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Data: 14/02/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Grillini, cinque anni fa la nascita del terzo polo

PESCARA Le lezioni politiche del 2013 saranno ricordate anche in Abruzzo non solo come quelle del no al governo dei professori e dell'austerità, ma anche per la nascita del cosiddetto terzo polo. Il movimento di Beppe Grillo risultò addirittura secondo alla Camera, con il 28,4%, dietro di una incollatura alla coalizione di centrodestra che aveva come candidato premier Silvio Berlusconi (29,5%) e addirittura avanti a quella di centrosinistra capeggiata da Pier Luigi Bersani (26,2%). Era ancora l'epoca del maggioritario, del post governo Monti, il tecnico spedito a Palazzo Chigi dal Quirinale per salvare lo spread, che sfidò tutti alle urne con una propria lista (Scelta civica) non particolarmente fortunata in Abruzzo: il 6,4% di consensi raccolto alla Camera dei deputati (8,9 al Senato) e un solo parlamentare eletto. Anche in quella occasione la sinistra si presentò divisa agli elettori: da un parte la coalizione formata da Pd, Sel (il partito di Nichi Vendola) e il Centro democratico di Bruno Tabacci. Dall'altro il cartello che faceva capo al magistrato siciliano Antonio Ingroia, che raccolse 2,6% dei consensi alla Camera (il 3,3 al Senato), senza eleggere alcun parlamentare. La coalizione di centrodestra contava invece su un raggruppamento affollato di simboli: Popolo delle Libertà, Fratelli d'Italia. La Destra, Intesa Popolare, Grande Sud-Mpa, Lega Nord. A fare il pieno (3 deputati e 4 senatori) fu però solo il partito di Berlusconi. Altri 7 parlamentari furono eletti dal Pd; uno (Gianni Melilla) da Sinistra ecologia e libertà. La novità di quella tornata elettorale fu tuttavia rappresentata proprio dal M5S che riuscì a portare a Roma 5 parlamentari abruzzesi, sancendo così la nascita del sistema tripolare che farà sentire i suoi effetti anche alle successive elezioni regionali del 2014. Nel voto per il Senato, il risultato delle urne non si discostò molto da quello della Camera. Il centrosinistra raccolse il 28,1 dei consensi, il centrodestra il 29,6, il M5S risultò addirittura primo con il 29,9, raccogliendo la preferenza di 232.542 elettori. L'altro dato da sottolineare è la crescita del partito dell'astensione. Alle politiche del 2008, gli abruzzesi che si erano recati alle urne erano stati l'80,95% degli aventi diritto al voto, per scendere al 75,92% nel 2013. Una emorragia che non sembra arrestarsi come certificato dagli ultimi sondaggi. C'è poi l'incognita della nuova legge elettorale ad aprire altri scenari inesplorati rispetto alle precedenti elezioni politiche. Un sistema più semplice, per l'elettore, nel meccanismo di voto ma più complicata per quel che riguarda la distribuzione dei seggi: il 64% assegnato con il metodo proporzionale e il restante 36% con gli scontri diretti nei collegi uninominali. Chi corre da solo ha poi di fronte a sé lo spauracchio della soglia di sbarramento al 3%.

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