Nessun ospedale condiviso. Il Dea di II livello con i punti di eccellenza per curare cuore, ictus e traumi alle ossa, deve avere una sede unica. Chieti, quindi, deve cedere a Pescara il suo Polo Cardiochirurgico, costato la bellezza di 50 milioni di euro e inaugurato nel 2015 dopo oltre undici anni di attesa. Chiedono questo le 23 associazioni pescaresi, composte da primari dello Spirito Santo e da rappresentanti del terzo settore, che hanno convocato, per oggi pomeriggio, nella sala dei Marmi della Provincia di Pescara, i candidati abruzzesi alla Camera e al Senato. Lo scontro sul super ospedale più grande d’Abruzzo piomba così sulle elezioni. La riunione è la diretta conseguenza di una delibera, approvata dalla giunta regionale due settimane fa, che nomina la commissione del Dea di II livello Chieti e Pescara composta da primari e manager della due Asl che dovranno, nel giro di un mese, concretizzare il piano operativo di quello che, secondo l’assessore regionale alla Sanità, Silvio Paolucci, sarà un ospedale condiviso tra i due capoluoghi. La logica seguita dalla Regione è racchiusa proprio in quell’enorme struttura, dedicata al cuore, di cui Chieti è dotata e che non può essere trasferita a Pescara, tant’è che in un’altra delibera di giunta regionale, anch’essa molto recente, viene inibita qualunque attività di cardiologia interventistica all’ospedale di Pescara. Ma il comitato di difesa dello Spirito Santo non ci sta. Sono due i temi dell’incontro di oggi, spiega Antonio Ciofani della Consulta clinica: la programmazione del Dea di II livello e il finanziamento della Asl di Pescara L’appuntamento è per le 15,30. «Nei due incontri del 2017 degli Stati generali della sanità», continua Ciofani, «sono emersi questi due temi essenziali per i cittadini e la società civile: la localizzazione e la operatività del Dea (Dipartimento emergenza accettazione) di II livello dell’area Pescara – Chieti, struttura salvavita che, per definizione e normativa, deve situarsi nella sua interezza in un unico presidio ospedaliero per evitare pericolosi trasporti dei pazienti gravi e sprechi di risorse, come sancito dai ministeri Salute ed Economia e dal Decreto regionale 79 del 2016», sottolinea il medico, «e il finanziamento regionale del personale delle quattro Asl che vede inspiegabilmente quella di Pescara e quindi tutti i cittadini, gravemente penalizzati». Del fronte del no fanno parte la Consulta Clinica e le associazioni Tutela diritti malati, Aipa pazienti anticoagulati Pescara, Alzheimer, Comitato pazienti oncologici Pescara, Colori della Vita, Collegio Ipasvi Pescara, Fidas Pescara, Trapiantati fegato, Agbe genitori bambini emopatici, Movimento consumatori, Fimp pediatri, Fimmg e Snami medici Pescara, Cipas consumatori, Amare (malattie rare reumatiche», Ital.paz. Bpco, Donne menopausa e Misericordia Pescara.