Il gesto è apparentemente semplice: pigiare un tasto di un notebook. In realtà quel pulsante ha dato lo start a un'era tecnologica, che vede L'Aquila in prima linea, ad altissima velocità: 2,3 gigabit al secondo, 20-30 volte più di quanto riescono a fare gli attuali smartphone. Per la prima volta in Italia ieri si è acceso un segnale 5G. Una svolta epocale che ha avuto come teatro l'inaugurazione della sede del nuovo centro di ricerca e innovazione impiantato dal colosso cinese delle comunicazioni, Zte, al Tecnopolo. L'accensione del segnale 5G, grazie a una mini-rete appositamente approntata, è arrivata all'acme della cerimonia per il taglio del nastro a cui hanno preso parte i vertici italiani ed europei di Zte, le autorità locali, i partner (tra gli altri Qualcomm, Open Fiber, Wind Tre, Tim, Linkem). Presenti anche l'ex sindaco Cialente e Stefano Palumbo, che avviarono il progetto. Inizialmente lavorerà nel centro una pattuglia di tecnici e ricercatori dell'azienda.
«Abbiamo lavorato un anno ha detto Hu Wun, ad di Zte Italia e quello che vediamo oggi è davvero emozionante. Abbiamo molto obiettivi: quello principale è stare permanentemente in questo Paese. Insieme con i partner e con l'Università vogliamo lavorare insieme, tecnici e ricercatori italiani e cinesi, per sviluppare questa nuova generazione delle connessioni mobili. Perché L'Aquila? Non solo perché qui si sperimenta il 5G, ma perché crediamo che questo territorio possa diventare un simbolo della rinascita, dello sviluppo, della crescita, del rilancio».
Concetti rafforzati da Xiao Ming, senior vice president del colosso: «E' un grande onore per noi aprire il centro di ricerca in questa città stupenda circondata da montagne innevate. L'Italia può diventare l'hub europeo di Zte e questo è uno step importantissimo. L'Aquila può giocare un ruolo determinante nello sviluppo del 5G». Xu Xiaofeng, consigliere economico dell'ambasciata cinese, ha detto che questo traguardo «segna un momento importante nelle relazioni bilaterali Cina-Italia».
Il sindaco, Pierluigi Biondi, nel ricordare il dramma dei lavoratori Intecs, ha esternato un auspicio: «Spero che non si stia accendendo solo un segnale, ma una speranza per questo territorio». Il governatore Luciano D'Alfonso ha detto che la Regione farà la sua parte: «Qui ha detto rivolgendosi ai partner saremo all'altezza della sfida, la nostra amministrazione dirà zero procedure». Promessa sottolineata scherzosamente dal moderatore, il giornalista Nicola Porro. Gianni Letta si è rivolto ai manager asiatici: «Vi auguro di far cantare i cuori degli abruzzesi e degli italiani con i miracoli della tecnologia, ma senza dimenticare le radici su cui affonda la storia di questa città, una grande città di cultura, con tradizioni illustri». «Dobbiamo leggere questa giornata come un richiamo ha detto Amedeo Teti del Mise a riportare i cervelli in Italia. Un'attrazione verso L'Aquila per chi è andato via o ha paura di tornare». Fabio Graziosi, dell'Università, ha chiuso la presentazione: «Il 5g porta le aziende a fondare il business sulle vocazioni territoriali. Cito due casi di sviluppo: valorizzazione dei beni culturali e monitoraggio strutturale degli edifici».