ATRI«Si permettono di fare il comizio del Pd dove un anno fa hanno fatto i funerali di tre vittime di Rigopiano, è inaccettabile, ci devono guardare negli occhi». Giampaolo Matrone parla davanti alle telecamere del Tg1 nell'auditorium di Sant'Agostino, ad Atri, dove è arrivato con una rappresentanza del Comitato familiari vittime di Rigopiano ad aspettare il presidente della Regione Luciano D'Alfonso che, da programma, dovrebbe concludere un evento elettorale del Pd ma che alla fine del pomeriggio, però, non arriva.«Eravamo seduti in prima fila», riferisce Matrone con la foto della moglie Valentina tra le mani, «e tra i primi ad arrivare per il comizio sono stati Monticelli e un ragazzo bruno (il riferimento è probabilmente al candidato Pd alla Camera Sandro Mariani, ndr) che appena si è seduto davanti a noi ci ha fatto una foto e poi si è messo ad armeggiare e a parlare con il telefonino. E dopo cinque minuti hanno comunicato alla platea che D'Alfonso aveva avuto un contrattempo e che non sarebbe arrivato. Ma è chiaro che l'hanno avvisato, ci sono quelli di Rigopiano gli hanno detto, e D'Alfonso, che stava a Pineto, non si è presentato».Ma Matrone - che alla valanga di Rigopiano è sopravvissuto portandosi dietro un'invalidità perenne - e gli altri familiari delle vittime, la loro protesta l'hanno fatta lo stesso, gridandola all'interno dell'auditorium quando sono stati avvisati che il governatore non sarebbe andato ed anche ai microfoni del Tg1, una cui troupe evidentemente era stata avvertita. «Quel 18 gennaio non ci sono venuti a salvare, ci hanno lasciato morire come topi», dice ancora Matrone, «e adesso se ne vanno in giro a fare promesse. Ma le promesse ce le dovevano fare il giorno prima, e le dovevano mantenere, ci dovevano venire a prendere, e invece ci hanno prima scortati e poi sequestrati fino alla morte. E adesso vanno a fare pure un comizio dove si sono celebrati tre funerali di quelle vittime».D'Alfonso, a quanto pare, tornerà ad Atri per la campagna elettorale il 1° marzo e potrebbe di nuovo trovare i contestatori.