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Pescara, 24/11/2024
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Data: 30/01/2018
Testata giornalistica: Il Centro
L'esercito di 180 aspiranti parlamentari. Presentate dodici liste principali, tra cui due coalizioni. Ora tocca alla commissione elettorale pronunciarsi sulla regolarità. Anche i "piccoli" vogliono provarci. In corsa forconi, destre unite, partito comunista, popolo della famiglia e la Dc

PESCARA Un esercito di almeno 180 candidati, senza contare quelli delle liste "minori", per 21 seggi a disposizione nella circoscrizione Abruzzo, 7 dei quali al Senato, e altri 14 alla Camera dei Deputati. Una lotta senza esclusione di colpi, quella combattute nelle segreterie, che inevitabilmente ha creato diversi malumori in chi è rimasto fuori dalle consultazioni politiche del prossimo 4 marzo. Sono dodici le liste principali che sono scese nell'agone politico; quattro fanno riferimento al centrosinistra (Pd, Civica Popolare, Insieme e +Europa), quattro al centrodestra (Forza Italia, Fratelli d'Italia, Lega-Salvini premier e Noi con l'Italia - Udc). Ai due schieramenti "tradizionali" si aggiungono il Movimento Cinque Stelle, Liberi e Uguali (i fuoriusciti dal Pd guidati da Pietro Grasso), Potere al Popolo (ex Prc) e Casapound. LA SCADENZA. Ad ogni buon conto, ieri scadeva il termine per la presentazione delle liste in Corte d'Appello, ma sarà la commissione elettorale a valutare se hanno tutti i requisiti per essere ammesse e poter partecipare alle consultazioni politiche del 4 marzo.NON PARTECIPANO. Della squadra degli attuali sette senatori, soltanto la Enza Blundo (M5S), componente della commissione istruzione e beni culturali, è rimasta fuori dalle liste. Già in passato, ben prima che si entrasse in clima elettorale, aveva dichiarato di non essere interessata a una nuova candidatura. Anche la squadra degli attuali 14 eletti nella circoscrizione Abruzzo della Camera perde sei deputati. Restano fuori Vittoria D'Incecco, che in una nota ha ringraziato il partito(il Pd) e gli elettori spiegando di voler fare un passo indietro per dare ad altri la possibilità di fare un'esperienza in Parlamento, Fabrizio Di Stefano (Fi), escluso all'ultimo momento per fare posto Emilia Di Matteo, assessore comunale di Chieti; Tommaso Ginoble, che alle scorse politiche aveva fatto il pieno di voti, Paolo Tancredi (Alternativa popolare), Massimo Verrecchia (sempre di Alternativa popolare). Resta fuori anche Gianni Melilla (ex Sinistra italiana, confluito in Leu(, che alla notizia dell'arrivo di personaggi autorevoli ma esterni al tessuto regionale, ha preferito fare un passo indietro. Il riferimento è alle candidature di Danilo Leva, avvocato molisano, capolista al collegio proporzionale L'Aquila-Teramo, e di Celeste Costantino, attivista antimafia, calabrese, capolista al proporzionale Pescara-Chieti. Scelte, che stanno facendo discutere la base del partito in Abruzzo. Non è stato "ri-paracadutato", infine, Gutgeld Itzhak Yoram, che nel 2013 aveva conquistato un seggio in Abruzzo grazie alla lista del Pd.IN POLE POSITION. Collegio blindatissimo per Luciano D'Alfonso, che corre per il Pd come capolista del collegio proporzionale al Senato. Buone chance anche per la senatrice uscente Stefania Pezzopane, che stavolta tenta la carta della Camera (come capolista al collegio L'Aquila-Teramo del proporzionale) e per Camillo D'Alessandro, in analoga posizione ma al collegio Pescara-Chieti. Posizioni apicali, sempre in casa del centrosinistra, anche per il sottosegretario uscente, Federica Chiavaroli, e per l'ex sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, candidati capolista al maggioritario del Senato, rispettivamente nei collegi di Pescara-Chieti e L'Aquila-Teramo. Nazario Pagano conquista la vetta della lista proporzionale al Senato per Forza Italia , mentre al proporzionale della Camera i capilista sono l'ex ministro Gianfranco Rotondi (Chieti-Pescara) e Paola Pelino (L'Aquila-Teramo). In posizione "chiave" per il M5s Gianluca Vacca e Valentina Corneli (proporzionale Camera), il giornalista Primo Di Nicola (uninominale Senato) e Gianluca Castaldi (proporzionale Senato). Potere al Popolo propone Maurizio Acerbo e Silvia Frezza (capilista al proporzionale della Camera), Franco Cilli, Vittoriana Palumbo (uninominale Senato) e Marisa D'Alfonso (proporzionale Senato).ALL'ESTERO. Antonio Razzi (membro della commissione Affari esteri), che nel 2013 era stato eletto con Forza Italia, esce dalle liste proporzionali e uninominali e viene candidato nel collegio Esteri.

Anche i "piccoli" vogliono provarci. In corsa forconi, destre unite, partito comunista, popolo della famiglia e la Dc

L'AQUILA Ore 20. Le porte del tribunale dell'Aquila si stanno per chiudere. Al suono della sirena, per usare un termine "cestistico", dalle scale arriva il tramestio della corsa trafelata degli ultimi rappresentanti di lista. Sarà la moviola a stabilire se hanno fatto in tempo a varcare la soglia del Tribunale dell'Aquila in tempo utile affinché la presentazione della lista possa essere considerata valida. I big hanno già presentato, quasi tutti, e mentre le operazioni per il Senato scorrono rapidamente, per la Camera le cose sono un po' più complicate. All'interno della sala d'aspetto serpeggia la preoccupazione che potessero ripetersi le scene di alcuni anni fa, con molti rappresentanti di lista arrivati ben oltre il tempo massimo. Nell'ala nuova del tribunale dell'Aquila circolano bicchierini di plastica carichi di caffè. Dopo il Pd tocca ai piccoli, quelli che non sono nelle coalizioni maggiori e viaggiano da soli con un solo obiettivo, superare la soglia di sbarramento e far sentire in Parlamento la propria voce. In ordine sparso, sono arrivati il Partito Comunista, il Popolo della famiglia, il Partito valore umano, L'Italia agli italiani, 10 volte meglio, Blocco nazionale per la libertà, Lista del Popolo, le Destre unite Forconi, dritte dritte dalla Sicilia. E poi, trafelati, al suono della sirena, i rappresentanti della Democrazia Cristiana. (r.p.)

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