ABRUZZO. «Un fatto increscioso e mortificante» che avrà strascichi giudiziari perché l’eurodeputata vastese Daniela Aiuto ha dato incarico ai suoi legali «di avviare le opportune iniziative».
Aria tesa ieri all’aeroporto di Bruxelles, da quanto ricostruisce l’ex 5 Stelle, autosospesasi dal Movimento dopo il caso del presunto uso improprio dei fondi comunitari: quando il governatore Luciano D’Alfonso ha incrociato l’onorevole ‘Ostacolo’ (come da lui ribattezzata) non si sarebbe trattenuto.
«Ero in attesa all’aeroporto di Bruxelles Charleroi di imbarcarmi per il volo che mi avrebbe riportata a Pescara», racconta ancora incredula Aiuto, «e mi sono imbattuta nel governatore D’Alfonso che, evidentemente in clima di campagna elettorale, di fronte a tutti i passeggeri mi ha aggredita verbalmente, strumentalmente denigrando il mio lavoro in Europa, con particolare riferimento alle ormai famose interrogazioni alla Commissione Europea, da me proposte sui finanziamenti regionali alla S.A.G.A. Spa».
Queste interrogazioni già anni fa suscitarono da parte del presidente e del Pd regionale reazioni accese. Aiuto venne anche accusata di lavorare per ostacolare la crescita della regione, da qui il soprannome di ‘Ostacolo’. Proprio Aiuto al Parlamento europeo è stata relatrice ‘ombra’ in Commissione Trasporti e Turismo di un dossier sulla regolarità e la trasparenza delle compagnie low-cost e di Ryanair.
Dopo la presunta aggressione verbale di ieri Aiuto ha avvertito il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani: «non è ammissibile nè come parlamentare, né tantomeno come donna».
«Non è tollerabile che chi si occupa, per ruolo istituzionale, di portare all’attenzione degli organi di vigilanza europei vicende legate alla ‘cosa pubblica’, debba subire, dagli stessi amministratori del territorio, attacchi pubblici gratuitamente denigratori e profondamente offensivi non solo della propria persona ma dell’intera istituzione che essa rappresenta».
D’ALFONSO: «LA PROSSIMA VOLTA MI FACCIO AIUTARE DAL MIO AMICO BOB»
«Quella che secondo l’on. Aiuto sarebbe stata una “aggressione verbale” avvenuta ieri all’aeroporto di Charleroi è stata in realtà semplicemente una mia dichiarazione in merito ad un problema che si era creato due anni fa con Ryanair – relativo all’aeroporto di Pescara e non solo – problema che io ho contribuito a risolvere, mentre l’on. Aiuto faceva interrogazioni alla Commissione Europea su presunte irregolarità nella gestione della Saga».
D’Alfonso spiega così su Fb il suo gesto.
«Le ho anche detto che io avevo lottato in ogni modo per mantenere il volo Pescara-Charleroi, mentre lei aveva cercato di ostacolarlo e che, per questa ragione, sarebbe stato più coerente se lei non fosse salita a bordo. Tra l’altro, molti degli abruzzesi presenti hanno appreso della vicenda sul momento e mi hanno assicurato il loro sostegno. L’on. Aiuto ha affermato che io stessi facendo campagna elettorale, mentre io mi sono limitato a ricordare ciò che ciascuno di noi ha fatto in una vicenda che avrebbe potuto dare un colpo mortale al turismo e all’economia d’Abruzzo. Un giorno forse apprenderemo anche cosa hanno fatto i senatori abruzzesi del M5S per la loro regione.
Per coerenza, l’on. Aiuto non dovrebbe ricandidarsi in Abruzzo, poiché ha esercitato la sua azione di parlamentare europea contro gli interessi della nostra regione. Per l’occasione le ho consigliato di candidarsi in Germania. Aggiungo che la prossima volta, per meglio sostenere le mie ragioni, mi farò aiutare anche da Bob, il mio megafono».
LA COLPA DI DENUNCIARE
Il governatore D'Alfonso se la prende con l'europarlamentare grillina perchè circa tre anni fa questa si interessò ai finanziamenti erogati alla Saga, la società pubblica che gestisce l'aeroporto d'Abruzzo, e, nello specifico, ai finanziamenti diretti senza appalto erogati in oltre 14 anni a Ryanair per un totale di oltre 40 mln di euro.
Aiuto propose interrogazioni e mise in campo le azioni che la legge le consente per capire se gli atti amministrativi della Regione Abruzzo (già impugnati pesantemente dal ministero dell'economia) fossero regolari o se invece avvantaggiassero un operatore privato a fronte di nessun controllo pubblico sul ritorno economico in termini di turismo o indotto.
Non è la prima volta che D'Alfonso cerca di trasferire il messaggio che "denunciare presunte violazioni" sia un errore da condannare mentre invece sarebbe corretto operare «la rottura delle leggi» in nome di un ipotetico presunto interesse pubblico.
Secondo il governatore, Aiuto avrebbe dovuto in ogni caso avallare, agevolare e coadiuvare l'azione della Regione e la politica dalfonsiana a prescindere in nome della comune "abruzzesità", cosa che l'europarlamentare non ha ritenuto di fare.
Sulla vicenda sono stati aperti diversi procedimenti amministrativi in Italia e in Europa.
A Pescara da tre anni è aperta una inchiesta ferma su qualche tavolo della procura ad impolverarsi.