i dazi come Trump» pur di difendere i lavoratori e gli imprenditori italiani. «Vuoi licenziare in Italia, produrre sottocosto all'estero e rivendere in Italia? - ha chiesto retoricamente - Allora paghi il 50% di tasse in più». Repliche e polemiche non si sono fatte attendere: Al leader della Lega va «il premio per la proposta più fessa e irrealizzabile», ha twittato a stretto giro il ministro Calenda. «Tre anni a Bruxelles a 20mila euro al mese in Commissione Commercio e non sa che i dazi li può mettere solo la Ue e che l'Italia ha un surplus superiore a 50 miliardi mentre gli Usa un deficit di 500». Quindi, secondo Calenda, con la ricetta di Salvini si distrugge il Made in Italy.Sulla stessa linea il segretario del Pd Matteo Renzi: «Se metti i dazi quelli che perdono i posti di lavoro, quelli che vanno a casa, sono quelli che fanno export.- ha detto l’ex presidente del Consiglio - Possiamo creare posti di lavori aprendoci, non chiudendoci». In serata la controrisposta, con Salvini che è tornato sul tema accusando Calenda di essere «il classico burocrate dipendente da Bruxelles, complice della chiusura di migliaia di aziende italiane a causa della concorrenza sleale di imprese straniere e delle regole idiote imposte da Bruxelles».Il leader leghista ha sottolineato poi come sia necessario abolire il vincolo del 3% imposto dall'Ue perché «ha portato in Italia fame e povertà». «Se vado al governo - ha aggiunto - ho il dovere di tutelare la mia gente superando questo vincolo. Per 20 anni ci hanno detto che bisognava tagliare e il debito è cresciuto a dismisura. Bisogna fare il contrario». Dall’economia agli altri grandi temi dell’Europa, a partire dall’immigrazione: «Se devo scegliere all'interno del partito Popolare Europeo- ha tuonato il leader del Carroccioscelgo il modello austriaco o il modello ungherese che difende il lavoro. Il premier Orban difende i confini, difende le banche, difende la moneta e blocca l'immigrazione. Se devo scegliere un paese ben governato scelgo quello». Infine, ammirazione confermata per il presidente degli Usa, Donald Trump: «Sta mantenendo tutto quello che aveva promesso in campagna elettorale», ha sottolineato. E alla domanda se sia meglio Trump o Putin: «Entrambi - ha risposto- perché difendono la loro gente. Le sanzioni alla Russia hanno danneggiato l'Italia per 6 miliardi»

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