L'AQUILA L'impianto è stato messo in esercizio e tutta la documentazione è già nelle mani dell'Ustif. Ora tocca all'ufficio speciale del ministero dei Trasporti fissare la data per il collaudo, che si spera possa arrivare in settimana. Con il via libera ufficiale, la nuova seggiovia delle Fontari sarà pronta per entrare in funzione e potrà partire anche l'agognata stagione invernale della stazione sciistica di Campo Imperatore. Le immagini della seggiovia in movimento, durante i test che si stanno effettuando sul Gran Sasso, hanno scatenato sul web il dibattito sulla probabile data di inaugurazione. Una data che potrebbe essere ormai vicina, anche se il direttore degli impianti Marco Cordeschi preferisce non fare previsioni. Di certo sono in molti a rammaricarsi per il fatto che, comunque, la stagione partirà in ritardo.«Da alcuni giorni», spiega Cordeschi, «la seggiovia è stata messa in esercizio, cioè sta girando a vuoto per testarne la funzionalità. Tutta la documentazione necessaria è stata consegnata all'Ustif, a cui spetta fissare il collaudo. Speriamo vada tutto bene e che non ci siano osservazioni, da parte dell'organismo del ministero dei Trasporti deputato al collaudo. Conclusa la procedura, sarà il Comune a decidere la data di apertura della stazione. Noi abbiamo fatto la nostra parte, la ditta ha lavorato anche in condizioni proibitive e il cantiere è stato chiuso. Se non ci saranno intoppi», conclude Cordeschi, «sappiamo che sul Gran Sasso si può sciare anche fino a maggio e quindi la stagione, almeno in parte, si potrà recuperare».Due mesi sugli sci, con le piste in ottime condizioni, se li augurano gli appassionati della montagna aquilana, che nella maggior parte hanno già in tasca la stagionale finora inutilizzata, e gli operatori turistici del comprensorio, che mai come quest'anno hanno dovuto fare i conti con incassi praticamente azzerati. I lavori per la sostituzione della seggiovia sono partiti lo scorso 10 luglio, dopo un lunga fase di stallo legata all'iter di approvazione del progetto, tra ritardi, ricorsi e polemiche, e si sarebbero dovuti concludere dopo 180 giorni. Ma più volte il cantiere, nonostante l'impegno dell'Ati formata dalla Leitner di Vitipeno e dalla ditta bergamasca Toninelli, ha subìto rallentamenti, a causa del maltempo. L'opera, per circa 7 milioni di euro, è stato finanziata con i fondi Cipe per la ricostruzione.