Caro direttore, l’interesse di una categoria (nel caso specifico dei commercianti) può prevalere sulla tutela ambientale di una consistente parte del tessuto urbano cittadino? E’ il dilemma che sta dietro lo scontro sulla riapertura alle auto, nei due sensi di marcia, di corso Vittorio attualmente a mezzo servizio tra sensi parzialmente vietati e tratti pedonalizzati. L’arteria fino a pochi anni fa era l’asse principale di collegamento tra le due parti della città, assorbendo anche il traffico proveniente da nord e da sud. Una camera a gas alimentata dagli scarichi delle auto e dai bus. Ingorghi continui, macchine in doppia e tripla fila. Non c’era bisogno delle centraline, bastava respirare e annusare il forte inquinamento atmosferico. Oggi corso Vittorio e più vivibile soprattutto per i numerosi residenti, ma l’effetto collaterale più pesante è stato quello della chiusura di molti negozi. Ed ecco la rivolta dei commercianti che chiedono il ripristino dei due sensi di marcia anche sulla base della promessa fatta in campagna elettorale dal sindaco. Ma oggi proprio Alessandrini è il più strenuo oppositore al ritorno al passato, nonostante altri amministratori dello stesso centrosinistra siano di parere contrario. Sarà braccio di ferro anche sotto il profilo politico, ma resta sempre sospesa la domanda se valga la pena, in cambio di una ripresa del commercio, provocare un sicuro aumento dello smog e delle micidiali polveri sottili.
Francesco Di Miero