Per il momento c'è una denuncia per violazione delle leggi ambientali, perché il sistema delle acque reflue degli scarichi insomma non è a norma. Ma gli accertamenti devono ancora concludersi, perché i carabinieri-forestali di Sulmona hanno prelevato campioni di scarichi delle acque di prima pioggia e non solo, per verificare se ci sono elementi inquinanti nei liquami prodotti dall'officina. Un'officina che non è come le altre, non solo perché si trova in pieno centro abitato ormai, ma anche e soprattutto perché è di proprietà di una società pubblica: la Tua, quella cioè che si occupa del trasporto pubblico urbano e i cui vertici sono stati ora deferiti dai carabinieri-forestali. Il sito è quello noto, da decenni, di via Lamaccio, all'angolo con via del Cavallaro e via della Repubblica: la rimessa ex Arpa che da anni non dovrebbe più stare lì, come era stato solennemente promesso e come d'altronde ci si aspettava a quattro anni dall'acquisto del capannone dell'ex Abruzzo Abrasivi proprio per trasferirvi la sede.
I carabinieri-forestali hanno rimesso venerdì scorso il rapporto in Procura dopo il blitz eseguito nei giorni scorsi: per ipotizzare e definire l'ipotesi di reato bisognerà aspettare però i risultati delle analisi dei campioni prelevati e già inviati all'Arta. Ma le aspettative non sono ottimistiche, perché la rimessa Arpa-Tua è ferma alla preistoria, perché in quel sito che da decenni inquina la vita dei residenti non sono mai stati eseguiti interventi significativi per la messa a norma, anche e soprattutto nella prospettiva del sempre imminente, e mai consumato, smantellamento e trasferimento. Nel capannone acquistato nel 2014 e per il quale la società pubblica ha speso 3,7 milioni di euro, infatti, sono stati al momento solo parcheggiati alcuni mezzi, ma la sua funzione principale, quella cioè di sostituire completamente la sede di via Lamaccio, non è stata ancora adempiuta. Il blitz è stato mosso anche e soprattutto dai residenti della zona, stanchi di respirare i fumi di scarico del deposito e preoccupati, anche, dei continui cedimenti del manto stradale della vicina via del Cavallaro. Le verifiche sono scattate anche per vedere se c'è qualche correlazione tra questi continui cedimenti e l'attività del deposito-officina.