L'AQUILA Se non è un terremoto politico, poco ci manca. Dalla presentazione delle candidature del centrodestra emerge un quadro molto frammentato e contrassegnato da veleni. Il colpo di scena dell'ultimissima ora riguarda l'ex presidente della Regione, Gianni Chiodi. Escluso piuttosto clamorosamente da Forza Italia, ha trovato una collocazione di peso nella cosiddetta quarta gamba, ovvero nel listino proporzionale della Camera, collegio L'Aquila-Teramo, all'interno di Noi con l'Italia. L'accordo è arrivato al termine di una lunga riunione a Roma, nella sede del movimento che riunisce i seguaci di Fitto (Direzione Italia), l'Udc di Cesa, l'ex Scelta Civica e Idea. Si consolida l'asse con Mauro Di Dalmazio, che era stato designato come capolista alla Camera, ma poi si è convinto a fare spazio a Chiodi. E' del tutto evidente, in ogni caso, la rottura, insanabile, con gli azzurri.
Era proprio la lista forzista quale maggiormente attesa, ieri, dopo giorni di mistero, indiscrezioni, veti incrociati, ipotesi più o meno strampalate. Il coordinatore regionale, Nazario Pagano, si è presentato in Corte d'Appello, all'Aquila, tra i primissimi. Con i suoi collaboratori ha fatto la spola tra i due uffici preposti per il deposito del carteggio. Poi, nel primo pomeriggio, l'ufficializzazione della squadra. Non senza sorprese: confermati i catapultati da Roma Rotondi e Quagliariello, fuori clamorosamente Fabrizio Di Stefano, spazio all'ex renziano Antonio Martino nel collegio uninominale aquilano della Camera. Decisione, quest'ultima, che ha provocato gli strali del sindaco Pierluigi Biondi, che si è messo al telefono fin dalla notte per manifestare la sua rabbia: «Credo sia irrispettoso per la storia e le necessità di questa città che non si sia trovata la possibilità di individuare un candidato espressione di questo territorio. Noi faremo campagna per il centrodestra, in maniera convinta, perché abbiamo bisogno di riferimenti solidi, ma questo ci complica molto le cose. Riconsegnare la città al Pd? Corriamo il rischio che non ci siano più distinzioni tra i partiti. Di Stefano? E' nota la mia amicizia con lui, sarebbe stato un ottimo candidato».
IL CASO
Duro, sul caso Martino, anche Lorenzo Sospiri: «Guarderemo con interesse soprattutto alle new entry che sono state catapultate nella lista, personaggi che hanno un passato politico diametralmente opposto alla storia di Forza Italia, ma che evidentemente hanno oggi sposato le politiche del centrodestra, dallo ius soli alla tematica sull'immigrazione e per i quali, chiaramente, il coordinatore Pagano ha assunto il ruolo di garante». Gli azzurri, in una nota, dicono che «la lista definitiva è stata stilata dal pool di Berlusconi, dopo aver sentito il coordinatore regionale Nazario Pagano» e che «è stato il rinnovamento a contrassegnare la sinergia tra le proposte del coordinatore regionale e quelle provenienti dal tavolo nazionale». Dalle liste emerge una grande forza proprio del coordinatore regionale Pagano.
Acque agitatissime anche nella Marsica, rappresentata praticamente dal solo ex presidente della Provincia Antonio Del Corvo, ma in posizione defilata. Entrano, un po' a sorpresa, il sindaco di Pratola Antonella Di Nino (candidata in Senato sia all'uninominale che al proporzionale) e il vice sindaco aquilano Guido Liris, rimasto piuttosto nell'ombra in questa fase di tensioni. Sugli altri fronti tutto più o meno confermato. La Lega punta forte sul coordinatore Bellachioma, ma mette l'aquilano Luigi D'Eramo nella condizioni di essere eletto se dovesse scattare il secondo seggio in regione (serve almeno il 14% nazionale). Fratelli d'Italia mette in posizione eleggibile i coordinatori Morra e Sigismondi e si gode Guerino Testa all'uninominale Camera su Pescara.
