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Pescara, 24/07/2024
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Data: 13/02/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Fanghi nel mare, insorgono i Comuni. Scontro sulle sabbie di Ortona. Vertice dei sindaci di Montesilvano, Città Sant'Angelo e Pineto dopo il via libera della Regione: «Ricorreremo alle vie legali»

MONTESILVANO La Regione autorizza lo sversamento dei fanghi davanti alle coste di Pineto, Montesilvano e Città Sant'Angelo e i Comuni interessati ricorrono alle vie legali. Non si ferma la battaglia avviata negli ultimi mesi dalle amministrazioni civiche delle città adriatiche coinvolte nella maxi operazione che, a breve vedrà smaltire 342mila metri cubi di sedimenti, derivanti dal dragaggio del porto di Ortona, dritti in mare proprio davanti a quelle spiagge che in estate creano turismo ed economia.Nei giorni scorsi, la Regione ha dato il via libera all'intervento, nonostante le perplessità sollevate sia dai Comuni che dalle associazioni ambientaliste in merito alle possibili conseguenze negative che l'operazione potrebbe avere sull'ecosistema marino. Un passo avanti, quello della Regione, decisamente non gradito dai sindaci e dalle amministrazioni interessate che, ieri mattina, hanno deciso di passare alle maniere forti. Nel corso di un incontro, il sindaco di Montesilvano Francesco Maragno, con il collega di Pineto Robert Verrocchio, Alice Fabbiani, vicesindaco di Città Sant'Angelo, il presidente dell'area marina protetta Torre del Cerrano, Leone Cantarini e il direttore, Fabio Vallarola, hanno dato mandato a un legale. «Intendiamo predisporre tutti gli atti necessari per far fronte a questa inaccettabile decisione», spiegano gli amministratori. «L'obiettivo della nostra azione legale è quello di tutelare gli interessi degli enti coinvolti e dell'area marina protetta. Vogliamo impugnare un provvedimento che riteniamo essere stato adottato senza un'idonea documentazione, attraverso un iter che ha tralasciato troppi aspetti importanti».Ma perché i fanghi di Ortona verranno sversati proprio in quell'area? Perché è la zona di mare individuata, nel 2011, come sito idoneo per l'immissione di materiali derivanti da operazioni di dragaggio del porto di Pescara, per una quantità pari a circa 72 mila metri cubi. Tuttavia, nel 2013, l'area marina protetta ha ottenuto la definizione di Sic, sito di interesse comunitario, che impone l'obbligatorietà di sottoporre a procedura di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A), l'autorizzazione del sito per l'immissione a mare. Un aspetto che, come lamentano gli amministratori, non è stato rispettato. «Crediamo che questa operazione di sversamento potrebbe incidere negativamente sul patrimonio ambientale, floristico e faunistico dell'area marina protetta, come pure sul comparto turistico», proseguono i sindaci che parlano di procedure affrettate. «Per questi motivi percorreremo ogni possibile strada, a cominciare da quella legale, per evitare lo sversamento a mare dei sedimenti, con l'auspicio che la Regione Abruzzo, nei prossimi giorni revochi in autotutela l'autorizzazione rilasciata al deposito in mare dei materiali di escavo del porto di Ortona». Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente della Stazione Ornitologica Abruzzese (Soa), Augusto De Sanctis, tra i primi lanciare l'allarme, nei mesi scorsi. De Sanctis ricorda come la qualità ambientale del sito già ora non sia conforme agli obiettivi indicati dall'Unione Europea per il mare. «Naturalmente, in una condizione di stress ambientale preesistente, magari determinata proprio da interventi insostenibili fatti nel passato, non si devono aggiungere altre forme di pressione», aggiunge De Sanctis precisando poi che il problema dei fanghi non è dovuta alla composizione chimica, visto che risulterebbero puliti rispetto a contaminanti, ma dall'impatto di tipo fisico e meccanico, soprattutto per la torbidità, derivante dalla copertura di vaste aree di substrato. «Facciamo un esempio», semplifica il presidente, «se uno butta 350mila metri cubi di terra buona su una prateria, quella vegetazione soffrirà o addirittura morirà solo perché viene ricoperta impedendo tutti i normali processi ecologici per diverso tempo». La stessa cosa potrebbe accadere in mare.

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