Tra le abruzzesi , la provincia teramana è quella che in campo economico fa più fatica a ripartire. Calano i numeri dei lavoratori occupati e volano le assunzioni part time nell'ambito dei servizi, quindi di poco spessore e incisività. La qualità del lavoro è sempre meno brillante e con poche tutele, senza prospettive. Cgil, Cisl e Uil chiedono di riaprire i tavoli istituzionali indispensabili per condividere priorità ed emergenze del territorio affinché si ponga a livello regionale la questione Teramo. Le tre sigle sindacali che si dicono molto preoccupati della situazione economica hanno annunciato per sabato prossimo a Lanciano una manifestazione regionale che metta al centro lavoro e sviluppo. Tra crisi e delocalizzazione negli ultimi anni si è assistito ad una sempre maggiore difficoltà del manifatturiero con molte aziende che hanno dovuto chiudere. Il numero dei lavoratori occupati è passato dai 122 mila del 2008 ai 113 mila del 2016, le persone in cerca di lavoro sono passate da 70.336 (fine 2015) a 74.921 al 31-12-2017. Mentre le assunzioni a tempo indeterminato sono passate da 20.775 (fine 2015) a 10.445 (fine 2017) e quelle a tempo determinato non hanno recuperato la differenza passando nello stesso periodo da 37.173 a 40.186. Le previsioni per le assunzioni del 2018 prevedono un 65% a tempo determinato, di cui molti di questi in ambito dei servizi, quindi part-time. Pertanto i segretari provinciali Giovanni Timoteo (Cgil), Fabio Benintendi (Cisl) ed Emidio Angelini (Uil) chiamano a raccolta le istituzioni per un progetto condiviso. Puntano sulla ricostruzione in un settore che dal 2008 ha perso 5500 addetti (con l'intera filiera): Un'opportunità di ripresa per il settore ed anche un volano per l'economia territoriale, mentre a Teramo ancora non riesce a partire la ricostruzione del 2009. I sindacati criticano il Masterplan per il quale nessun cantiere è stato finora aperto per i 250 milioni di euro di lavori. L'area di crisi industriale complessa pareva un'altra opportunità per rilanciare alcuni settori strategici ma anche da questo versante non vi sono sbocchi occupazionali. In campo sanitario i problemi di sempre con le liste di attesa e i super ticket: mancano finora 550 operatori alla Asl teramana.