ROMA Prima del vero e proprio ritorno sulla scena previsto per lunedì, Silvio Berlusconi prosegue nelle rassicurazioni sulle sue condizioni di salute: «Sto bene - dice nel corso di un'intervista a Radio Radio - da lunedì riprendo la campagna elettorale». E l'affaticamento che lo ha portato da diversi giorni a disertare gli appuntamenti televisivi sarebbe dovuto, come spiega «alle giornate impegnative e dolorose trascorse per la stesura delle liste elettorali».
Certo è che almeno per il momento l'ex premier proseguirà la campagna elettorale in maniera più soft e cioè soprattutto con interviste radiofoniche e sui giornali, fissando il quartier generale della campagna forzista ad Arcore. Da dove però ha lanciato ieri un appello-strigliata sulle regionali del Lazio. «Il signor Pirozzi si è candidato da solo, senza consultarsi e discuterne con nessuno. Non ha chiesto un colloquio. Rispetto le sue scelte, ma temo che abbiano come unico effetto quello di dare una possibilità in più di vittoria alla sinistra se lui resta ancora in campo». Quanto a Stefano Parisi, «è una figura autorevole - ha detto il leader di Forza Italia - un protagonista del mondo del lavoro che è in grado di vincere e governare bene, sono sicuro che i cittadini del Lazio, man mano che lo conosceranno, non avranno dubbi su chi scegliere», ha scandito il leader da villa San Martino.
Una presenza sulla scena del tutto diversa rispetto a quella degli altri due leader del centrodestra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia era a Verona per presentare i candidati. In tour per il Paese anche Matteo Salvini. Ed è proprio sentendo quello che dice Salvini che si evidenziano le maggiori differenze rispetto al Cavaliere.
LE DIFFERENZE
Il leader di FI ha fatto della flat tax al 23% uno dei suoi cavalli di battaglia: «La approveremo entro l'estate», assicura. Per il leader della Lega invece il primo obiettivo è l'abolizione della legge Fornero tout court. Un tema su cui invece l'ex capo del governo è più cauto. «Faremo le modifiche - precisa - senza però che vengano messi in discussione i conti».
Su una cosa i tre sembrano però essere d'accordo e cioè che il centrodestra vincerà le elezioni ed avrà una maggioranza autonoma: «Io credo - mette comunque in chiaro Giorgia Meloni - che non ci siano i numeri per un Renzusconi, un governo d'inciucio». Forti dei sondaggi, i leader della coalizione di centrodestra possono anche tirare un sospiro di sollievo sulla vicenda delle liste in Lombardia dove, a causa della mancanza di alcuni documenti, la coalizione rischiava di restare senza candidati in alcuni collegi. I 17 candidati esclusi, tra cui la leader animalista Michela Brambilla, sono stati già riammessi. Atteso per oggi, invece, l'esito del ricorso di Renata Polverini all'ufficio elettorale di Roma.