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Data: 25/02/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Capitale blindata tra cortei e sit-in Evitati gli scontri

ROMA La giornata ad alta tensione, con cinque tra cortei e sit-in, mette a dura prova il servizio d'ordine della questura che mobilità 3.500 agenti. Roma però regge l'urto meglio di altre città, anche se paga il solito tributo di un centro in cui il traffico è rimasto a lungo paralizzato. Il bilancio, rispetto alle immagini degli scontri di giovedì sera a Torino e ieri a Milano, è comunque meno devastante. Certo, in via Cavour, dove è passato il corteo che maggiormente preoccupava, quello dei Cobas e dei centri sociali, tutte le serrande dei negozi erano abbassate; i 2.500 (gli organizzatori ne hanno dichiarati 10.000) che manifestavano contro il jobs act hanno lanciato sei bombe carta, petardi e fumogeni in via dei Fori Imperiali. Rispetto ai timori della vigilia, però, il sistema dei controlli organizzati dal questore Guido Marino ha tenuto. Soprattutto la strategia di isolamento delle diverse manifestazioni ha evitato che il corteo dei Cobas venisse a contatto con quello organizzato dall'Anpi e dai sindacati contro fascismo e razzismo dopo i fatti di Macerata. Qui c'erano anche pezzi del Pd e del governo (ad esempio lungo il percorso i ministri Martina, Fedeli, Pinotti, Finocchiaro, Orlando e Madia, c'era Veltroni, e in piazza del Popolo Renzi e Gentiloni): andavano evitati in ogni modo sconfinamenti della sinistra antagonista. La questura, secondo una strategia ormai collaudata a Roma, ha giocato di anticipo, prevenendo i problemi. C'era anche il rischio, vista la tensione dopo l'aggressione di Palermo di un esponente di Forza Nuova, di azioni dell'estrema destra: sabato sera sono stati fermati dalla polizia in via delle Terme di Diocleziano e in via Casal dei Pazzi diciotto giovani di Forza Nuova. Ieri mattina, invece, un pullman dei centri sociali che arrivava dalla Lombardia è stato bloccato al casello autostradale di Roma Nord: identificato un brasiliano proveniente da Brescia che aveva una maschera antigas e un paradenti.
IL PALCO
Fin qui la parte della prevenzione e del servizio d'ordine. Poi, però, va anche annotato come la manifestazione Mai più fascismi organizzata dall'Anpi, tra piazza della Repubblica e piazza del Popolo, abbia portato a Roma «più partecipanti del previsto», come spiegato da un comunicato della questura a fine giornata. Il serpentone, formato da almeno 40 mila persone provenienti da tutta Italia, con una forte partecipazione di quelli della Cgil, si è mosso sotto la pioggia, a tratti anche intensa; in testa il presidente del Senato, Pietro Grasso (poi è arrivata anche Laura Boldrini), i gonfaloni di molti enti locali, a partire da Roma Capitale e Regione Lazio. C'era Zingaretti, mentre il Comune, visto che la Raggi è in missione in Messico alla conferenza sul clima, era rappresentato dal vicesindaco Bergamo. Non c'erano però rappresentanti del Movimento 5 Stelle. Età media dei partecipanti abbastanza alta, c'erano però anche molti giovani, soprattutto dei gruppi universitari. E immigrati, come un ragazzo del Gambia di 20 anni che sventolava una bandiera della Cgil di Forlì: «Sono in Romagna da 11 mesi, frequento una scuola per imparare un mestiere, mi trovo bene perché la città è ospitale, spero di trovare un lavoro presto». Sul palco l'attore Giulio Scarpati, immigrati, giovani, lettura di testimonianze della Resistenza. Conclusione della presidente dell'Anpi, Carla Nespolo: «Lo scioglimento dei gruppi neofascisti è necessario per garantire la democrazia. L'antifascismo è non violento, lo dico con forza. Non abbiamo paura dei fascisti ma dell'indifferenza». Finale con Bella ciao suonata dai Modena City Ramblers e poi rompete le righe perché la pioggia diventava battente. Nel pomeriggio altre due manifestazioni: una a Ponte Galeria degli antagonisti davanti al centro immigrati, l'altra a San Giovanni di 3.000 no vax. Alle 18 ultimo evento che per una serie di motivi ha richiesto un livello di sorveglianza elevato. Piazza Vittorio, Esquilino, manifestazione di Fratelli d'Italia, con Giorgia Meloni e 500 militanti (c'era anche Parisi), sulla sicurezza, alla luce degli ultimi fatti (una clochard è stata violentata, ieri sera un incendio ha distrutto una giostra, più in generale i residenti denunciano degrado e criminalità). Anche qui srotolato un lungo Tricolore come a Milano, dove qualche ora prima c'erano state contestazioni. All'Esquilino reparti mobili e cinque mezzi blindati hanno vigilato, tutto si è svolto senza problemi.

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