ROMA E' inesorabile: cambiano i governi, si rinnovano i ministri dell'Interno, ma la sensazione di insicurezza degli italiani cresce. L'incremento è costante nel tempo: nel 2003, quindici anni fa, si sentivano insicuri 55 italiani su 100. Oggi, sei governi dopo, secondo i sondaggisti di SWG la percezione di insicurezza accomuna il 70% degli italiani. Il dato avrà un effetto rilevante sul voto del 4 marzo. Se lo si collega al tema prima gli italiani, che comprende anche la richiesta di maggiore sicurezza, i sondaggisti gli assegnano una capacità di attrazione verso il 28% degli elettori.
Sono questi gli elementi più interessanti che emergono dai vari carotaggi del sentiment dell'opinione pubblica effettuati nelle scorse settimane. Il quadro complessivo è molto netto: gli italiani hanno la percezione che in generale ci sia meno sicurezza nel Paese anche se poi per quanto riguarda la propria città - una realtà conosciuta - l'allarme è leggermente meno accentuato. E infatti secondo la rilevazione effettuata per Rai-Porta a Porta da Tecné ed Euromedia gli italiani che si sentono poco o per niente sicuri nel luogo dove risiedono scendono a quote fra il 35 e il 40%.
LE DOMANDE PROFONDE
Ma quali sono le ragioni profonde di queste paure? Sempre secondo Tecné ed Euromedia, che danno risposte un po' diverse tra loro numericamente (vedi grafico qui sopra), le molle profonde della diffusione della paura sono tre: l'inefficienza della giustizia (voce che va letta anche come applicazione leggera o inesistente delle pene); la presenza massiccia di immigrati e lo scarso controllo del territorio.
Ed è proprio una maggiore presenza nelle strade delle forze dell'ordine la richiesta più forte che arriva dall'opinione pubblica. Secondo la SWG (vedi grafico in alto a destra) il 26% degli italiani chiede che più volanti della polizia e dei carabinieri e più militari dell'esercito pattuglino le città, una percentuale leggermente più alta di quanti - e sono il 24% - chiedono controlli più severi sull'immigrazione clandestina. Va sottolineato che la quantità di italiani raggruppati da quest'ultima domanda è aumentata di ben il 6% rispetto al 2015. Diminuisce invece l'allarme sull'emarginazione sociale e sulla presenza nelle strade di prostitute e clochard. «Attenzione però - spiega Carlo Buttaroni di Tecné - L'allarme sicurezza non sempre è collegato in modo razionale ai fenomeni della criminalità. E' vero ad esempio che in Italia sono crollati gli omicidi e diminuite le rapine ma le persone sono preoccupate per la microcriminalità. Non solo. Per quegli effetti di psicologia sociale non misurabili meccanicamente, anche il degrado e la scarsa illuminazione delle strade allertano la nostra sensazione di insicurezza».
Va sottolineato infine che, a torto o a ragione, un terzo circa degli italiani collegano i migranti alla criminalità. Di qui la richiesta da parte del 16% degli elettori di chiusura delle frontiere nonché di filtri più rigidi agli ingressi da parte del 40% degli elettori.