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Pescara, 24/07/2024
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Data: 04/02/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Pagano ricuce gli strappi. Forza Italia torna unita. Presenta candidati e parola d'ordine: «Siamo una squadra, onore agli esclusi. L'Abruzzo forzista c'è». Anche Di Stefano e gli ex An sono con lui, tranne Sospiri

PESCARA Nazario Pagano sarto della politica. Ricuce strappi in Forza Italia, accoglie con un sorriso Fabrizio Di Stefano, grande escluso dalle liste e gioca il ruolo del piccolo Cavour impartendo ai candidati la parola d'ordine di Berlusconi: «Voglio una campagna elettorale con un partito compatto. Lo chiederò anche a chi è rimasto deluso. Sono certo che Forza Italia avrà in Abruzzo più parlamentari di tutti gli altri».POCHI SOSPIRI. Il teatino Mauro Febbo lo abbraccia. Di Stefano annuisce. In sala si aggira anche un pezzo di teramanità di centrodestra esclusa, Paolo Gatti, che va via prima di tutti. Ed è impossibile non notare l'assenza di Lorenzo Sospiri perché tutti gli altri ci sono. Ma una sola assenza fa tirare un sospiro di sollievo a Pagano che guarda il popolo forzista e dice: «Non l'uomo solo al comando, il possibile ministro, ma la squadra scelta da Berlusconi». E subito dopo: «Saluto chi purtroppo è stato escluso», che ripete come un mantra per tre volte in un'ora perché non è facile ricucire dopo che la scure di una sorta di ragion di Stato ha sfoltito le liste decapitando chi si oppone alla grand coalition con il Pd che Berlusconi tiene nascosta nel cassetto come piano b. Nel giorno della presentazione dei candidati abruzzesi per il voto del 4 marzo, il sarto del partito dà quindi la priorità all'operazione-recupero. Pagano sottolinea la «signorilità» con cui Di Stefano ha reagito. Ma lancia anche un messaggio chiaro agli assenti, anzi all'assente: «Qualcuno ora ha la possibilità di mostrare di essere legato a Forza Italia e Berlusconi». Il tono è quello di un'ultima chiamata.ECCO LA SQUADRA. Assolto l'impegno difficile, nell'aula consiliare del Comune di Pescara comincia la presentazione della squadra che Pagano definisce «un giusto mix tra sindaci, assessori, professionisti con la prevalenza degli avvocati e imprenditori».Così gli ha chiesto di fare il capo, con due eccezioni: Paola Pelino e Gianfranco Rotondi. «Loro sono la continuità, gli altri il rinnovamento», afferma il presidente forzista. Ma prima di fare tutti i nomi, parte il siluro contro il centrosinistra. Il campo di sfida è L'Aquila, gli attori sono Berlusconi, il governo nazionale Pd e quello regionale: «Noi abbiamo dato tetti veri a 30mila sfollati, loro hanno dimostrato solo incapacità».E a livello regionale dice: «Loro non hanno saputo affrontare l'emergenza slavina (Rigopiano), e gli incendi sul Morrone, dove la nostra eroina ha vinto la battaglia contro le fiamme», sottolinea indicando Antonella Di Nino, la sindaca di Pratola Peligna che siede al tavolo dei candidati. La platea lo applaude. Ed ecco finalmente la presentazione.MAESTRO GASPARI. Il primo della lista è Rotondi, ex ministro di Avellino. A chi gli dice: sei un paracadutato, lui risponde di trascorrere le vacanze in Abruzzo dal 1968: «Mezzo secolo», esclama, «mi fanno essere campano e abruzzese». Rotondi rivela di avere anche il barbiere di fiducia a Pescara, e ricorda Remo Gaspari come suo grande maestro. «Sono orgoglioso di Tiziana Magnacca», riprende Pagano, «che a San Salvo ha vinto al primo turno con il 68%. E' punta di diamante di Forza Italia, ed è eleggibile». Altro applauso con la sindaca che lancia l'unica bordata contro i veri competitor del 5 Stelle: «Mettereste l'Abruzzo in mano a persone disorientate?», arringa da avvocatessa la platea. Tocca poi al senior Filippo Arbore, «un 72enne con l'entusiasmo di un 30enne». Quindi vengono ringraziati i candidati assenti giustificati Deborah Comardi e Guido Liris, rispettivamente per l'impegno verso i giovani e il gioco di squadra. Mentre la Pelino viene definita «forzista a denominazione d'origine controllata» e la teramana Rita Ettorre «graziosa e tosta». SCUSA TERAMO. Il presidente del partito spende a questo punto un paio di parole anche sul prezzo pagato dalla teramanità forzista (in sala c'è l'ex sindaco Brucchi) per far spazio alla quarta gamba, leggi Quagliariello. E riparte. Dopo Antonio Del Corvo, «espressione del mondo delle professioni prestato alla politica», è il turno di Antonio Martino, 41 anni, manager della Dynamin Holding, 600 dipendenti, 100 milioni di fatturato. Leopolda o non Leopolda, l'ha voluto Berlusconi in persona. Quindi è blindato. «Al Senato ci sono io», dice Pagano prima di presentare la teatina Emilia Di Matteo, «la gentil donna che amministra occupandosi dei più deboli», e la Di Nino, anche lei avvocato, figlia di Piero Di Nino, fondatore della famosa ditta di trasporti, che «ha vinto due sfide, contro i rivali in Comune e contro il fuoco». Concludono la lista Carlo Masci, che rifila una stoccata a D'Alfonso: «Farà il ministro dall'opposizione», e Consuelo Di Martino «sindaco e figlia di sindaco di Palombaro. Crede in quello che fa. Ed è la caratteristica che Berlusconi ed io cerchiamo», chiude Pagano. Ma domani il caso Sospiri arriva in direzione regionale.

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