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Data: 24/02/2018
Testata giornalistica: Prima da Noi
Il Tg1 cancella Rigopiano: «stoppato il servizio sulla protesta contro D’Alfonso». Parenti delle vittime intervistate ma il servizio non è mai andato in onda

ABRUZZO. «Le telecamere erano lì per noi, ci hanno intervistato, ma poi non è andato in onda nulla: il Tg1 ha censurato le vittime di Rigopiano. Siamo stati “oscurati”. Chi ha chiamato dall'alto per non creare problemi alla corsa al Senato di D'Alfonso?».

Sono piene di rabbia le parole di Giampaolo Matrone, il pasticciere di Monterotondo sopravvissuto miracolosamente al disastro che il 18 gennaio 2017 ha colpito tutta l'Italia ma che sotto l'hotel travolto dalla valanga ha perduto la moglie Valentina, oltre all'uso della mano destra e a quello, parziale, della gamba destra, che può solo trascinare.

I fatti incriminati risalgono alla serata di martedì 20 febbraio.

Il Comitato Vittime, proprio per non dare adito a qualsiasi sospetto di strumentalizzazione politica, durante la campagna elettorale ha deciso di tenere un profilo bassissimo, rimandando anche la consueta manifestazione che organizza a ogni “compi-mese” della tragedia, ai giorni “18”.

Poi c’è stato un cambio da ‘strategia’ alla notizia che il Partito Democratico, con una scelta non proprio felice, organizza un appuntamento elettorale nella chiesa di Sant'Agostino ad Atri.



Una chiesa che oggi funge anche da auditorium ma che per i parenti delle vittime deve mantenere il suo significato sacro anche perché lì dentro fu celebrato il funerale di tre delle 29 vittime.

Prima dell’inizio del comizio non sono mancati attimi di tensione: «qui sull'altare, dove vi trovate voi ora, c'erano le bare di Claudio, Sara e Cecilia», hanno urlato i manifestanti, esibendo ciascuno la foto del proprio caro che non c'è più. Tanto che alla fine D'Alfonso, avvisato via sms della presenza di “quelli di Rigopiano”, avrebbe deciso di disertare l'incontro, acuendo ulteriormente la rabbia dei familiari delle vittime.

I giornalisti, tra cui quello del Tg1, hanno intervistato Giampaolo Matrone e Gianluca Tanda, il Presidente del Comitato Vittime.

I due sono stati entrambi particolarmente duri. «D'Alfonso se ne vuole andare al Senato? Piuttosto ci dia spiegazioni: perché quel 18 gennaio non ci sono venuti a tirare fuori; perché ci hanno lasciato morire come topi, io e tutti gli altri. Dov'era allora quell'impegno che sta mettendo oggi nella campagna elettorale? Cos'ha fatto? Perché non ci ha mandato una turbina? Questo voglio chiedergli. Ci aspettiamo l'avviso di garanzia anche per lui». Tutto filmato e documentato.



IL SERVIZIO SCOMPARSO

«Il Tg3 ha trasmesso il servizio, i giornali locali hanno scritto, riportando peraltro proprio le nostre dichiarazioni rese al cronista del Tg1. Ci aspettavamo che ne desse notizia anche il telegiornale della rete ammiraglia della Rai, ma niente: il Tg1 non ha più mandato in onda nulla – accusa oggi Matrone, dopo tre giorni di inutile attesa di un servizio finito nel cassetto -: tutto censurato, oscurato. Una vergogna nazionale, un atto gravissimo che il servizio pubblico metta a tacere la legittima protesta dei familiari di 29 morti e non utilizzi un servizio che aveva già a disposizione. E' chiaro che qualche intervento molto influente ha bloccato tutto: evidentemente D'Alfonso ha amici molto in alto. Siamo disgustati da questa informazione».

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