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Pescara, 24/11/2024
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Data: 04/02/2018
Testata giornalistica: AbruzzoWeb
Elezioni: nel Pd Chicco bocciato da Renzi. Berlusconi vuole venire a vedere le c.a.s.e. Nel centrodestra sogno posto di governo, derby Pagano vs Pelino

L’AQUILA - A un mese dalle elezioni politiche del 4 marzo, sviscerate dinamiche e stranezze delle liste, la campagna elettorale sta entrando in pieno corso mentre emergono retroscena della scelta dei candidati, ma spuntano anche speranze e ambizioni per il futuro.

In casa centrosinistra ha suscitato un putiferio una semplice dichiarazione dell’ex sindaco dell’Aquila, Massimo Cialente, che ad AbruzzoWeb ha spiegato come Michele Fina, collaboratore del ministro della Giustizia Andrea Orlando, non fosse mai stato proposto dalla base.

Apriti cielo: il guardasigilli in persona ha risposto per ben due volte con delle note inviate a questo giornale: la prima allo stesso Cialente, invitandolo senza troppi complimenti a non dire bugie, la seconda al segretario regionale dem, Marco Rapino, che aveva avvalorato la versione cialentiana.

Come se non bastasse, da destra hanno bacchettato l’ex sindaco altri tre candidati, Gaetano Quagliariello di Noi con l’Italia, Antonio Martino di Forza Italia e Antonio Tavani di Fratelli d’Italia. Insomma, un bailamme.

E intanto sulla bocciatura di un altro candidato che si era proposto in tandem con Fina, il consigliere comunale dem Americo Di Benedetto, candidato sindaco sconfitto al ballottaggio, emerge uno sfizioso retroscena, riferito da fonti partitiche.

Nel vertice decisivo avvenuto a sei occhi tra il segretario nazionale, Matteo Renzi, il candidato al Senato e grande regista delle liste Luciano D’Alfonso e il citato Rapino, nello schema iniziale Adb c’era.

Sarebbe stato proprio l’ex premier a bocciarlo, facendosi chiamare Cialente e investendolo della candidatura: da questo punto e dalla telefonata renziana ricomincia la versione di Max nell’intervista a questo giornale: “Gli ho detto mettimi dove vuoi, sono un soldato”.

E così da seguace di Gianni Cuperlo, rimasto fuori, Cialente è dentro e sui social a suon di condivisioni appare sempre più votato alla causa del giglio fiorentino.

Intanto nel centrodestra, complice il vento favorevole che spira dai sondaggi, c’è già chi si vede parte di un futuro governo con la griffe di Forza Italia.

È il caso del coordinatore regionale, Nazario Pagano, che ha resistito ai momenti più bui quando volevano commissariarlo, ha trionfato su tutta la linea sulle liste che lo vedono candidato blindato al listino proporzionale del Senato e ora, complice anche il rapporto personale nato con Silvio Berlusconi, non disdegnerebbe un posto da almeno sottosegretario in caso di affermazione alle liste.

Dovrà vedersela, comunque, con altri aspiranti: su tutti quella Paola Pelino che ha già sfiorato più volte un incarico di governo finché Berlusconi è stato a palazzo Chigi, rimanendo, però, sempre fuori dall’esecutivo.

A proposito di Berlusconi, si diceva da tempo e si ridice ora: non è escluso che possa fare campagna elettorale sul territorio, con una giornata abruzzese e visite a Pescara e all’Aquila in particolare, dove non è un mistero vorrebbe visitare le new town del progetto C.a.s.e. tirate su in pochi mesi dopo il terremoto 2009, e oggi rivendicate come modello positivo di gestione rispetto a quella giudicata fallimentare del centrosinistra dopo i sismi 2016/2017, senza troppo curarsi dei balconi che cadono e degli isolatori considerati poco sicuri.

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