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Pescara, 24/11/2024
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Data: 15/02/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
La svolta di Berlusconi: se c'è stallo si torna al voto senza cambiare la legge

ROMA In caso di pareggio «si torni a votare al più presto» con questa legge elettorale. Ecco la road map di Silvio Berlusconi nel caso di uno stallo post-voto. FI rimarrebbe alla finestra, «non tocca a noi trovare una soluzione, in quel caso sarà il Capo dello Stato a sbrogliare la matassa», il ragionamento del Cavaliere, «il Rosatellum è un punto di sintesi».
FATTORE NUMERI
Altra cosa se ci dovesse essere una maggioranza di centrodestra risicata. I vertici azzurri ritengono che qualora arrivasse l'indicazione da parte di Mattarella di formare un governo altri deputati e senatori si aggiungerebbero in Parlamento. Ma l'ex premier, ieri protagonista di uno show alla Coldiretti e nel salotto di Bruno Vespa, con il rispolvero della scrivania del 2001 con cui siglò il Patto con gli italiani, è convinto che la coalizione possa ottenere un ampio margine alle urne. E, a detta dell'ex presidente del Consiglio, non è affatto un problema trovare chi la guiderebbe da palazzo Chigi. «Non ho ancora fatto il nome perché aspetto il suo ok. Lo dirò prima del 4 marzo, è il miglior candidato premier possibile».
L'ipotesi numero uno resta quella di Tajani. La carta del presidente del Parlamento europeo potrebbe essere spesa, soprattutto qualora ci fosse la possibilità di avere una ampia maggioranza. «Ma che il sentiero sia stretto o largo ci proveremo comunque», garantiscono da FI. Le piste che portano a Gianni Letta o a Frattini sono meno battute. Il piano B è quella di un esponente che proviene dal mondo del lavoro, «dalla trincea delle professioni», ha spiegato l'ex premier ai suoi.
L'IDENTIKIT
«Una figura alla Marchionne», l'identikit. Inutile che Meloni vada in pressing. Anche sulla firma del patto anti-inciucio. Il Cavaliere non si farà tirare la giacchetta: «Tra alleati ha rimarcato - occorre avere fiducia. Nel 2001 non fu possibile mantenere le promesse fatte, ora, invece, c'è un'alleanza forte». Ed è per questo motivo che Berlusconi ha firmato ieri in pompa magna un nuovo impegno con i cittadini.
Il siparietto con Vespa è simile a quello di 17 anni fa. Lo scopo questa volta è portare alla fine della legislatura il dato della disoccupazione sotto la media europea. «Lavorerò al fianco del presidente del Consiglio per produrre posti di lavoro», promette solennemente. Taglio della spesa pubblica, nessuna imposta per sei anni per le aziende che assumeranno giovani disoccupati (anche se «molti si svegliano tardi, vanno in discoteca e perdono tempo davanti al Pc») fino a 35 anni le coordinate fornite dall'ex premier che frena sulla cifra di mille euro alle mamme, «dobbiamo approfondire la misura con gli alleati». L'idea («intervento-choc) sull'occupazione, è trasformare tutti i contratti dei giovani a tempo determinato in posti fissi e nessuna imposta sul lavoro per i primi tre anni ed i successivi sei se assume un giovane. Per Berlusconi però il punto di forza sarà la flat tax, grazie alla quale sarà possibile vedere chi paga le tasse e sarà «naturale» arrivare anche all'inasprimento delle pene per chi evade. L'obiettivo è avere almeno 296 deputati per poi raccogliere tra i centristi del Pd un gruppo di stabilizzatori, contando che la Lega possa attrarre qualche grillino eletto ma deluso dal caso Rimborsopoli.
Siparietto finale: «Sono riuscito a forzare la disciplina del dottor Vespa- dice l'ex premier in piedi accanto al conduttore - ma se lei continua così, a farmi solo obiezioni, non so se continuerà a lavorare in Rai se noi dovessimo prevalere...». Vespa replica: «Ma tanto io andrò in pensione». E Berlusconi: «No, magari viene a Mediaset».

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