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Data: 14/02/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Verso il voto del 4 marzo - La pattuglia dei reduci metà ancora in corsa

PESCARA Come ne Il tango delle capinere, canzone di inizio Novecento che alludeva con sottile ironia al fascino della trasgressione, o nel salone delle feste de Il Gattopardo, dove le 18enni e i nuovi ricchi venivano introdotti nel mondo dell'alta aristocrazia con un giro di valzer. Un breve salto nel tempo, alle elezioni politiche del 2013, ripropone i nomi di qualche parlamentare abruzzese che in quella complicata tornata elettorale ce la fece a raggiungere lo scranno di Montecitorio o di Palazzo Madama e ora è pronto a riprovarci. Ma in uno scenario nuovo, dove tutto viene ancora una volta rimescolato: dai simboli dei partiti ai doppi (qualche volta tripli) cambi di campo. Per non parlare delle incognite nascoste in una legge elettorale che fa sparire i nomi dei candidati premier dalla scheda ma non i loro volti in tv.

CHI RITENTA Nel Partito democratico la grande novità è la scesa in campo del governatore Luciano D'Alfonso, numero uno nel proporzionale del Senato. Ma dei 7 parlamentari che avevano conquistato lo scranno nella precedente tornata elettorale (6 alla Camera e 1 al Senato), i reduci riproposti nelle liste per il voto del 4 marzo sono soltanto 3: la senatrice aquilana Stefania Pezzopane, dirottata nel collegio proporzionale della Camera L'Aquila-Teramo e i deputati pescaresi Gianluca Fusilli (terzo posto nel listino del Senato) e Antonio Castricone, che correrà invece nel collegio uninominale della Camera. Gli altri 4 parlamentari eletti nel 2013, o hanno imboccato strade più autorevoli, come Giovanni Legnini (salito ai vertici del Csm) o hanno dovuto rinunciare alla candidatura per volontà propria o cause di forza maggiore. Tra questi, il teramano Tommaso Ginoble, le deputate Maria Amato e Vittoria D'Incecco, il paracadutato Yoram Gutgeld, consigliere economico di Matteo Renzi, di cui è però difficile trovare qualche traccia del suo passaggio in Abruzzo.
Nel Pdl, il partito di Berlusconi tornato nel frattempo al marchio di fabbrica di Forza Italia, c'è forse da registrare il mutamento di pelle maggiore in questi cinque anni, e non solo per quel che riguardo il simbolo del partito. Nel 2013 i parlamentari eletti furono anche qui 7 (3 alla Camera e 4 al Senato), ma a ben vedere l'unica superstite di quel gruppo è la senatrice sulmonese Paola Pelino, candidata questa volta nel proporzionale della Camera. Un altro nome che torna è quello dell'ex ministro per le Riforme Gaetano Quagliariello, anche lui eletto nelle liste del Pdl nel 2013, ma poi transitato prima nel Ncd di Angelino Alfano e oggi leader e fondatore del movimento Idea, che lo vede alleato del centrodestra e candidato nell'uninominale del Senato (cartello Noi con l'Italia).
Di quella pattuglia di parlamentari uscenti del Pdl c'è anche la senatrice Federica Chiavaroli. Il suo è stato a dir poco un quinquennio tumultuoso quanto esaltante sul piano personale: prima il passaggio nel Ncd, di cui diventa vice capogruppo a Palazzo Madama per poi assumere due volte la carica di sottosegretario: nel governo Renzi e in quello Gentiloni (ministero della Giustizia). Infine il passaggio nel nuovo partito di Beatrice Lorenzin, Civica popolare, con cui la Chiavaroli è candidata in Abruzzo ma a sostegno della coalizione del centrosinistra. Fuori dai giochi, invece, gli altri parlamentari uscenti del Pdl, come il deputato teatino Fabrizio Di Stefano, Filippo Piccone e Paolo Tancredi, gli ultimi due transitati nel frattempo nell'ex partito di Alfano. L'altro grande escluso è Antonio Razzi, che ha lasciato più tracce nalla tv di intrattenimento che nella commissione Esteri di Palazzo Madama, ma che qualcuno rimpiange già per la disarmante autoironia.

LISTA MONTI Un altro reduce delle precedenti elezioni politiche è il deputato della ex Lista Monti Giulio Sottanelli, oggi candidato nel proporzionale del Senato (postazione n.1) con Noi per l'Italia, a sostegno del centrodestra. Nel M5S sono invece 4 su 5 i parlamentari uscenti nuovamente in corsa per le elezioni di marzo. Si tratta dei deputati Gianluca Vacca, Andrea Colletti, Daniele Del Grosso e del senatore Gianluca Castaldi. L'unica ad avere rinunciato alla candidatura bis è l'altra senatrice dei 5 stelle, Enza Blundo. Da segnalare che nel movimento di Beppe Grillo e Luigi di Maio c'è da rispettare il vincolo dei due mandati, invalicabile a norma di statuto. Per i quattro, in caso di elezione, si tratterà dunque dell'ultima esperienza in Parlamento. Dei 21 uscenti (lo stesso numero di seggi assegnato all'Abruzzo anche con il Rosatellum), quelli riproposti nelle liste dai vari partiti sono dunque 11, quasi la metà, ma non tutti in posizione eleggibile e con percorsi diversi, a volte accidentati e avventurosi per potersi guadagnare un posto al sole.

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