L'AQUILA - Nessuna alleanza di vecchio stampo, ma un appello ai partiti a convergere su tempi e ministri, qualora il Movimento cinque stelle non dovesse raggiungere la maggioranza dei seggi in Parlamento con le elezioni del 4 marzo prossimo.
Lo ribadisce la consigliera regionale Sara Marcozzi, responsabile della campagna elettorale in Abruzzo, che ad AbruzzoWeb rivendica la democraticità con cui sono stati scelti i candidati, nonostante il malfunzionamento della piattaforma informatica che ha impedito a molti di votare alle consultazioni online.
E annuncia, "siamo pronti a governare la Regione", dopo che con il governo del presidente Luciano D'Alfonso "negli ultimi tre anni e mezzo abbiamo perso oltre 15.000 posti di lavoro".
Marcozzi, la partita in Abruzzo sembra essere tra Movimento cinque stelle e centrodestra. Quanto sentite il peso di questa responsabilità?
Il Pd è fuori dai giochi, alcuni sondaggi lo vedono addirittura sotto la soglia del 20% di consensi. Un risultato anche troppo lusinghiero se consideriamo le scellerate scelte intraprese da Renzi e, a livello regionale, dal presidente D'Alfonso. Il centrodestra è un insieme indefinito di partiti che nulla hanno in comune e che si dividono su temi importanti come l'Europa, le pensioni, le tasse, l'ambiente e la tutela del mondo animale. Un'ammucchiata che manca di visione condivisa per il futuro del nostro Paese. Tutti i sondaggi vedono il M5S in crescita, in grande crescita in Abruzzo e, se riusciremo a convicere gli ultimi indecisi, potremmo aggiudicarci 6 collegi uninominali su 7. Credo, con molta umiltà, che gli abruzzesi abbiano riconosciuto il lavoro che abbiamo fatto in questi anni e ce ne riconosceranno i meriti. Il senso di responsabilità è grande ma è altrettanto grande la consapevolezza di saper governare nel solo interesse dei cittadini italiani.
I sondaggi e le simulazioni più accreditate, tuttavia, sembrano indicare come unica via quella di un governo Pd-Forza Italia. Il M5s continua ad essere dell'idea di non stringere alcuna alleanza?
Luigi Di Maio ha ribadito chiaramente che se il giorno dopo le elezioni il Movimento 5 stelle non dovesse raggiungere la maggioranza dei seggi, farà un appello pubblico e trasparente a tutte le forze politiche invitandole a convergere sui temi e sulla squadra di governo presentata dal Movimento, senza alcun tipo di alleanze di vecchio stampo, inciuci o scambi di poltrone di governo. In quell’occasione i partiti dovranno dimostrare agli italiani se stanno dalla parte dei cittadini o dalla parte della poltrona.
Le candidature a Camera e Senato hanno lasciato l'amaro in bocca a molti. Il sistema informatico è risultato inaccessibile per giorni e c'è chi non è riuscito a votare. Queste falle unite al fatto che i candidati nei collegi uninominali sono stati scelti al livello verticistico, alla fine hanno dato l'idea che anche nel Movimento cinque stelle c'è una stretta cerchia di persone che decide. È così?
Abbiamo avuto dei rallentamenti sulla piattaforma dovuti alla grande partecipazione nei giorni delle parlamentarie. Gli altri partiti scelgono i propri candidati nelle segrete stanze delle segreterie con parametri non meglio identificati tra cui, a quanto si dice, ricchi contributi economici al partito. I nostri candidati sono stati scelti liberamente da decine di migliaia di persone.
La candidatura al Senato del presidente della Regione Luciano D'Alfonso avvicina l'appuntamento elettorale regionale. Il Movimento cinque stelle come si prepara?
Siamo pronti a governare la regione nell'interesse degli abruzzesi. Non la abbandoneremo prematuramente come sta facendo il presidente D'Alfonso. Stiamo già da tempo lavorando a progetti concreti. Interventi che avranno una visione del territorio a venti anni e che non limiteranno l'orizzonte - come avviene per gli altri partiti - alla prossima ri-elezione. In questi anni abbiamo imparato il funzionamento della macchina amministrativa della Regione e depositato centinaia di proposte per migliorare la vita degli abruzzesi. Sono certa che al governo di questa regione riusciremo davvero a incidere su quelle scelte che gli abruzzesi attendono da anni.
Che Abruzzo lascia il governo di centrosinistra?
Una regione disastrata. Negli ultimi tre anni e mezzo abbiamo perso oltre 15.000 posti di lavoro, 11 mila abruzzesi hanno deciso di lasciare l'Abruzzo per tentare fortuna altrove e il saldo fra nuove imprese e cancellazioni è negativo: - 2.425 imprese. A questo si aggiunga la disastrosa situazione dei conti con oltre 800 milioni di euro di debiti, ospedali minori chiusi e servizi in campo sanitario al collasso. Decine e decine di siti che attendo di essere bonificati e fiumi e mare fortemente compromessi. Insomma, una regione lontana, molto lontana dalle promesse che il presidente D'Alfonso millantava in campagna elettorale.
Ricostruzione al palo, tribunali minori nel limbo, ambiente da tutelare, attrattività turistica, collegamenti. Qual è la priorità delle priorità per l'Abruzzo?
La priorità è certamente il lavoro. Il rilancio dell'occupazione può essere ricercato in nuovi strumenti: delle bonifiche ambientali, al riefficentamento energetico degli immobili, alla ricerca e allo snellimento della burocrazia. Investire sul turismo e sui servizi sanitari. Abbiamo grandi progetti per questa regione, dobbiamo solo avere fiducia da parte dei cittadini e in questi anni abbiamo costruito una fitta rete di grandi personalità che ci aiuteranno in questo arduo compito.