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Data: 27/02/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
La raccomandata arriva sulla mail privata start up brevetta il servizio, ed è già boom

ROMA La rivoluzione digitale si affaccia anche su un segmento di mercato rimasto fino ad oggi prettamente analogico: quello della posta raccomandata. Un settore solo scalfito dalla posta elettronica certificata, utilizzata dai professionisti. Da circa un anno è attivo un servizio brevettato da una start up italiana, inPoste.it, garantito da un brevetto valido fino al 2032. Il servizio lanciato in sordina dodici mesi fa, si chiama «Tnotice» e, detta in termini semplici, è la possibilità di inviare raccomandate, con relativa ricevuta di ritorno, dalla propria mail personale, a quella personale del destinatario. Insomma, qualunque sia il provider di posta usato (libero. gmail, yahoo), la raccomandata digitale può essere inviata e ricevuta con pieno valore legale. Non solo. A differenza delle raccomandate cartacee, in quella digitale è possibile certificare non solo la ricezione, ma anche il contenuto. Il servizio ha registrato un piccolo boom. «In tutto lo scorso anno», ha spiegato al Messaggero l'amministratore delegato di inPoste.it, Alberto Lenza, «sono state inviate sulla nostra piattaforma 150 mila raccomandate. Quest'anno ne sono partite circa 150 mila nel solo mese di gennaio».
I GRANDI CLIENTI
Molto dipende dai grandi clienti acquisiti dalla start up, da Vodafone a Tiscali, da Genertel (gruppo Generali) a Italo, da Snaitech fino alla Cassa forense. Società attirate soprattutto dai prezzi competitivi della raccomandata digitale: 1,50 euro per quella con ricevuta di ritorno, un solo euro per quella senza ricevuta. Condizioni che permettono di abbattere il costo delle spedizioni postali di circa il 70 per cento. La raccomandata si invia tramite l'applicazione http://app.tnotice.com e la ricezione è completamente gratuita. Può essere usata per molti scopi: disdette contrattuali, comunicazioni condominiali, solleciti di pagamento, e per l'invio di qualsiasi atto diverso da quello giudiziario e di violazione del codice della strada.
Ma non c'è il rischio che chi riceve una raccomandata digitale possa ritenere che si tratti di spam e così non aprirla? «Il tasso di ritiro delle raccomandate digitali», sostiene Lenza, «è dell'82 per cento contro il 76 per cento di quelle cartacee, con un tempo medio di consegna di 1,35 giorni, un tempo medio di ritiro di 2,49 minuti e un tempo medio per avere la ricevuta di ritorno di 45 secondi». Ma c'è anche un altro aspetto secondo Lenza per cui i tassi di ritiro, facendo ovviamente la tara sui numeri ancora ridotti del servizio, sono così elevati. «Noi non consegnamo atti giudiziari, come quelli di Equitalia, e le multe. Per questo», dice, «c'è un minor tasso di ansia nel ricevere una nostra raccomandata».

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