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Pescara, 24/07/2024
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Data: 27/02/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Il futuro dell'ex corridoio verde - I residenti della strada parco: no ai bus elettrici, sì ai pedoni. Il comitato di 500 cittadini e ambientalisti si oppone al nuovo progetto Tua. Quando manifestarono in 3mila. Il 2 ottobre 2010 i pescaresi scesero in strada per protestare contro la filovia

PESCARA «I bus elettrici sono più utili sulle strade dove ci sono i negozi, le farmacie, i distretti sanitari e gli esercizi pubblici. La strada parco rimanga ai cittadini, liberi di passeggiare e andare in bici o ad uso dei disabili».E' la posizione espressa dagli esponenti del Comitato Utenti Strada Parco, diretto da Maurizio Biondi in collaborazione con Ivano Angiolelli e dei vari Comitati Greenway in rappresentanza di oltre 500 cittadini che rifiutano l'ipotesi di mezzi di trasporto lungo il corridoio verde di sei chilometri che collega Montesilvano, da viale Europa, fino a viale Leopoldo Muzii a Pescara.Un popolo che si ribella ai 12 bus elettrici sulla strada parco, che dovrebbero iniziare a circolare tra un anno (o un anno e mezzo) secondo gli ultimi annunci della Regione Abruzzo, ma che non disdegna l'introduzione dei nuovi mezzi di trasporto ecologici, non inquinanti e ricaricabili alle colonnine, al posto di alcune delle otto linee urbane, tra Montesilvano e Pescara, che la Tua (Trasporto unico abruzzese) avrebbe in animo di ridurre con l'avvio della nuova progettazione viaria che si estenderebbe fino al polo universitario.Il Comitato Utenti Strada Parco che da anni conduce, a colpi di carte e inchieste, una battaglia serrata per preservare l'ex tracciato ferroviario dal passaggio della filovia prima e di altri vettori dopo, contesta punto per punto l'iniziativa della Regione e lancia la sua proposta.Progetto archiviato dopo l'annuncio di Tullio Tonelli, presidente di Tua, riguardante la rescissione del contratto con l'associazione temporanea di imprese, capofila Alpiq e l'unico filobus che ha fatto la sua apparizione-test sulla strada parco, il 7 marzo 2017, è stato quello prelevato per poche ore a un autoparco teatino.«Non ha senso», spiega il presidente Biondi, «impiegare degli autobus su una direttiva senza servizi. Lungo la strada parco non ci sono negozi, esercizi pubblici, farmacie e distretti sanitari, come invece se ne trovano lungo la Nazionale e viale Bovio. A che serve far passare mezzi di trasporto su un tracciato dove alle fermate (ne sono previste 22) i passeggeri devono scendere e fare a piedi qualche centinaio di metri per arrivare sulle strade dove si trovano i servizi utili? Un disagio soprattutto per anziani e disabili». Ed ecco la seconda obiezione: le barriere architettoniche. Che, secondo il Comitato, sono «difficili da eliminare», perché «cosa alquanto improbabile, bisognerebbe ricorrere agli espropri per riformulare la carreggiata. In certi punti, come nella zona di via Cavour e dintorni, i marciapiedi sono larghi appena 80 centimetri invece della misura regolamentare di un metro e mezzo. Nella zona delle Naiadi, tra Pescara e Montesilvano, le rampe di accesso hanno una pendenza del 12 per cento contro gli otto a norma di legge. Specie sul lato mare, dove gli spazi sono di gran lunga più angusti, al punto da impedire il semplice camminamento in sicurezza dei pedoni, i marciapiedi sono interessati dalla presenza di insormontabili barriere architettoniche (pali della luce, semafori, pali di sostegno dei cartelli informativi), che rendono gli stessi inaccessibili alle persone con disabilità, ma anche agli anziani con difficoltà nella deambulazione e persino alle mamme con passeggino. Sui marciapiedi costruiti verso viale Europa a Montesilvano non passa nemmeno una ballerina sulle punte, tanto sono stretti, da 20 a 40 centimetri». Altra questione sono le larghezze delle corsie di marcia (lato mare, a gestione Tua, il percorso ciclopedonale, lato monte, di competenza dei due Comuni). Secondo il Comitato, i bus non hanno sufficiente spazio per procedere a doppio senso perché «la carreggiata sulla strada parco, nei punti più ampi raggiunge i 7 metri di larghezza, 6,40 in quelli più stretti. A norma di legge ogni corsia dovrebbe essere larga 3,75 metri per un totale di 7,50. Quindi, attualmente, i bus potrebbero procedere solo a guida vincolata. Il Comitato Utenti Strada Parco chiede la rimozione dei cavi elettrificati e di conoscere l'esito dei carotaggi eseguiti due anni fa. Infine, pone dubbi sul sedime in grado di reggere il peso dei mezzi perché «il tracciato è stato realizzato con materiali di risulta, sabbia, calcinacci e la massicciata ferrata è stata eliminata».

Quando manifestarono in 3mila. Il 2 ottobre 2010 i pescaresi scesero in strada per protestare contro la filovia

PESCARA Erano partiti in 200 per protestare contro la filovia sulla strada parco. E arrivarono in 3000. E' stata una grande manifestazione di cittadini e studenti, quella del 2 ottobre 2010. Un fiume di gente partita da viale Sabucchi, ha attraversato un pezzo di strada parco lungo un paio di chilometri, per arrivare al presidio delle Naiadi dove si trovava uno dei cantieri aperti nel 2008 per consentire gli interventi di adattamento del tracciato alle esigenze della filovia. Uno striscione, portato a mano anche da studenti delle scuole elementari e degli istituti superiori, apriva il corteo dei cittadini scesi in strada per protestare contro il passaggio dei mezzi pesanti sull'ex tracciato ferroviario. Maurizio Biondi, presidente del Comitato Utenti Strada Parco di quel giorno ricorda: «Partimmo in 200 da viale Sabucchi, ma lungo il tragitto tanta gente si unì al corteo a mano a mano che procedeva. Alla fine, eravamo più di tremila persone a contestare quell'opera. Se della filovia non si parlerà più, sarà la vittoria dei pescaresi protagonisti di tante battaglie».

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