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Pescara, 24/07/2024
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Data: 07/02/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Italo, il consiglio freddo sull'offerta del fondo Usa: «Premio non adeguato»

MILANO La maxi-offerta di Global Infrastructure Partners (Gip) da 1,9 miliardi al netto di 443 milioni netti di debito, non elettrizza il cda di Italo che mantiene come priorità la quotazione in Borsa: «il premio non è adeguato». «Il prezzo non si tocca» fa sapere Gip. Ieri pomeriggio il cda presieduto da Luca di Montezemolo, durato un'ora e mezzo, ha fatto il punto sul work in progress dell'ipo e sulla proposta del fondo americano riguardo il 100% del capitale, decidendo di restare aperto fino a oggi pomeriggio. Alle 17 sempre di oggi scade la validità dell'offerta binding del più grande fondo di infrastrutture del mondo con 40 miliardi di gestito ma il board della principale società ferroviaria non terrà conto del termine. L'advisor Rothschild e i global coordinator Banca Imi, Barclays, Credit Suisse, Goldman Sachs relazioneranno sul mood degli investitori riguardo l'ipo fino al 40% e sulla forchetta di prezzo: entro stasera dovrà essere deciso il range per integrare il prospetto. Domani si riunisce la Consob che potrebbe autorizzare la pubblicazione.
I consiglieri all'unanimità avrebbero condiviso l'analisi di Montezemolo e dell'ad Cattaneo di procedere sulla strada maestra dello sbarco in Borsa, ritengono che l'offerta condizionata da 1,9 miliardi sull'intero capitale non incorpori un premio adeguato. «Noi abbiamo contribuito a fare in modo che questa azienda», ha detto ieri Carlo Messina, ceo di Intesa Sp, primo socio con il 18,81%, «ci sia e sia di successo, l'abbiamo finanziata quando nessuno la finanziava. Se ci sono opportunità di uscire vedremo. Non so se sarà con questa offerta, vedremo se andrà in porto». Le parole di Messina non sarebbero un assenso incondizionato a Gpi ma una disponibilità anche a partecipare al collocamento. Il cda comunque non chiude la porta a Gpi che è assistita da Mediobanca, specie nel caso in cui i sondaggi delle banche del consorzio dovessero riscontrare sul mercato una stima molto più bassa in relazione al trend di mercato. Si fa notare che anche una forchetta di 1,6-1,8 miliardi riguarda il collocamento di un 40% e Italo sotto la gestione di Cattaneo potrebbe proseguire il rilancio: nel triennio 2015-2017, i ricavi operativi hanno registrato un tasso annuale composto di crescita del 21% e un ebitda del 70,2%. Sembra che il piano al 2021 preveda un'andatura più accelerata che aumenterebbe il valore delle azioni.
L'offerta di Gip è condizionata a un contratto che i legali di Italo non condividono in toto e prevede la possibilità che i soci reinvestano fino al 25% con un'opzione put a cedere la metà delle azioni entro tre anni e l'altra metà entro cinque.
Intanto sull'offerta di Gip è intervenuto Pier Carlo Padoan: «Non è un pezzo di Italia che se ne va ma di investimenti esteri che arrivano in Italia».

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