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Data: 17/02/2018
Testata giornalistica: Prima da Noi
Cotir, Tribunale accoglie ricorso dipendenti licenziati: «devono essere reintegrati». In 14 si erano rivolti al giudice. E’ stato verificato dal Tribunale competente il non rispetto della Legge Madia

VASTO. Il Tribunale di Vasto con la sentenza RG n. 425/2017, pubblicata oggi, ha provveduto a riconoscere la validità dell’istanza presentata dai lavoratori del Cotir contro la Regione Abruzzo.

I lavoratori del Cotir, per esecuzione della sentenza, dovranno essere reintegrati. E’ stato verificato dal Tribunale competente il non rispetto della Legge Madia.

«E’ stato certificato il fallimento dell’azione politica di D’Alfonso e Pepe che hanno umiliato il mondo della ricerca. I lavoratori del settore finalmente hanno avuto la loro rivalsa», commenta Mauro Febbo, Presidente della Commissione di Vigilanza della Regione Abruzzo che ha reso noto la sentenza.

«Si tratta di una giusta e dovuta bocciatura per la linea politica adottata da D’Alfonso e Pepe artefici di questi danni che oggi sono impegnati in una campagna elettorale nel tentativo di un più tranquillo approdo a Roma per fuggire dai problemi che hanno creato».

La causa di lavoro era stata intentata da 14 dipendenti assunti al consorzio dopo aver vinto un concorso. La causa è stata intentata contro la Regione per il riconoscimento giuridico della qualifica di dipendenti pubblici.
Dopo la chiusura in 27 erano stati licenziati in tronco, informati con una lettera dal collegio dei liquidatori.

Messaggio chiaro: «la società è impossibilitata a proseguire la forza lavoro aziendale. Il bilancio di liquidazione evidenzia una perdita di 667.668 euro, un fatturato di 558.593 euro e un costo del lavoro di 1.028.556 euro».

Il debito per il personale ammontava, invece, a quasi un milione di euro.

Quella dei lavoratori del Cotir è stata una vera e propria odissea cominciata nel 2012 con il mancato contributo ordinario necessario da parte della Regione per le attività di ricerca per il 2013.

Poi nel 2014 i dipendenti protestarono, salendo sul tetto, per chiedere un anno di stipendi arretrati.

Per anni sono andate avanti manifestazione di protesta, contestazioni e richieste di aiuto. Dopo rassicurazioni più o meno incisive è arrivata la chiusura.

Per chi ha deciso di portare avanti la battaglia in tribunale è arrivata una prima vittoria.

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