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Data: 14/02/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Rimborsi, dieci nomi nella lista sotto accusa Ora M5S perde pezzi. Quei versamenti solo dopo la denuncia tv Il No Tav: «Problemi finanziari, ho sbagliato»

ROMA Per Luigi Di Maio questa storia sarà un «boomerang» che si ritorcerà contro gli altri partiti. Ma intanto nel giorno in cui l'eurodeputato David Borrelli, esponente di primo piano del Movimento e dell'associazione Rousseau, lascia il M5S, le liste di Di Maio perdono pezzi. Cinque parlamentari uscenti, di cui quattro candidati sono fuori dal M5S. Bel problema se e quando verranno rieletti. Ma non ci sta, il giovane capo dei 5Stelle, a farsi inchiodare dagli altri leader sulla croce delle mancate restituzioni di qualche parlamentare del Movimento.
ELENCO
E in soccorso arriva anche Beppe Grillo, a Roma per qualche ora. Poi, al ritorno, registra un video: «In fondo - dice - abbiamo donato 23 invece di 24. Ma dovete capire che queste dieci, dodici persone, chi sono non lo so, hanno una malattia che si chiama Sindrome Compulsiva di Donazione Retroattiva ed io la conosco bene questa sindrome perché colpisce anche molti genovesi. Ci siamo rimasti male, voglio dire, anche io ci sono rimasto male, tanti attivisti ci sono rimasti male, vorrebbero andare sotto casa di questi e far casino, lasciate stare». Di Maio stamattina si recherà al Mef per chiedere un elenco più dettagliato dei versamenti. Ci sono cinque infedeli già ammessi dal M5S: Andrea Cecconi, Carlo Martelli, Maurizio Buccarella, Ivan Della Valle, Emanuele Cozzolino che annunciano di lasciare il M5S e altri cinque rivelati ieri sera dalle Iene. «La stragrande maggioranza è in regola», ricorda però Di Maio. Di prima mattina si presenta allo sportello bancario di Montecitorio in compagnia dell'inviato delle Iene e mostra le sue donazioni: in 5 anni 193.000 euro rimborsati e 177.000 da rinuncia a indennità da vicepresidente.
Ma gli autori dell'inchiesta a fine giornata parlano anche di Silvia Benedetti, Massimiliano Bernini, Elisa Bulgarelli, Giulia Sarti e Barbara Lezzi che avrebbero «falsificato le restituzioni». E sarebbero solo «i primi nomi». In serata, però molti di loro, a partire da Massimiliano Bernini, che ha 334 mila euro di restituzioni fresche, annunciano querela. Mentre dal Mef frenano sulla pubblicazione dei tabulati perché deve espressamente esserci il consenso di tutti i coinvolti. Per chi ha «tradito» Di Maio conferma il pugno duro e prepara il modulo di rinuncia all'elezione, quello fatto firmare a Dessì: «Saranno cacciati» ripete. Provocando la corsa agli sportelli. Non tutti però sono stati richiamati a fornire le pezze d'appoggio: i controlli sarebbero stati richiesti solo per quelli sospetti. Tra questi c'è la senatrice Barbara Lezzi che si salva in corner: chiarisce che ha un solo bonifico non andato a buon fine «presumibilmente per carenza di fondi» e colmato con un nuovo versamento «che ho provveduto ad eseguire questa mattina». Così si giustifica anche la Benedetti. Bannati su Fb invece i primi tre parlamentari che non hanno saputo giustificare i loro ammanchi: se ne accorge il dem Michele Anzaldi: «Le pagine facebook di Cecconi, Martelli e Buccarella sono scomparse».
Si corre sommessamente ai ripari: «È evidente che al prossimo giro dovremo creare un fondo intermedio per fare un controllo ulteriore e per verificare l'entrata di questi fondi che restituiamo», annuncia Alessandro Di Battista a Di Martedì su La7.

Quei versamenti solo dopo la denuncia tv Il No Tav: «Problemi finanziari, ho sbagliato»

Dopo il terremoto, il panico. Il caso rimborsi irrompe nelle chat dei parlamentari grillini. Alcuni temono di fare la fine di Cecconi, Martelli e Bucarella, altri alzano già bandiera bianca. È il caso del deputato uscente Ivan Della Valle, che secondo il sito tirendiconto.it aveva fatto l'ultimo versamento relativo a ottobre soltanto a dicembre. Ammesse le irregolarità sui bonifici, Della Valle ha affidato a Facebook l'addio al Movimento: «Non mi soffermo sui problemi finanziari e personali che mi hanno portato a tutto questo, non sono scusanti», sono state le sue parole di congedo.
Giornata nera anche per Emanuele Cozzolino, deputato uscente ricandidato in Veneto allontanato anche lui dai Cinque Stelle. Il versamento relativo a dicembre risulta effettuato sul sito grillino a gennaio. Ma anche se Cozzolino parla sui social di un «errore fatto in assoluta buona fede», si dice «pronto a fare un passo indietro». Barbara Lezzi, come Silvia Benedetti, spiega che il bonifico «non è andato a buon fine presumibilmente per carenza di fondi».
Al netto di ritardi, problemi tecnici e questioni personali, c'è comunque una certezza. Sulla base dei dati che emergono datirendiconto.it, saranno molte le ombre che i grillini dovranno dissipare. A partire da Di Maio, che forse distratto dalla campagna elettorale ha bonificato soltanto il 9 febbraio le restituzioni di settembre, ottobre e novembre e dicembre. A scandalo già scoppiato. Curioso anche il caso della senatrice catanese Bertorotta, che ha saldato la restituzione relativa a novembre solo ieri, ma non ancora quella di dicembre. E tutto da valutare anche il fascicolo Giulia Sarti già squadernato dalle Iene: i suoi pagamenti sono fermi alla restituzione di ottobre, ma dal bonifico pubblicato non è possibile risalire alla data di esecuzione, così come per i mesi di luglio agosto e settembre. E solo a scandalo scoppiato, il 5 febbraio, ha provveduto a saldare i mesi di ottobre, novembre e dicembre anche la deputata Dalila Nesci. Idem per il ricandidato alla Camera Federico D'Incà, che risulta essersi messo in regola il 7 febbraio.
Nel mirino anche il nome di Francesco D'Uva: in teoria dicembre lo avrebbe pagato, ma nella ricevuta manca la firma dell'ordinante. «Sicuramente si tratta di una quota minimale di persone che hanno fatto in maniera scorretta il bonifico», ha detto ieri Carla Ruocco a proposito dell'affaire rimborsi. Ma secondo quanto emerge da tirendiconto, tra i ritardatari figura anche l'ex membro del direttorio, che ha saldato novembre e dicembre soltanto il 12 febbraio. «Le mie restituzioni sono aggiornate a novembre ha detto ieri la candidata governatrice Roberta Lombardi - manca il mese di dicembre per il quale sto finendo le rendicontazioni».
GRANDE SLAM
Singolare il grande slam della deputata uscente Vega Colonnese: ferma ad agosto 2017, ha saldato marzo, aprile, maggio,giugno luglio e agosto in un'unica soluzione con un bonifico ad ottobre. Risultano bloccati alla casella di agosto anche i versamenti dell'ex membro del direttorio Carlo Sibilia, che secondo il sito grillino ha pagato le restituzioni di luglio e agosto a novembre. Ai Cinque Stelle il compito di fare chiarezza.

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