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Data: 31/01/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso il voto del 4 marzo - «Il nuovo Gaspari sono io». Il governatore candidato D'Alfonso punta a un ministero

PESCARA «Le ragioni della mia candidatura? Far sì che l'Abruzzo torni al governo della Repubblica». Inutile giocare troppo sul detto e il non detto. Luciano D'Alfonso si lancia in campagna elettorale puntando a «colmare quel vuoto», lo dice ancora lui, che pesa dal '92 con l'uscita di scena di Remo Gaspari. Il politico di Gissi fu l'ultimo ministro abruzzese, colui che con lo scudocrociato della Democrazia cristiana portò nel suo Abruzzo le autostrade, le grandi stazioni ferroviarie, gli ospedali, gli stabilimenti della Fiat, liberando nel dopoguerra la regione dalle condizioni di isolamento vissute nel profondo sud. Così il seggio di Palazzo Madama resta l'obiettivo minimo per il governatore. Certo, questa volta a decidere le sorti di Palazzo Chigi sarà il Parlamento, con il Quirinale a fare da arbitro. Il governo di larghe intese sembra scritto nei sondaggi e D'Alfonso mette le mani avanti sul dopo 4 marzo: «Dobbiamo avere una grande flessibilità di accordo». E insiste: «Io posso davvero aiutare l'Abruzzo a tornare al governo della Repubblica. Pensateci, non è un caso che la nostra sia l'unica regione d'Italia ad avere difeso i suoi tre capolista».
Come dire: D'Alfonso è molto ascoltato a Roma. «Faccio parte di una cabina di regia dove si assegnano fondi per 50 miliardi. Ci vuole un ministro d'Abruzzo per completare gli accordi con le Ferrovie, garantire la copertura per le Reti Ten-T. Occorre rivedere la norma sui presidi ospedalieri di prossimità; trovare la copertura finanziaria per i 6.000 chilometri di strade del nostro territorio».

LA CAMPAGNA ELETTORALE D'Alfonso si tuffa in campagna elettorale informando gli avversari che la sfida sarà sulle cose fatte: «I 2 miliardi e 633 milioni distribuiti dalla Regione sul territorio, la straordinaria partita della Zes (Zona economica speciale), tutte cose che può portare avanti solo chi ha una grande esperienza di governo. Sono uno dei pochi - continua il governatore - che non conosce la signoria della paura. Se mi fossi fatto intimorire dalle minacce, dalle denunce, partite come quelle dell'ex Cofa, della diga foranea, della Fondovalle Sangro, sarebbero ancora lì. Quella contro la centrale Snam sarà la prossima battaglia di governo». E ancora: «I pescatori sono l'unica categoria a non avere garanzie pensionistiche. Ci occuperemo anche di loro. Molte volte - aggiunge D'Alfonso - c'è da rompere la pigrizia precedente. In campagna elettorale dirò cosa ho fatto sino ad oggi e cosa ho imparato. Dal '95, quando a soli 29 anni assunsi la guida della Provincia, ho lavorato 16 ore al giorno. Ho visto tutto, anche l'inferno. Ho maturato un grande giudizio della straordinaria competenza della magistratura abruzzese. Meno di chi ha il compito di raccogliere le indagini... Non sono uno che ha studiato per fare esposti, ma per dare soluzione ai problemi».

ULTIMO IMPEGNO A BRUXELLES Poi c'è anche da spiegare perché, a un anno e mezzo dalla fine della legislatura, D'Alfonso si appresta a lasciare la guida della Regione: «La mia non è una candidatura improvvisata, nasce da una forte riflessione. È proprio la Regione, non io, che si candida al governo della Repubblica. Ho chiesto a Giovanni Lolli di essere sussidiario al mio impegno in Regione. Sarà una campagna elettorale che mi vede privilegiato. Ho fatto 190 mila chilometri l'anno. Sono stato in tutti i Comuni, anche in quelli che i miei avversari non hanno mai visto. Sto per partire per Bruxelles, sarà la mia ultima missione».
Ieri è stata anche la volta della presentazione delle liste di Insieme, l'alleato di centrosinistra che vede insieme il Psi di Giorgio D'Ambrosio, i Verdi e Area civica, a cui aderisce anche la pattuglia dei prodiani. Nel collegio plurinominale della Camera L'Aquila-Teramo, spicca in prima posizione il nome dell'ex assessore regionale Mimmo Srour: «Una lista ambiziosa - spiega D'Ambrosio -, con il simbolo del Psi che torna dopo anni».

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