Esiste una guerra tra turismi, tra concetti diversi di vivere la montagna. In quest'ottica i sedici milioni di euro stanziati dalla Regione (attraverso vari canali) per il comprensorio Campo Felice Ovindoli, celebrati in pompa magna l'altro giorno, e ancor prima i fondi, più corposi, per Roccaraso, hanno sancito una profonda rottura (definitiva?) con il sistema Gran Sasso e in particolare con il suo Distretto turistico. Addirittura tale da provocare le dimissioni dall'organismo del vice presidente, il sindaco di Castel del Monte, Luciano Mucciante. «Dopo oltre due anni dal riconoscimento del Distretto turistico da parte del Ministero dei Beni e attività culturali scrive Mucciante in una lettera indirizzata al presidente, ai componenti del comitato e al vice presidente della giunta regionale, Giovanni Lolli , dalle continue e numerose riunioni per condividere lo sviluppo delle nostre aree interne, constato, mio malgrado, un forte riconoscimento e finanziamento sia infrastrutturale che culturale, a tanti comuni di altre aree regionali, costiere e montane, già strutturate al massimo. Purtroppo nella nostra area, l'unica rimasta intatta nelle sue bellezze naturali, non si riescono a ottenere i servizi minimi indispensabili per la sopravvivenza, figuriamoci per lo sviluppo turistico». Polemica rinfocolata anche da Stefano Cardelli, di #iovivoilgransasso: «Complimenti a Ovindoli, Rocca di Mezzo e Rocca di Cambio. Il Distretto turistico del Gran Sasso dopo tante difficoltà e dopo aver presentato un logo ha cessato di esistere nei fatti. La favola è finita. Sono finite le pratiche attendiste e interlocutorie. Ricominciamo da capo e avvertiamo che verso il nostro territorio si è manifestato un senso di indifferenza perché ritenuto erroneamente marginale. Non siamo contro i comprensori sciistici favoriti, quelli dello sci da discesa, ma non possiamo certo condividere il concetto di uno sviluppo infinito di un turismo di massa».
Critiche che sono giunte anche a uno dei maggiori sostenitori dello sviluppo montano, il consigliere regionale Pierpaolo Pietrucci: «Utile è anche rispondere a osservazioni sollevate da taluni (che ne studiano ne si informano), che dicono Al Gran Sasso niente. Non è vero, per la montagna degli aquilani le risorse stanziate ammontano nel periodo recente a quaranta milioni di euro e se ne sono stati spesi solo una parte dipende dalla burocrazia e dei vincoli, in primo luogo perché c'è da completare l'intesa sul Piano del Parco che coinvolge i Comuni del Lazio, tra cui Amatrice. Da parte mia, ho sempre sostenuto per quanto necessario la necessità della ragionevolezza dei vincoli, arrivando anche a sostenere l'iniziativa popolare sulla riperimetrazione dei Sic. Sono arrivati finanziamenti e progetti importanti come le piste ciclabili, il rifacimento della sentieristica, la legge Reasta, la legge sul Free Ride. Tutti elementi di una vision che punta a una fruizione continuativa, tutto l'anno. Che ci siano polemiche sterili e create sulla base di non si sa cosa suscita amarezza, ma di certo non costituisce un disincentivo».