M5S si insabbia con l'ammiraglio Veri non poteva essere candidato
PESCARA Di biro e di bianchetto. Le liste dei candidati alle politiche del 4 marzo non hanno mai conosciuto una gestazione così sofferta. Per qualcuno è stata una notte da funamboli, con il rischio di un volo senza rete. In Liberi e uguali, dopo la rivolta scoppiata la settimana scorsa per la candidatura in Abruzzo dei due esterni (l'attivista calabrese Celeste Costantino e l'avvocato molisano Danilo Leva) si è dovuto ripartire da zero per la composizione delle liste. La tensione resta alta nel partito di Piero Grasso, ma la resa dei conti sembra rinviata al dopo elezioni. Lo stesso deputato uscente Gianni Melilla, il vero penalizzato dai due paracadutati in Abruzzo, ha fatto sapere che l'impegno in campagna elettorale non mancherà. Il fatto è che proprio il caso Melilla ha spinto molti attivisti, soprattutto di Articolo1, a ritirare la propria candidatura. Così, tutto da rifare anche qui. Costantino e Leva restano piazzati al primo posto del listino nei due collegi proporzionali Pescara-Chieti e L'Aquila Teramo. Per l'uninominale c'è invece Ivano Martelli, nel collegio di Pescara; Sonia Del Rossi a Chieti, Giuseppe Marisi a Vasto, Luigi Fabiani a L'Aquila, Stefano Alessiani a Teramo. Per l'uninominale al Senato: Guido Iapadre (Abruzzo1) e Mirella Moresco (Abruzzo2). Al proporzionale guida invece il listino Fabio Ranieri.
Intanto Sinistra italiana ha subito ripreso le iniziative elettorali sospese: la prossima, sotto il simbolo di Leu, è fissata per domani sera a Pineto (Villa Filiani), con l'intervista di Luca Telese al segretario nazionale di Si, Nicola Fratoianni. Una notte in bianco, con biro e bianchetto tra le dita, anche per il segretario regionale del Pd, Marco Rapino. Camillo D'Alessandro, delfino di Luciano D'Alfonso, torna al numero 1 del listino nel collegio proporzionale della Camera Pescara-Chieti, dopo essere stato inizialmente scalzato da Lucia Annibali (l'avvocato delle Marche sfregiata con l'acido dall'ex fidanzato) e si lascia alle spalle (n.2 del listino) un'altra esterna: Susanna Cenni, deputata uscente del Pd eletta nel 2008 e nel 2013 nella circoscrizione Toscana. Un altro caso rovente (per lo stesso D'Alfonso) rientrato dopo ore concitate. Tutto questo mentre la sinistra orlandiana minaccia ferro e fuoco anche in Abruzzo per l'esclusione dei propri rappresentanti dalle liste. Gli alleati di Civica Popolare, con il sottosegretario uscente Federica Chiavaroli piazzata nel Collegio uninominale del Senato (Pescara-Chieti), schierano alla Camera Lucrezio Paolini e Giorgio D'Ignazio. Oggi il segretario regionale del Psi, Giorgio D'Ambrosio, incontrerà la stampa a Pescara per presentare i candidati di Insieme, l'altro alleato di centrosinistra dove sono confluiti Psi, Verdi e la Lista Prodi. Il nome che torna è quello dell'ex assessore regionale Mimmo Srour. Anche nel M5S non sono mancate le sorprese, con il deputato uscente di Montesilvano, Andrea Colletti, ripescato nel collegio Uninominale della Camera (Pescara), dopo le parlamentarie online che lo avevano messo a rischio elezione (n.3 nel listino proporzionale). Stessa sorte per l'altro deputato uscente Daniele Del Grosso: correrà nel collegio uninominale di Chieti dopo l'esclusione dai listini decretata dalla piattaforma online del movimento. A Vasto, sempre per l'uninominale della Camera, c'è Carmela Grippa. A L'Aquila, Giorgio Fedele, a Teramo, Antonio Zennaro. All'uninominale del Senato confermata la candidatura del giornalista Primo Di Nicola e di Emanuela Papola. Un altro colpo di scena nel M5S è arrivato dall'ammiraglio in pensione Rinaldo Veri. In mattinata Luigi Di Maio, dal palco del Tempio Adriano, lo aveva annunciato tra i candidati nel collegio 10 di Roma. Veri è stato tra l'altro uno dei primi a prendere la parola tra gli esponenti della società civile. Poi qualcuno deve aver fatto notare che la candidatura dell'ammiraglio alle politiche è incompatibile con quella di consigliere comunale di Ortona, dove è stato eletto in una lista civica a sostegno del Pd. Lo statuto del movimento non lo consente. Vicenda liquidata con una laconica dichiarazione battuta dalle agenzie in serata: «A malincuore - ha spiegato Veri - rinuncio alla mia candidatura con il Movimento 5 Stelle».