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Data: 05/02/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Centrodestra diviso sulla premiership FI rilancia Tajani, ma gli alleati frenano

ROMA La possibile vittoria del centrodestra alle elezioni del prossimo 4 marzo non scioglie il nodo sulla premiership, anche se in Forza Italia si allarga il fronte favorevole ad Antonio Tajani. Lega e Fratelli d'Italia invece restano fermi sui loro segretari e sulla conta post voto. Ieri Salvini ha ribadito che se prende un voto in più chiederà di andare a Palazzo Chigi. Con il week-end che ha visto un Silvio Berlusconi riprendere la campagna elettorale dopo il freno tirato a causa dello stress legato alla compilazione delle liste, ieri al Messaggero il presidente del parlamento europeo Tajani aveva fugato i dubbi sulle larghe intese temute da Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Tajani ha spiegato che «questa opzione non esiste affatto» e poi ha voluto garantire anche i moderati della coalizione, sicuro che non ci sarà nessun inciucio Lega - M5s perché «non credo che gli alleati di Forza Italia non rispetteranno gli impegni presi».
Un profilo alto, da garante di tutte le anime della coalizione che si fa strada all'interno di Forza Italia con Paolo Romani che ha subito fatto il suo endorsement.

IL MOTORE Il capogruppo dei senatori forzisti, ospite a L'Intervista di Maria Latella su Sky Tg24 ha detto che Tajani «è una persona di grande prestigio. Sono orgoglioso di appartenere allo stesso partito» e ha poi aggiunto che di vederlo come premier «non mi dispiacerebbe assolutamente».
Naturalmente il motore di Forza Italia e di tutto il centrodestra è Berlusconi che tiene coperti i nomi dei suoi candidati per Palazzo Chigi anche per non farli bruciare dagli alleati, ma tra questi, da tempo ha incluso proprio Tajani.
Quanto alle preoccupazioni per la pausa di salute del Cavaliere, il fedelissimo Sestino Giacomoni rassicura che «oggi come in passato l'arma segreta di Forza Italia si chiama Silvio Berlusconi, che sta benissimo e nei prossimi 30 giorni sarà massicciamente presente in Tv, nelle radio e sui social network». E lui stesso non ha resistito, nonostante la pausa a qualche incursione e dichiarazione qua e là.
Per il segretario di Rivoluzione cristiana Gianfranco Rotondi, Tajani «sarebbe un ottimo premier, ma gli italiani si accingono a votare un solo presidente e si chiama Silvio Berlusconi. Se i voti corrisponderanno ai sondaggi il prossimo Parlamento avrà il compito di allestire le modifiche legislative necessarie ad adempiere la volontà degli italiani e riportare Berlusconi a Palazzo Chigi». Un po' per orgoglio, un po' per strategia politica, restano invece abbottonatissimi sui propri nomi sia Salvini che la Meloni. Se la leader di Fdi dice che ora bisogna concentrarsi sui contenuti più che leadership, da ambienti vicini al segretario della Lega confermano che saranno gli elettori a decidere chi sarà il candidato premier, a seconda di chi prenderà più voti.

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