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Data: 05/02/2018
Testata giornalistica: La Repubblica
Ultimi sondaggi: il centrodestra vede il traguardo, i dem ai minimi e l'abisso dell'astensione

Nelle ore del suo riposo forzato Silvio Berlusconi non avrà dismesso un vizio, tutto politico, che lo accompagna dalla sua discesa in campo. Quello di consultare i sondaggi, di affidarsi alle rilevazioni per identificare punti focali, tendenze e linee di frattura del dibattito pubblico. Quelle sacche di discussione in cui inserirsi per orientare e consolidare il consenso. La bussola per l’ultimo per l’ultimo mese di campagna elettorale.

Berlusconi e la soglia 40. Aumento delle pensioni minime, flat tax, abolizione delle riforme dei governi di centrosinistra. Contenuti diffusi nell’etere attraverso due armi retoriche intrecciate: quella del “nuovo inizio” e quella della “riscossa della nazione”. E i numeri per adesso danno ragione al Cavaliere. Secondo i dati forniti da Euromedia Research a Porta a Porta, l’area di centrodestra è al 39,1%. Manco un niente alla soglia-40 che consentirebbe a Berlusconi-Meloni e Salvini di essere maggioranza parlamentare.

Testa a testa tra Gentiloni e Di Maio. E mentre i due contendenti del centrodestra subiscono oscillazioni cospicue se valutate nell’arco di una settimana – Tecné per Matrix: centro sinistra perde 0,3% negli ultimi sette giorni e il M5S guadagna lo 0,4%, Liberi e Uguali perde lo 0,2% - il centrodestra è stabilmente ancorato, da settimane, alla soglia del 39%. Con i suoi leader che mantengono quasi invariata la fiducia dei cittadini: Salvini al 25%, Berlusconi al 20% e la Meloni al 19%. Una classifica (stilata da EMG per la Rai) che vede appaiati al primo posto, con il 30%, il premier Gentiloni e il capo politico del Movimento Cinque Stelle, Luigi Di Maio. E i due leader di partito del centrosinistra sono al 23% (Renzi) e al 14% (Grasso)

Dem al minimo storico. Quella di Gentiloni sembra l’unica buona notizia per il centro sinistra. Che sembra fermo, statico, ancorato. Privo di spinta propulsiva. Con il Pd dato da Tecné al 22,2% (in calo di 0,2 punti percentuale in una settimana). I dem mai così in basso, oltre il minimo storico e alle prese con una tendenza che sembra difficile da invertire. Sarà da valutare la presa sull’opinione pubblica del programma lanciato a Bologna.

Ragioni di partito. Così come sarà da valutare l’impatto delle liste - ormai chiuse - sull’elettorato. Una delle domande rivolte da Tecné: “Se il candidato del collegio uninominale fosse una persona molto sgradita, come si comporterebbe?”. Il 57,8% lo voterebbe comunque. Il 25,4% cambierebbe la sua scelta e il 16,8% è indeciso. Il link al caso Boschi è immediato: l’ex ministra oscilla tra il 48 e il 50% dei consensi nel collegio 1 del Trentino Alto Adige. Micaela Biancofiore del centrodestra tra il 20 e il 22%.

L’abisso dell’astensione. Ma i numeri più rilevanti degli ultimi giorni sono relativi all’astensione. I numeri di Demopolis lasciano senza fiato. Alle urne andrebbe solo il 63% degli elettori: nel 2013 si raggiunse quota 75%. Di fatto ci sarebbero 5 milioni di astenuti in più rispetto alle ultime politiche. In tutto sarebbero in 17 milioni a non andare a votare e di questi solo 4 rientrano nel campo dell’astensione revocabile. Dramma nel dramma: il 47% dei giovani sotto i 25 anni non andrebbe a votare.

I consensi dei partiti secondo Tecné:
Movimento 5 Stelle: 27,8%
Partito democratico: 22,2%
Forza Italia: 18,3%
Lega: 12,8%
Liberi e Uguali: 6,2%
Fratelli d'Italia: 5,1%
Noi con l'Italia: 2,8%
+Europa: 1,6%

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