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Data: 01/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Nuovi tagli ai treni per l'emergenza neve: viaggi ancora a rischio

ROMA Gelo e neve, le Ferrovie proclamano l'«emergenza grave» in nove regioni italiane anche per oggi. Basta questa sintesi per spiegare perché sono destinati a proseguire per un altro giorno (il quarto), i disagi dei passeggeri. Ritardi e cancellazioni sono iniziati lunedì mattina, dopo che la stazione Termini è andata in tilt per una nevicata non proprio epocale. Ieri 38 treni dell'Alta velocità sono stati cancellati (26 Frecce, 12 Italo), i regionali si sono fermati con percentuali che oscillavano tra il 50 e il 70 per cento a seconda della regione. Per oggi lo scenario è altrettanto complicato.
MEZZA ITALIA
Prima di tutto, rivediamo l'elenco di regioni per le quali Ferrovie (o più correttamente Rdi) ha deciso di attivare il «piano neve e ghiaccio», con un livello di allarme «grave», il più alto: sono Lazio, Marche, Toscana, Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Veneto e Lombardia. Spiegazione ufficiale di Rfi, la società del gruppo Ferrovie che gestisce le infrastrutture: «La riduzione del traffico si rende necessaria, stante le previsioni di nevicate e fenomeni di gelicidio, per garantire una migliore regolarità del servizio ferroviario».
Per la verità, limitatamente al Lazio, le previsioni della protezione civile parlano di «deboli precipitazioni nevose fino a quota di pianura e con possibile formazione di ghiaccio al suolo». In teoria, se questo è lo scenario, appare sproporzionata la classificazione «grave» dell'allarme, dopo che invece lunedì non era stato preso alcun provvedimento. Ma proprio alla luce del flop di inizio settimana, quando gli scambi della stazione più importante d'Italia, Termini, sono andati in tilt a causa di neve e ghiaccio, ora negli uffici di Ferrovie hanno deciso di essere molto prudenti. Per vigilare sui «deviatori» ed evitare una nuova resa al ghiaccio, saranno schierati tra Roma e il resto del Lazio 350 operatori.
VADEMECUM
Bene, ma in termini pratici cosa cambierà per chi viaggia con l'attivazione del piano neve e ghiaccio? Prima di tutto, sulla direttrice Napoli-Roma-Milano, l'Alta Velocità riduce i treni, solo l'80 per cento è garantito, come già è successo ieri e martedì. Sulla trasversale Torino Milano Venezia prevista la circolazione del 90 per cento delle corse a lunga percorrenza, dell'85 lungo la direttrice Genova Roma, e del 70 tra Genova e Milano. A Trenitalia assicurano che ieri i ritardi sono stati limitati ai 15 minuti dopo la debacle dei giorni precedenti. Non c'è più la concentrazione dell'Alta velocità su Tiburtina, torna in vigore la programmazione normale che prevede il passaggio delle Frecce o di Italo anche da Termini. Per i treni regionali il conto da pagare è perfino più salato: in quattro regioni (Lazio, Lombardia, Friuli-Venezia Giulia e Marche) le corse garantite oggi sono il 70 per cento, nelle altre cinque invece addirittura il 50.
Da Italo, l'altro gestore dell'Alta velocità, hanno spiegato: anche per la giornata di oggi «è stata richiesta dal gestore della rete la soppressione di alcuni servizi. Ci siamo già attivati per i dovuti rimborsi, ci scusiamo nuovamente per il disservizio non dipendente dalla nostra responsabilità e dal quale risultiamo gravemente danneggiati». Questa è la partita aperta ora: da una parte Italo potrebbe rivalersi su Rfi, dall'altra c'è il nodo del rimborso dei biglietti. In queste ore nelle stazioni ci sono lunghissime file di passeggeri alle biglietterie che chiedono di riavere quanto pagato per i ticket di treni mai partiti o arrivati con pesanti ritardi. C'è un altro problema da non sottovalutare: se la situazione non tornerà alla normalità tra domani e domenica, molti italiani che studiano e lavorano in una città differente da quella di residenza, non potranno andare a votare o semplicemente rinunceranno a causa delle difficoltà da affrontare per tornare casa.
ALTRI FRONTI
Come se non bastasse il maltempo e la mancata prevenzione dei disagi di Ferrovie, ieri sono stati registrati ritardi anche in Friuli-Venezia Giulia e nella stazione di Trieste a causa di un guasto al sistema di distanziamento dei treni.

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