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Pescara, 24/07/2024
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Data: 02/02/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Scontro aperto M5s-D'Alfonso. Marcozzi: è candidato, deve dimettersi dalla Regione. Il presidente: voglio dare più potere agli abruzzesi

PESCARA Botta e risposta, sulle candidature di Camera e Senato, tra Movimento cinque stelle e il presidente della Regione. «Luciano D'Alfonso deve dimettersi da presidente della Regione. Non può farsi campagna elettorale sfruttando le istituzioni, i soldi della collettività abruzzese e il ruolo che i cittadini gli hanno affidato, rendendo l'istituzione un trampolino di lancio personale verso Roma», tuonano i pentastellati da un comitato elettorale molto "eco-friendly", in pieno centro a Pescara, con tutti i mobili in cartone riciclato. Sara Marcozzi, Domenico Pettinari, e i candidati Gianluca Vacca, Daniele Del Grosso (uscenti) e Daniela Torto, attaccano il governatore abruzzese che si difende. E anche ieri, sono andate deluse le speranze di chi era in attesa di conoscere le preferenze delle "Parlamentarie", attraverso le quali sono state designate le candidature a cinque stelle.«Dire che vuole portare l'Abruzzo in Parlamento», esordisce Marcozzi, «rappresenta una grandissima mancanza di rispetto verso le istituzioni e nei confronti di tutti gli abruzzesi che lo hanno scelto per governare e che si vedono di fatto abbandonati, in ostaggio della carriera politica di D'Alfonso. Ci saremmo aspettati, da una persona che ostenta la sua forza, che si candidasse in un collegio uninominale secco e che sfidasse i suoi avversari sulla base della forza che dice di avere. Vorremmo ricordargli che i dati, al di là promesse non mantenute e la propaganda che continua a imporre agli abruzzesi, sono devastanti. Negli ultimi 3 anni l'Abruzzo ha perso 15 mila occupati, 11 mila persone sono andate altrove e 2500 imprese hanno chiuso. Secondo Pettinari, «è evidente che D'Alfonso sta scappando, che ha perso consenso e che non può fare altro che fuggire dall'Abruzzo».Secondo Daniele Del Grosso «il Pd ormai è spaccato e viaggia su un consenso elettorale molto basso. Sono partiti dal 40% di Renzi alle europee, e oggi hanno meno della metà dei voti». Il deputato uscente Gianluca Vacca ricorda il passato politico di D'Alfonso. «Proviene dalla Dc, poi è stato nella Margherita. Ora è nel Pd», commenta, «e sa bene che il centrosinistra non ha alcuna speranza di vincere le elezioni, ma dice che sarà il ministro dell'Abruzzo. Significa forse che aspira a diventare ministro in un governo dell'inciucio? Ha dimenticato di dire che l'Abruzzo di recente ha avuto un sottosegretario, la Chiavaroli, candidata nel suo stesso schieramento». Pronta la replica di D'Alfonso. «Io coltivo un solo ruolo, quello di fare in modo che ci sia più potere e più strumenti al servizio degli obiettivi degli abruzzesi. Siccome ci sono delle questioni che hanno bisogno di poteri e strumenti nazionali, ho detto di sì alla richiesta della mia comunità politica di rappresentare l'Abruzzo a Roma. Noi creeremo le condizioni affinché dopo 25 anni l'Abruzzo torni al governo del Paese».

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