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Data: 14/02/2018
Testata giornalistica: Clickmobility
14 Convegno Asstra: presentata la ricerca sullo stato di salute del Tpl

Presentata nella giornata conlusiva del 14° Convegno Nazionale la ricerca realizzata da Asstra, Intesa San Paolo e Fondazione Ifel-Anci, sullo stato di saluto del Tpl

La riforma Madia non produrrà signifi cativi tagli nelle società di trasporto pubblico locale partecipate dai comuni. Su 94 società solo 13 infatti fi nirebbero sotto la tagliola del nuovo Testo unico (dlgs 175/2016). Quattro società dovranno essere razionalizzate in quanto «scatole vuote» (ossia società senza dipendenti o con un numero di dipendenti inferiore ai componenti del cda), due hanno un fatturato non superiore a 500.000 euro nel triennio 2014-2016 (la soglia minima di sopravvivenza prevista dal T.u.) e le restanti nove hanno subìto perdite in almeno 4 degli ultimi 5 esercizi. Oltre l'80% delle partecipate comunali è in utile (72 società) anche se le perdite registrate nel 2016 dalla minoranza di aziende con i conti in rosso (221 milioni di euro) supera abbondantemente i risultati positivi (112,3 milioni).

Questi, in sintesi, i risultati emersi dalla ricerca realizzata da Asstra, Intesa San Paolo e Fondazione Ifel-Anci, presentata nella giornata conclusiva del 14esimo Convegno nazionale Asstra e pubblicata sul sito istituzionale dell'associazione che riunisce gli operatori del tpl in Italia, sullo stato di salute del trasporto pubblico nel nostro paese.


L'indagine , dunque, conferma il buono stato di salute delle aziende del trasporto pubblico locale che nel 2016 (ultimo orizzonte temporale di rilevazione della ricerca) hanno chiuso il bilancio in utile nell'87% dei casi. La ricerca rivela che nel 2009 solo il 54% aveva i conti in attivo.


Il miglioramento delle performance va ascritto a due ordini di ragioni: migliore gestione industriale delle imprese e riduzione del costo del lavoro. Tra il 2009 e il 2016 il margine operativo lordo è passato dal 5,4% all'8,1% a livello mediano, mentre il risultato netto del comparto sul valore della produzione a livello mediano nel 2016 è stato pari all'1,4%. Nel 2009 era pari allo 0,1%.


Nel 2016 il valore della produzione per dipendente è risultato superiore a 88.600 euro per metà delle imprese. Le aziende migliori hanno registrato un valore della produzione per dipendente superiore a 109.000 euro. Rispetto al 2009 la produzione per addetto ha registrato una crescita di oltre 10.000 euro. Sul fronte del personale, il blocco del turnover e la rivisitazione della contrattazione di secondo livello hanno fatto scendere l'incidenza del costo del lavoro dal 54,5% sul valore della produzione al 50% a livello mediano. Una riduzione di quasi 5 punti percentuali che ha avuto un impatto considerevole sui conti delle aziende.


A questi elementi strutturali si è poi aggiunta la favorevole dinamica del costo dei carburanti che, dopo il picco del 2012, si è ridotto progressivamente. Nonostante questi numeri positivi, l'indagina registra che non è migliorata la propensione delle imprese ad investire: nel 2009 le imprese realizzavano una spesa per investimenti materiali pari a circa l'8% del valore della produzione a livello mediano, nel 2012 e nel 2016 l'incidenza di tale tipologia di spesa è scesa a circa il 5%.


A investire sono soprattutto le imprese di grandi dimensioni, mentre quelle medio-piccole fanno più fatica. Restringendo l'analisi alle partecipate dagli enti locali (114 in totale di cui 94 partecipate dai comuni), l'indagine evidenzia la buona gestione da parte delle amministrazioni territoriali: aumentano i passeggeri trasportati (+1,3%), si riducono i costi operativi per km (-1,89%), ma anche il numero di mezzi (-1,6%) e la forza lavoro (-1,1% degli addetti). In particolare, le 89 società comunali (su 94) che hanno comunicato i dati di bilancio 2016 hanno registrato un costo medio del personale pari a 45.891 euro (inferiore a quello del complesso delle partecipate pari a 53.910 euro). Al 2016 gli addetti impiegati dai comuni ammontavano a 47.093 con un costo del lavoro sul valore della produzione pari a circa il 48%.

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