Una puzza insopportabile di gas di scarico dentro l'abitacolo insospettisce gli studenti che, alzando il tappetino, vedono che al pullman manca un pezzo di pavimento, che era "fuori dalla propria sede di alloggio". Solo per caso qualcuno non ha messo "il piede nel vuoto, con le prevedibili e dannose conseguenze". E' un rappresentante sindacale degli autisti di Autoservizi Cerella srl, Paolo Sallese, a raccontare l'ennesima sventura degli studenti che viaggiano sui pullman della linea Vasto-Villa Santa Maria della storica società di trasporti, di cui è proprietaria la Regione Abruzzo, e ad annunciare un esposto alla magistratura. E protestano i tanti ragazzi che prendono quegli autobus per raggiungere ogni giorno l'Istituto alberghiero di Villa Santa Maria e per tornare a casa.
"Risale a venerdi 26 gennaio l’ultima, grave denuncia da parte del sindacato sui problemi connessi con la carente sicurezza con cui viene erogato il servizio di trasporto pubblico dalla ditta Autoservizi Cerella di Vasto", si legge in una nota della Filt-Cgil.
"Il servizio interessato stavolta dall’ennesima brutta e pericolosa vicenda, è quello riguardante la tratta studenti Vasto - Villa Santa Maria, di cu già si è denunciato agli organi competenti regionali e ministeriali le irregolarità riguardanti l’utilizzo improprio di autobus non autorizzati, utilizzo che per altro l’azienda ed il suo Gestore dei Trasporti continuano ad autorizzare nonostante tutto", afferma Sallese, che annuncia una "opportuna richiesta di accesso agli atti degli organi competenti per capire cosa da quella denuncia ad oggi è stato fatto, con impegno a fornirne idoneo resoconto agli organi di stampa.
Ma torniamo alla vicenda odierna. E’ accaduto appena fuori dal casello A14 Vasto Nord, erano le ore 15.45 circa, mentre gli studenti facevano rientro a Vasto dopo le ore di lezione tenute nell’istituto alberghiero, qualcuno deve aver gridato all’autista un imminente pericolo. Il rumore e la puzza insostenibile di gas di scarico, devono aver insospettito qualche pendolare che ha deciso di sollevare il tappeto posto nella parte posteriore lungo il corridoio in corrispondenza del vano motore.
Di qui la incredibile ed angosciosa scoperta: il vano di copertura motore alloggiato nel corridoio e posto sotto il tappeto, che normalmente viene calpestato dai passeggeri era fuori dalla propria sede di alloggio. Un fatto grave che, senza la provvidenziale curiosità dei passeggeri, avrebbe potuto creare chissà quale danno a qualcuno di loro che, ignaro della situazione, avrebbe potuto mettere un piede nel vuoto con le prevedibili e dannose conseguenze.
Di qui la comprensibile rabbia degli studenti, alcuni dei quali, giunto l’autobus nei pressi degli uffici in corso Mazzini, hanno scelto di abbandonarlo per andare, con video e foto, a protestare negli uffici della ditta Cerella, facendo rientro nelle proprie abitazioni a piedi e con notevole ritardo.
L’autobus in questione - sottolinea Sallese - era appena stato interessato da alcuni lavori d’officina. Chi doveva garantire la perfetta integrità tecnica? Chi autorizza dopo un intervento tecnico d’officina, nuovamente l’immissione su strada? Il responsabile della sicurezza ed il Gestore dei Trasporti, figure che coincidono, E mai stato sfiorato da un provvedimento di censura o sfiducia aziendale per le numerose e documentate criticità denunciate? Ed il rappresentante della sicurezza dei lavoratori, cosa fa, da quanti anni non si rielegge e perchè? A tutte queste domande si chiederà una risposta precisa e puntuale non appena sarà convocato il tavolo sindacale, con l'avvertimento che intanto, nei prossimi giorni, depositato un esposto in Procura.
Insomma torniamo a gridarlo con forza: si intervenga subito per il ripristino della sicurezza in tutte le sue forme, si convochi urgentemente il tavolo richiesto dalla Filt Cgil per la opportuna e necessaria discussione, per evitare che prima o poi si debba indagare qualcuno come nei fatti recenti di Trenord ed Rfi, poichè nessuna indagine per quanto puntuale ed esauriente restituisce al dolore dei famigliari le proprie vittime"