TERAMO La provincia di Teramo è la più debole d'Abruzzo. Per questo la presenza alla manifestazione del 3 febbraio a Lanciano indetta da Cgil Cisl e Uil per "Più lavoro più sviluppo", deve essere imponente.I segretari provinciali dei tre sindacati confederali snocciolano dati certamente non confortanti sulla situazione economica provinciale. Sono stati persi novemila posti di lavoro in 8 anni, le persone in cerca di lavoro in soli 21 mesi sono aumentate di 4.500 unità, arrivando a sfiorare le 75mila. Di pari passo le assunzioni a tempo indeterminato che a fine 2015 erano state 20.775, a fine settembre 2017 sono state solo 10.445. E non si può dire nemmeno che siano state "compensate" da quelle a tempo determinato, che sono state solo tremila in più. A parte il fatto che il totale delle assunzioni a tempo determinato include anche micro-contratti di pochi giorni che possono essere reiterati più volte alla stessa persona. Secondo le stime di Cgil, Cisl e Uil nei primi mesi del 2018 il 64,9% dei contratti sarà a tempo determinato e il 13,5% in somministrazione. Molte assunzioni saranno nei servizi (il 44,1%) che significa, secondo i sindacati, «tanti part time e quindi redditi molto bassi». «Non possiamo assecondare questo trend», esordisce Giovanni Timoteo, segretario provinciale della Cgil, «ci vuole un luogo di confronto in cui le forze politiche, istituzionali e imprenditoriali elaborino un progetto di rilancio».«Pochi anni fa era un fiore all'occhiello, ora la provincia di Teramo annaspa dal punto di vista produttivo, economico e sociale», aggiunge Fabio Benintendi, segretario provinciale della Cisl, «bisogna mettere fine agli slanci di protagonismo di qualcuno, sederci attorno a un tavolo e ragionare». Una discussione su ricostruzione e aree interne, Masterplan, area di crisi complessa, sanità e turismo. «Meno dichiarazioni esultanti, meno riunioni eclatanti e più fatti», incalza Emidio Angelini, segretario provinciale della Uil, che porta ad esempio l'area di crisi complessa Vibrata Tronto «di cui a tutt'oggi non vediamo effetti concreti». «Per questo», aggiunge Angelini, «il 3 febbraio dobbiamo essere tutti presenti: la provincia di Teramo deve far sentire il proprio grido di dolore per la cospicua perdita di posti di lavoro, per la chiusura delle fabbriche, per gli effetti di terremoto ed eventi atmosferici». I sindacati invitano dunque l'intera provincia a mobilitarsi: la manifestazione sarà fatta a Lanciano per protestare contro i 400 licenziamenti alla Honeywell «ma a ben guardare, se sommati, i licenziamenti nelle aziende del Teramano non sono di meno».