MILANO Grana elettorale per il centrodestra di Berlusconi, Salvini e Meloni. Chiusi i termini per il deposito delle liste, per la coalizione cui hanno dato vita Forza Italia, Lega, Fdi e centristi, si è aperto un caso liste in Lombardia che potrebbe avere conseguenze disastrose. Una questione burocratica, che però potrebbe finire male per Berlusconi e soci: c'è il rischio che non possano correre alle elezioni di marzo big del partito come Michela Vittoria Brambilla. Il caso è esploso quando è stata resa nota la decisione dell'ufficio elettorale della Corte d'Appello di Milano. Fra la giornata di lunedì e quella di ieri, l'ufficio elettorale della Corte non ha ammesso le candidature del centrodestra in 17 collegi uninominali, perché mancavano alcuni documenti fra quelli presentati da "Noi con l'Italia", il raggruppamentoi dei centristi alleato di Berlusconi. Di fronte allo stop ordinato dalla Corte d'Appello milanese sono subito partiti i ricorsi dei centristi. Ma il nervosismo e l'agitazione sono palpabili nella coalizione. Anche perché i collegi sui quali si abbattuta la scure della Corte sono ritenuti stra-sicuri, almeno a giudicare dai sondaggi che danno Forza Italia e i suoi alleati in testa in tutta la Lombardia. Senza quei diciassette seggi che per Berlusconi sono praticamente già acquisiti, la possibilità, già difficile, di ottenere la maggioranza parlamentare dopo il voto del 4 marzo naufragherebbe del tutto. Delicata, in particolare, la situazione della circoscrizione Lombardia 1, che comprende una parte di Milano e della sua area metropolitana, con ben 15 candidati all'uninominale a rischio.Tra di loro ci sono, per Forza Italia, l'ex ministro Brambilla e l'avvocatessa Cristina Rossello, che ha assistito Silvio Berlusconi nella fase iniziale della causa di separazione da Veronica Lario. Nomi non da poco, che ora rischiano di dire addio a un seggio sicuro alla Camera.Ma anche la Lega Nord ha le sue vittime: fra i candidati del partito di Salvini che ora sono in bilico ci sono il responsabile comunicazione, Alessandro Morelli, e l'assessore regionale Massimo Garavaglia.La questione che sta terremotando il centrodestra in Lombardia nasce da una semplice dimenticanza.Nelle liste depositate da "Noi con l'Italia", manca la documentazione a sostegno dei candidati di coalizione all'uninominale, a partire dalle dichiarazioni di accettazione della candidatura. Ma il centrodestra contesta la decisione della Corte d'Appello di Milano.Quei documenti, sostengono i partiti della coalizione, in realtà non mancano: sono stati depositati dalla Lega, sulla base di una delega dei centristi. La stessa contestazione è stata mossa ai centristi di "'Noi con l'Italia" già martedì sera per la circoscrizione Lombardia 4 (in questo caso la documentazione richiesta è stata presentata da FI), dove sono due i candidati di collegio a rischio: i leghisti Silvana Comaroli, a Cremona, e Raffaele Volpi, a Suzzara (Mantova). La quarta gamba del centrodestra ha confermato di aver presentato ricorso all'ufficio elettorale centrale per dirimere la questione e chiarire anche una seconda, conseguente contestazione: l'assenza della dichiarazione di apparentamento con le altre tre liste, che però è depositata al Viminale.