L'ipotesi delle larghe intese fa proseliti o, almeno, aumenta la quota d'italiani rassegnati all'idea che nessuno dei contendenti avrà, da solo, i numeri necessari per governare.
L'ipotesi di una Grosse Koalition si fa largo nell'opinione pubblica. I contrari si fermano al 37% degli elettori, mentre la maggioranza del Paese si suddivide tra quanti, il 45% (+ 4% rispetto a dicembre 2017), anche turandosi il naso appaiono favorevoli e quanti, il 18%, non hanno ancora assunto una posizione. Le larghe intese, intanto, fanno breccia anche nell'elettorato più refrattario, quello grillino: con un terzo di pentastellati che inizia a prendere in considerazione l'ipotesi (34%, in crescita del 2% rispetto a dicembre). Maggiormente propensi alle larghe intese, invece, sono gli elettori di Pd e Forza Italia. Sul fronte del voto la chiusura delle liste dei candidati per Camera e Senato, con il suo portato di polemiche, esclusi e ripescati, ha generato qualche fastidio nell'elettorato.
LA FASE DUE
Un po' tutti i partiti tradizionali perdono consensi, mentre solo i Cinquestelle non sembrano toccati, per ora, dalle polemiche. Gli scostamenti di voto rispetto la scorsa settimana sono minimi, tutti all'interno dell'errore campionario, ma sono utili per cogliere le oscillazioni nell'umore degli elettori. Con la presentazione delle liste è terminata la prima fase della campagna elettorale, quella di assestamento, in cui le truppe dei diversi partiti si schierano.
I BLOCCHI
Siamo, per usare una metafora sportiva, ai blocchi di partenza della competizione. Al punto in cui le macchine elettorali dei partiti si schierano sulla linea del via e accendono tutti i motori per la corsa. Davanti a loro ci sono altre due fasi: quella di salita verso il voto e il rush finale e decisivo degli ultimi giorni prima del voto (in cui gran parte degli indecisi, oggi al 36,9%, sciolgono le loro riserve). Il quadro di avvio della campagna vede il centrodestra nettamente in testa, con il 36,2% dei consensi. La coalizione di Berlusconi e Salvini, tuttavia, ha un trend in flessione durante il mese di gennaio, lasciando sul campo, da inizio mese a oggi, l'1,4% dei consensi (era al 37,6% l'11 gennaio).
Il partito maggiormente ondeggiante è quello berlusconiano, che è passato dal 16,7% al 15,9% in meno di trenta giorni. La Lega di Salvini è stabile intorno al 13% (questa settimana è al 12,9%), mentre Fratelli d'Italia scende dal 5,7% al 5,1%. I movimenti, in parte, sono il frutto dell'arrivo della quarta gamba centrista che, in poche settimane, si è assestata intorno al 2,3%. Il centrosinistra si presenta allo start con il 28,1% dei voti. Rispetto a inizio mese ha guadagnato l'1%. Il partito guida dell'alleanza, il Pd, è al 23,7% in lieve crescita rispetto al 23,1% d'inizio gennaio. In crescita +Europa di Bonino che arriva al 2%. I Cinquestelle di Di Maio hanno rafforzato il proprio posizionamento nel corso di gennaio. Sono passati dal 26,7% di inizio mese al 28,4% di oggi, facendo registrare un +1,7%. Infine Liberi e uguali. Il partito guidato dal Presidente del Senato Grasso, ha avuto un percorso di lento affievolimento dei consensi. Il 6,8% dei primi giorni di gennaio è lentamente sceso nel corso delle settimane, fino al 6% di oggi.
I mutamenti intercorsi nel corso dell'ultima settimana hanno generato un'inversione nei rapporti di forza di non secondario rilievo. Se il centrodestra resta sempre saldamente in testa, i pentastellati sorpassano il centrosinistra e si collocano al secondo posto.