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Data: 27/02/2018
Testata giornalistica: Vastoweb.com
Sallese: Lavoratori presi in giro dalla politica regionale e da certe organizzazioni sindacali

Era previsto per ieri 23 febbraio, lo sciopero in Abruzzo, proclamato dalle segreterie regionali della Fit Cisl, di Uiltrasporti e della Faisa Cisal, che avrebbe coinvolto anche i lavoratori di Cerella nella protesta contro la politica sui trasporti. Era il 27 gennaio, quando denunciavano la grave situazione in TUA sull'efficienza tecnica dei veicoli e la carenza di personale, la difficile situazione di AMA e SISTEMA, fino alla paradossale situazione della partecipata Cerella. Quest'ultima infatti scrivevano non avrebbero potuto partecipare né alle gare pubbliche né essere annessa in TUA per la presenza di capitale misto pubblico-privato.
Dunque le proteste e lo sciopero politico fatto dalla Filt Cgil per le stesse ragioni, avrebbe visto incredibilmente una riproposizione da parte di altre organizzazioni sindacali, grazie ad una sopraggiunta ed inaspettata presa di coscienza.
Per Sallese dirigente sindacale aziendale della Filt Cgil, questa occasione avrebbe potuto vedere finalmente tutti i lavoratori di Cerella uniti e più forti nella utile e necessaria protesta tesa alla tutela del loro futuro. Purtroppo non tutte le favole, perché di questa si tratta, hanno un lieto fine. Il 6 febbraio infatti presso la Regione Abruzzo a Pescara, si sono incontrati il consigliere regionale delegato ai trasporti Camillo D'Alessandro, il Presidente ed altri Dirigenti di TUA con le parti sindacali che avevano indetto la protesta, per revocare lo sciopero politico, poiché soddisfatti dalle comunicazioni del consigliere delegato, sui capitoli TUA, AMA e SISTEMA.
E della Cenerentola CERELLA? La situazione che appariva paradossale è diventata rassicurante. Ma quali gli aspetti del tavolo in regione che rendono la situazione tranquilla? Per Sallese la lettura del verbale sottoscritto tra le parti, offre tutt'altro che garanzie ai lavoratori. La fiaba infatti racconta sempre la solita storiella, che ormai ha davvero stancato tutti: saranno 'nuovamente' convocati i soci privati di Cerella ai quali la Regione proporrà 'nuovamente' l'acquisizione delle partecipazioni per procedere ad una successiva incorporazione. Nel caso di diniego da parte dei privati, i servizi oggi in concessione a Cerella, saranno messi a gara nei termini di legge, che aggiungo io non prevedono la possibilità per Cerella di prenderne parte. Quindi se i privati non rinunciano le loro quote, la situazione per la Filt Cgil resta non paradossale ma ben definita, prevedendo la possibile uscita di scena definitiva di Cerella, non potendo gareggiare per la sua composizione societaria. Se i privati invece rinunciassero alle loro quote, finalmente le promesse di impegno del consigliere delegato ai trasporti, sarebbero soddisfatte, e la favola avrebbe il suo lieto fine, con il ritrovamento della scarpetta da parte di Cenerentola. In entrambi i casi per Sallese, l'epilogo finale dipende non dai privati ma dalla politica regionale, alla quale si chiede di rendere pubbliche le proposte che fin qui ci sono state di acquisto delle quote ai privati. I lavoratori hanno il diritto di conoscere la verità e non essere continuamente presi in giro dalla classe politica e da certe organizzazioni sindacali.
Concludo con una domanda rivolta sia alla politica che ai sindacati: come riteniate possibile che soci privati che in tempi di difficoltà della ex ARPA spa, che possedeva le quote di maggioranza di Cerella sono corsi in soccorso delle casse regionali investendo i loro capitali in una società partecipata, avendo oggi la possibilità di recuperarli non ne approfittano? Quale logica imprenditoriale può giustificare una scelta di rinuncia alla vendita delle proprie quote, sapendo che nel 2019 con le gare perderebbero tutto e sarebbero ove interessati a quei servizi di Cerella, costretti a riacquistarli investendo altro capitale?
continuamente presi in giro dalla classe politica e da certe organizzazioni sindacali.
Tutto ciò rimane inveritiero senza una comprovata documentazione che dimostri da una parte l'offerta e dall'altra la rinuncia, a meno che non si sia sbagliato favola, e quella di Cerella non sia la graziosa Cenerentola dei trasporti, ma quella di quel simpatico burattino Pinocchio e delle sue bugie.

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