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Data: 03/02/2018
Testata giornalistica: Il Centro
L'Abruzzo difende il lavoro - In 5mila sfilano a Lanciano per cento vertenze aperte. Dalla Honeywell e l'Intecs, all'Hatria e la Vesuvius: il dramma scende in piazza. Pil che arranca, aumentano disoccupati e contratti precari: sindacati in lotta (l'articolo in pdf)

LANCIANOL'Abruzzo torna in piazza, in piena campagna elettorale, e lo fa per difendere il lavoro, in una regione che vede un fronte di ben 109 vertenze aperte. Sono almeno 3000, ma secondo altri potrebbero salire a 5000, le presenze attese alla manifestazione regionale che si svolge oggi a Lanciano, a partire dalle 9, promossa da Cgil, Cisl e Uil. Giungeranno da tutta la regione per prendere parte al corteo che parte da piazzale Cuonzo e si conclude in Piazza dei frentani, con l'intervento di Guglielmo Loy, segretario nazionale della Uil. Sul palco anche Sandro Del Fattore, che parlerà per le tre sigle sindacali regionali; Lucio Petrongolo. In caso di pioggia la manifestazione si terrà al Teatro Fenaroli. I DATI. Il Pil regionale arranca: nel 2016, dicono i sindacati, è arretrato dello 0,2% a fronte di incrementi che hanno riguardato tutte le regioni del meridione. «Secondo Bankitalia e Istat nei primi nove mesi del 2017 in Abruzzo il numero di persone in cerca di occupazione è aumentato del 2,7% e il tasso di disoccupazione è salito dal 12,1 al 12,7%, rimanendo superiore al dato medio nazionale (11,5%). È diminuita invece la partecipazione complessiva al mercato del lavoro (-2,2%). Inoltre», denunciano i segretari generali regionali di Cgil Cisl Uil, rispettivamente Sandro Del Fattore, Leo Malandra e Michele Lombardo, « il dramma lavoro è dietro l'angolo perché anche se i livelli occupazionali sono rientrati sui valori pre-crisi, quasi il 70% dell'occupazione è purtroppo precaria. L'Osservatorio dell'Inps ci dice che crescono tutte le tipologie contrattuali precarie (a termine, stagionale, apprendistato) e rallenta il solo tempo indeterminato. Il mercato del lavoro regionale offre più occasioni ma non è ancora lavoro stabile. Anche l'apparato produttivo è in sofferenza. Mentre nel resto del Paese il ricorso alla cassa integrazione è praticamente crollato (-40%), in Abruzzo si registra una diminuzione poco rilevante: solo -13% rispetto all'anno scorso. Le imprese inoltre, per evitare i licenziamenti, continuano sempre di più a ricorrere allo strumento contrattuale della solidarietà, che è in crescita».LE VERTENZE. La crisi non risparmia alcun settore. «Le vertenze che ci preoccupano di più», dice Michele Lombardo, «perché si trascinano problematiche più complicate, sono quelle della Honeywell di Atessa, con la volontà dell'azienda di chiudere lo stabilimento e delocalizzarlo in Slovacchia, e la conseguente perdita di 500 posti di lavoro diretti e altrettanti nell'indotto; la Intecs dell'Aquila, il laboratorio di ricerca e sviluppo nato all'interno dell'ex polo elettronico, chiuso prima di Natale, con 70 ricercatori a spasso. Altre vertenze sono legate al settore chimico, tessile, al settore agroalimentare che comincia a scricchiolare, per non parlare dell'edilizia. Gli ultimi dati del 2017 parlano di un aumento del ricorso agli ammortizzatori sociali del 32%. Uno dei motivi per i quali chiediamo di velocizzare il Masterplan e renderlo operativo è perché l'85% delle risorse sarà impegnate in opere pubbliche, in grado di far ripartire il settore». Ci sono poi la vertenza Hatria di Sant'Atto, che ha portato al licenziamento di 55 lavoratori, l'aquilana Ecare, con altri 100 posti di lavoro a rischio, e gli 83 dipendenti licenziati della Vesuvius, azienda di Avezzano che si occupava della produzione di materiale refrattario per altiforni.LE RICHIESTE. I tre segretari generali di presenteranno le loro richieste alla Regione e alle istituzioni nazionali affinché occupazione e sviluppo possano tornare ad essere centrali nelle scelte politiche, alla luce della situazione in cui versa il territorio regionale. «Alle istituzioni regionali e nazionali chiediamo di riformulare gli ammortizzatori sociali per sostenere il superamento delle crisi industriali, la tenuta e il rilancio dei siti produttivi». I sindacati ribadiscono anche una richiesta avanzata più volte: accelerare l'attuazione del Patto per lo Sviluppo, della Carta di Pescara e del Masterplan, «leva centrale in una fase come quella attuale in cui è indispensabile il rilancio degli investimenti per tornare delle intese sottoscritte, nell'ottica di promuovere «un piano straordinario per l'occupazione, in particolare giovanile e femminile».

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