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Pescara, 24/07/2024
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Data: 18/02/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Dalla Toscana arriva Rossi «Qui c'è voglia di sinistra». Il presidente, tra i fondatori di Leu, al Pd e Renzi: mi auguro un riavvicinamento. E dà una bordata ai 5 Stelle: «Loro fanno proposte infondate o non realistiche»

PESCARA «C'è voglia di sinistra, in Italia, e il nostro obiettivo è mandare in Parlamento una pattuglia numerosa di deputati e senatori di Leu, dopo che il Pd si è spostato verso il centrodestra, lasciando senza riferimenti un popolo deluso, al quale ci rivolgiamo per ricostruire». Giustizia sociale, welfare, lavoro, sanità, immigrazione: sono questi, e altri, i temi del lungo tour abruzzese di Enrico Rossi, presidente della Regione Toscana, ieri alla redazione del quotidiano il Centro prima di ripartire per Alba Adriatica, per fare endorsement ai candidati di Liberi e uguali.Presidente, come vede questa campagna elettorale, che clima c'è in giro?«Vedo che ci sono partecipazione e militanza dietro Leu. Ovunque facciamo riunioni, assemblee, mi sembra ci sia un clima positivo, si vedono gli occhi delle persone brillare. I sondaggi ci danno ancora a un livello insoddisfacente, ma penso che nelle ultime settimane riusciremo a recuperare. Lavoreremo per prendere voti».Con quali proposte? «In Italia c'è bisogno di un programma di giustizia sociale, di ridistribuire la ricchezza, di investimenti. All'opposto di quanto fatto finora e di quello che propongono un po' tutti i partiti, dalle tasse piatte alle politiche di riduzione della spesa pubblica, le stesse che hanno portato ad accentuare la crisi piuttosto che risolverla. Bisogna ricostruire un sistema di diritti del lavoro, dopo il jobs act, i voucher, tolti e poi rimessi. Stiamo creando generazioni intere di infelici che non avranno una pensione». A proposito di pensioni, vogliamo parlare delle ultime riforme?«Penso che si dovrebbe correggere l'innalzamento dell'età pensionistica. Siamo il Paese europeo dove si va in pensione più tardi, il Paese nel quale ci sono circa 33mila pensioni, come mi pare abbia detto Boeri (il presidente dell'Inps, ndr) che da sole costano tre miliardi. Nulla vieterebbe un tentativo di ridistribuzione all'interno di questo mondo». Sanità e liste di attesa?«La verità è ci sono tanti fattori che si intrecciano, nonostante quel che dice il governo nazionale avremo gli stessi finanziamenti dell'anno scorso. Mancano le risorse. In Italia siamo scesi sotto i 6,5 punti rispetto al Pil, e questo è considerato un punto critico. Per la sanità spendiamo circa 2.400 euro pro-capite, mentre la Francia e la Germania sono oltre i tremila e viaggiano verso i quattromila. E nonostante questo, c'è da dire che il sistema sanitario nazionale continua a fare miracoli».Quale potrebbe essere la soluzione?«Bisognerebbe investire un po' di più e togliere dalla sanità il sociale, bisognerebbe fare qualche assunzione, e rivedere anche la libera professione. Se la si deve tenere, la si compri pure, stando ben attenti che la misura sia adeguata». Che si aspetta dall'Abruzzo?«In Abruzzo ho tanti amici, tra i quali anche esponenti del centro cattolico democratico, persone di mezza età e qualche giovane che riprende passione. Ogni volta che facciamo le assemblee ritroviamo il cuore della vecchia sinistra. Certo, abbiamo iniziato ora. Il nostro avversario non è il Pd di Renzi, al momento le nostre politiche sono distanti, ma ci auguriamo che un giorno ci si possa incontrare e ricostruire una base programmatica diversa. Siamo la leva per ricostruire un centrosinistra tutto nuovo».Gentiloni sostiene ci sia bisogno di un governo stabile. È un'ipotesi realistica?«Da una parte c'è un centrodestra lanciatissimo, che sa fare leva anche attraverso la destra radicale e xenofoba sul sentimento contro l'immigrazione, molto creato ad arte. Dall'altra l'ipotesi di un governo stabile potrebbe essere un governo di larghe intese Pd-Fi, ma noi staremmo fuori. Leu non parteciperà a queste danze, siamo nati per starne fuori».E i cinque stelle?«I cinque stelle rubano il nostro spazio e si inseriscono nel filone della delusione dei ceti popolari, avanzando proposte a volte non fondate, a volte non sufficientemente realistiche. Alla fine nei programmi sono diventati molto moderati. Tacciono su immigrazione, sui diritti civili non si pronunciano, mi pare che i peggiori vizi di un partito pigliatutto cominciano ad averlo anche loro». Immigrazione e sicurezza, due temi cari alla destra...«Abbiamo circa 500mila irregolari in Italia. La Bonino aveva trovato una strada che avrebbe consentito di metterne a posto la metà. Se c'è una sinistra bisogna che faccia i conti con il razzismo. La pelle è sempre elemento ostativo, e ce lo ritroveremo per il prossimo mezzo secolo, se nel frattempo il mondo non esplode».

Quagliariello attacca D'Alfonso

Il senatore Gaetano Quagliariello, candidato del centrodestra al Senato nel collegio uninominale L'Aquila-Teramo, attacca il governatore Luciano D'Alfonso. «È senza pudore. Il problema della sua permanenza alla guida della Regione Abruzzo», dice, «risponde a profili etici e politici. Dopo aver scelto di abbandonare anzitempo l'incarico al quale i cittadini lo avevano designato, nel caso di elezione al Parlamento dovrebbe formalizzare la sua opzione alla prima seduta utile del Senato. Qualsiasi diversa condotta rivelerebbe una concezione proprietaria delle istituzioni e la sua considerazione della Regione Abruzzo alla stregua di una buvette, dove si consuma finché c'è convenienza politica e personale».

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