ROMA Prima del vero e proprio ritorno sulla scena previsto per lunedì, Silvio Berlusconi prosegue nelle rassicurazioni sulle sue condizioni di salute: «Sto bene - dice nel corso di un'intervista a radio Radio - da lunedì riprendo la campagna elettorale». E l'affaticamento che lo ha portato da diversi giorni a disertare gli appuntamenti televisivi sarebbe dovuto, come spiega «alle giornate impegnative e dolorose trascorse per la stesura delle liste elettorali». A gettare acqua sul fuoco poi sulle tensioni dovute allo stato fisico dell'ex premier ci pensa anche Marina Berlusconi. La primogenita del Cavaliere smentisce tramite il suo portavoce di aver fatto «una sfuriata» ai collaboratori di suo padre per i troppi impegni. Certo è che almeno per il momento l'ex premier proseguirà la campagna elettorale in maniera più soft e cioè soprattutto con interviste radiofoniche e sui giornali. Una presenza sulla scena del tutto diversa rispetto a quella degli altri due leader del centrodestra Matteo Salvini e Giorgia Meloni. La leader di Fratelli d'Italia era a Verona per presentare i candidati e per visitare la fieragricola della città, un evento spiega la Meloni che testimonia come uno degli obiettivi del centrodestra debba essere la «tutela del made in Italy». In tour per il Paese anche Matteo Salvini, prima ad Arezzo di fronte la sede di Banca Etruria e poi a Torino. Ed è proprio sentendo quello che dice Salvini che si evidenziano le maggiori differenze rispetto al Cavaliere. Il leader di Fi ha fatto della flat tax al 23% uno dei suoi cavalli di battaglia: «La approveremo entro l'estate, insieme con il reddito di dignità», ripete nelle interviste sottolineando che «il livello della tassazione è troppo alta per tutti, noi abbiamo pensato a questa tassa con una sola aliquota al 23% per poi cercare di abbassarla nel corso della legislatura e sarà applicata a tutti i redditi al di sopra dei 12.000 euro». E non fa mistero di pensare ad un governo di centrodestra come un esecutivo «europeista capace di riportare l'Europa a come venne pensata dai suoi padri fondatori». Per il segretario della Lega invece il primo obiettivo è l'abolizione della legge Fornero tout court. Un tema su cui invece l'ex capo del governo continua a dimostrarsi più cauto. «Faremo le modifiche - precisa - senza però che vengano messi in discussione i conti». Su una cosa i tre sembrano però essere d'accordo e cioè che il centrodestra vincerà le elezioni ed avrà una maggioranza autonoma: «Io credo - mette comunque in chiaro Giorgia Meloni - che non ci siano i numeri per un "Renzusconi", un governo d'inciucio». Forti dei sondaggi e anche di una prospettata vittoria schiacciante nei collegi, secondo il quotidiano la Repubblica, i leader della coalizione di centrodestra possono anche tirare un sospiro di sollievo sulla vicenda delle liste in Lombardia dove, a causa della mancanza di alcuni documenti, la coalizione rischiava di restare senza candidati in alcuni collegi: «Il buon senso ha prevalso - osserva il leghista Roberto Calderoli alla notizia della riammissione - finalmente si parte con la campagna elettorale, ora andiamo a vincere».