MILANO Chiarezza e concretezza, sulla scia dei governi di Regioni come la Lombardia. È questa la strada che Matteo Salvini, da qui al 4 marzo, vuole calcare con un duplice obiettivo: la vittoria del centrodestra e, all'interno della coalizione, la vittoria della Lega. Ospite del Forum live ANSA-Facebook, Salvini respinge qualsiasi ipotesi di partecipazione a un governo di larghe intese e dice «no» alla soluzione dell'esecutivo di unità nazionale: «Ci sono commenti irrispettosi per gli italiani su questo tema. Loro hanno le idee chiare, il centrodestra sarà forza di governo», sottolinea. Quella che disegna Salvini è una Lega dal respiro nazionale e non più nordista, più europeista di qualche mese fa e decisa a puntare su tre temi: pensioni, immigrazione e flat tax. E se la Lega andrà al governo il primo intervento sarà sulla legge Fornero, «l'emergenza è tornare a far circolare lavoro», spiega Salvini, secondo il quale alcuni aspetti del jobs act vanno cambiati e, sopratutto, serve intervenire sui voucher, la cui «eliminazione ha aumentato il lavoro nero». Di alleanze e responsabili Salvini non vuol sentirne parlare. «La gente non mi chiede le alchimie della legge elettorale, ma meno tasse e fuori i clandestini», sottolinea il leader leghista che ribadisce come sui flussi «bisogna chiudere i rubinetti». Mentre su flat tax e abolizione della Fornero assicura: «le coperture ci sono, sulla Fornero ho letto analisi preoccupate ma sono strasicuro che quanto negli ultimi anni ha avuto effetti disastrosi». E, a proposito di opinioni un pò critiche, Salvini si sofferma sul documento che Confindustria invierà a ciascun partito con le osservazioni sul programma. E attacca viale dell'Astronomia: «Temo che i vertici di Confindustria rappresentino sempre più se stessi e sempre meno il mondo dell'industria». Sull'eventualità di una propaganda social della Russia a favore di Lega e M5S e sui rapporti con Mosca, al centro anche dell'attenzione del Pd, Salvini, pur annunciando che una volta al governo eliminerà le sanzioni contro Putin, è netto: «Questa storia mi fa sorridere. Comunque, non ho mai preso una lira né da Putin né da Trump». È sull'Italia centrale che, invece, il leader della Lega sembra puntare. «Per Gentiloni il distacco dei sondaggi è colmabile? Io penso il contrario, il distacco tra centrodestra è altri sarà netto e la sorpresa sarà la Lega soprattutto nelle Regioni rosse», spiega, congedandosi con una scommessa: «Arriveremo al 20% in Regioni governate dalla sinistra da 50 anni dove i cittadini non ne possono più».