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Pescara, 24/07/2024
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Data: 12/02/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Esclusi, delusi, sconfitti e sindaci. Ecco chi pensa già all'Emiciclo. L'uscita di scena del governatore apre le danze: sono sette per ora i favoriti alla sua successione. Fi, Pagano inaugura la sede. E accusa: «D'Alfonso fugge»

PESCARA Centoventi giorni per tornare al voto sempre che Luciano D'Alfonso si dimetta davvero. Tutto dipende dal 4 marzo. Una vittoria del centrodestra al di là delle aspettative o una situazione di ingovernabilità farebbero tramontare la grand coalition con il governatore pronto a tornare sui propri passi. Premesso questo, vale comunque la pena aprire una finestra sul dopo D'Alfonso. Chi aspira a diventare governatore? E chi correrà come consigliere? Proviamo a fare il toto-Emiciclo partendo dal centrosinistra.
DA LOLLI A FEBBO. In pole position c'è Giovanni Lolli, delfino in pectore di D'Alfonso. Ma da Sulmona anche Andrea Gerosolimo è ai blocchi di partenza a meno che dal Teramano non spunti un outsider anche se, in questo caso, le probabilità calano. Eppure un Dino Pepe potrebbe concorrere. Sul versante centrodestra il calcolo appare più facile vuoi perché Fabrizio Di Stefano, escluso dalle liste per le politiche, rivendica una poltrona in Regione e ammicca a quella principale, vuoi perché in Forza Italia si è già aperta una partita interna sul dopo D'Alfonso tra gli ex An targati Chieti. Il competitor forzista di Di Stefano infatti è Mauro Febbo che da tempo studia da governatore oltre ad aver avuto un'esperienza da amministratore come presidente della Provincia. Peraltro Di Stefano ha già fatto capire a Febbo di essere pronto a farsi da parte. Per ragion di partito. Chissà però che ne pensa Nazario Pagano. Passiamo ai 5 Stelle.
REGIONARIE STELLATE. Al di là di ciò che sarà la roulette della Regionarie, l'equivalente delle Parlamentarie, non si può escludere una corsa con una donna al comando, la leader pentastellata Sara Marcozzi che il movimento ha delegato come organizzatrice del Rally per l'Abruzzo di questa campagna elettorale. Ma le regole interne al M5S impediscono di fare previsioni certe perché tutto sarà legato a un limitato numero di clic sulla tastiera.
LE POLTRONCINE. C'è però anche una partita di secondo livello, quella degli aspiranti consiglieri regionali. In questo caso il panorama è ampio ma è facile immaginare che il popolo degli esclusi dalle liste per il Parlamento torni a farsi avanti sulla base di un patto, non scritto ma d'onore, con i propri leader. Ed ecco quindi riapparire nel centrodestra Lorenzo Sospiri tornato nei ranghi, e nel centrosinistra il sindaco di Francavilla, Antonio Luciani, che pure ambiva a un posto in Parlamento o, in subordine, alla candidatura a governatore, ma le sue mire sono rientrate nel giusto alveo politico. Nell'Aquilano è nel Teramano invece la pattuglia degli esclusi che hanno fatto posto ai paracadutati è sconfinata. Così le regionali saranno l'occasione per il riscatto di Paolo Gatti, deluso da chi l'ha oscurato dalle liste del 4 marzo. Ma la poltroncina non gli basta. Sull'altro fronte è invece difficile immaginare un ritorno di Tommaso Ginoble a differenza di Luciano Monticelli a cui piace credere che il quarto posto in lista vale un premio da parte del Pd. Spostiamoci nel Chietino.
CHIARA E CHIODI. Il Pd richiamerà alle armi Chiara Zappalorto che, in meno di mezza giornata, ha avuto l'illusione di correre alle politiche e la delusione da sbianchetto. Poi bisogna anche fare i conti con chi non riuscirà a entrare nel ristretto numero di parlamentari abruzzesi, 7 senatori e i 14 deputati che, dopo il 4 marzo, partirà per Roma. Volti e nomi che ritroveremo nelle elezioni del dopo D'Alfonso, ammesso che questi non faccia dietrofront e si tenga stretta la poltrona da governatore per arrivare fino a maggio 2019, data della scadenza del suo mandato alla Regione. Ma anche Gianni Chiodi potrebbe riprovarci all'Emiciclo dopo che Forza Italia lo ha costretto a candidarsi con la "quarta gamba", gruppo con chance elettorali per il 4 marzo che non appaiono da exploit fatta eccezione per l'ex ministro, Gaetano Quagliariello, candidato all'Aquila.
SINDACI SFUMATI. E ancora, il totonomi ci porta doverosamente a indicare l'ex candidato a sindaco dell'Aquila, Americo Di Benedetto che, a detta di Massimo Cialente, ha vinto le elezioni al primo turno perdendole al secondo solo per un consistente assenteismo elettorale del popolo del Pd. Così come potrebbe tornare in partita il marsicano Michele Fina che tutti si aspettavano in lizza per le politiche oppure quel Massimo Verrecchia, deputato salito a fine corsa sulla navicella. Certamente ci sarà il consigliere regionale di centrodestra, Emilio Iampieri. L'anfiteatro degli aspiranti consiglieri però non ha confini se si prendono in considerazione anche i volti nuovi che la politica cerca disperatamente per riconquistare il feeling con i cittadini.
SOCIETA' CIVILE. Potremmo in questo caso imbatterci in personaggi della società civile pescati nel mondo delle associazioni datoriali, in quello delle industrie o della sanità. A proposito di sanità sembra certa la ricandidatura in Regione di Silvio Paolucci con l'aspirazione di portare a termine la rivoluzione della rete ospedaliera abruzzese che per ora è a metà strada. Se così non fosse, se il centrosinistra, sondaggi alla mano, non dovesse bissare il successo del 2014, assisteremo però alla controrivoluzione sanitaria in una regione che ha tagliato i piccoli ospedali a vantaggio dei Dea di II livello.
LIBERI E ESCLUSI. Il risultato di Liberi e Uguali alle politiche, insieme alla delusione per la composizione delle liste, potrebbero portare Mario Mazzocca a uscire di scena. Non è così per Marinella Sclocco scesa in campo più motivata che mai in questa campagna elettorale nonostante lo shock da esclusione. E per finire non si può non citare la pattuglia dei sindaci o degli ex sindaci.
BRUCCHI, FLORIS E... Umberto Di Primio (Chieti) che scalpita più degli altri. Più di Maurizio Brucchi (Teramo), o del vicesindaco dell'Aquila, Guido Liris e, perché no, di Del Corvo e dell'ex sindaco di Avezzano, Antonio Floris. Da Francavilla infine può spuntare Michele D'Amario. Insomma sarà una ressa. Ma i posti da occupare sono solo trenta, più quello del governatore.


Fi, Pagano inaugura la sede. E accusa: «D'Alfonso fugge»

PESCARA «Certe cose non possiamo dimenticarle. Siamo stati circondati da quaquaraquà che propinano paroloni senza senso, bravi a parlare, ma incapaci di fare, di ottenere obiettivi. Pensate al leader del Pd locale, che è il presidente della Regione, che scappa dalla Regione consapevole che alle prossime elezioni regionali non verrà riconfermato, e scappa al Parlamento. Ha bandito i toni diplomatici Nazario Pagano, candidato capolista al Senato di Forza Italia per il proporzionale. L'occasione è l'inaugurazione della sede elettorale di Pescara (in via Carducci 10). Sul palco, con lui, Antonella Di Nino (maggioritario Senato, collegio Chieti Pescara), Carlo Masci (proporzionale Senato), Gianfranco Rotondi (proporzionale Camera collegio Chieti-Pescara), Paola Pelino (proporzionale Camera L'Aquila-Teramo), Debora Comardi (Camera proporzionale Chieti-Pescara), Antonio Martino (capolista al maggioritario della Camera nel collegio dell'Aquila), Emilia Di Matteo (maggioritario Camera Chieti-Sulmona), e Antonio Del Corvo (proporzionale Camera L'Aquila-Teramo). «Il mio impegno in Senato», ha detto Pagano, «nasce dall'esigenza di mettere a disposizione degli abruzzesi la mia esperienza di amministratore per dare rappresentatività alla voce dell'Abruzzo su uno scenario nazionale ed europeo. Ci sono emergenze sulle quali non possiamo più permetterci incertezze o ritardi, e mi riferisco al lavoro, alla sicurezza del territorio e alla gestione dell'immigrazione: non è più il tempo dei proclami, delle frasi di circostanza, della vuota retorica. Fi intende affrontare seriamente questi problemi, perché dalla loro soluzione passa una nuova stagione di crescita dell'Abruzzo».


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