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Pescara, 24/07/2024
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Data: 02/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Verso il voto del 4 marzo - Berlusconi: in Abruzzo vinceremo due volte. Il presidente di Forza Italia: questa è una regione moderata, prevarremo alle politiche e alle prossime regionali

PESCARA Presidente Berlusconi, il risultato delle urne è quanto mai incerto e l'opinione più diffusa è che si vada dopo il 5 marzo a una grande coalizione o a un governo di scopo per cambiare la legge elettorale e tornare alle urne. Forza Italia sarebbe disponibile? «Non ve ne sarà alcun bisogno. Il centro-destra è l'unica coalizione in grado di arrivare ad una maggioranza parlamentare stabile ed autosufficiente, ed io sono certo che riuscirà ad assicurare cinque anni di buon Governo al Paese. Certo, ogni voto in più dato a Forza Italia serve ad allontanare definitivamente ogni rischio di stallo e di paralisi, che se si determinasse porterebbe solo di nuovo alle urne. Per questo faccio appello agli elettori incerti, ai delusi dal PD, a chi è tentato di dare un voto di protesta: il solo voto utile per far funzionare l'Italia oggi è il voto a Forza Italia. Uno dei punti forti del programma di Forza Italia è la flat-tax. Questa misura ha certamente il vantaggio di semplificare il sistema fiscale. Ma è più difficile dire se comporterà una riduzione delle tasse a chi oggi ha un reddito medio-basso, cioè alla maggioranza dei cittadini.«Il nostro sistema di flat tax è conveniente soprattutto per i redditi bassi, che non pagheranno nulla, e per i redditi medi, che pagheranno molto poco, molto meno di oggi. Per di più, chi si trova in condizioni di povertà si vedrà restituire una somma dallo Stato, che abbiamo chiamato reddito di dignità, perché è quello che manca ogni mese al reddito di una persona o ad una famiglia, per arrivare a una condizione di vita accettabile». In Abruzzo abbiamo circa 90 crisi industriali e alcuni casi di delocalizzazione di aziende sane verso Paesi comunitari dell'Est. In generale, a una leggera crescita dell'economia non corrisponde la percezione nei cittadini che il Paese sia davvero uscito dalla crisi, perché la disoccupazione resta alta. Come pensa che vadano affrontate queste situazioni?«Sarà proprio la nostra politica fiscale ad attrarre capitali e investimenti in Italia. Noi vogliamo rovesciare la tendenza alla delocalizzazione, grazie ad un fisco concorrenziale, che renda conveniente per le aziende rimanere in Italia o - se sono andate via - ritornarci. Anzi, vogliamo addirittura che siano le aziende degli altri Paesi a venire ad investire da noi, in modo da creare ricchezza, posti di lavoro, crescita. Solo una crescita sana e forte, superiore al 2%, secondo gli economisti, ha effetti positivi sull'occupazione. Ora ne siamo molto lontani, molto sotto la media europea. Noi invece puntiamo, proprio grazie ai tagli fiscali, a dare un impulso alla crescita fino al 3% annuo». La sua coalizione è molto forte, ma su alcuni punti è molto divisa, per esempio sull'immigrazione. Come pensa che sia possibile ridurre i flussi e in generale la presenza di immigrati irregolari in Italia? «Il nostro Governo aveva praticamente azzerato il flusso dell'immigrazione: in tutto il 2010 gli sbarchi si erano ridotti a 4.400 unità, quanti ne sono arrivati l'estate scorsa in un solo weekend. Oggi si tratta prima di tutto di rimandare a casa i 600.000 clandestini che grazie alla sinistra in questi anni si sono raccolti nel nostro Paese. Lo faremo con gradualità e con umanità, ma anche con fermezza. Si tratta poi di fermare le partenze, a due livelli: quello immediato è impedire alle barche di partire, in accordo con le autorità dei Paesi del Nord Africa, e sotto il controllo internazionale, per evitare che - come accade oggi - i migranti bloccati in Libia siano oggetto di maltrattamenti e vessazioni. Quello più strutturale si chiama Piano Marshall per l'Africa: i Paesi ricchi, Europa, Stati Uniti, Russia, Cina, Paesi del Petrolio, nuove "Tigri Asiatiche", tutti insieme devono fare uno sforzo colossale per far partire l'economia dei Paesi africani. Se non ci riusciremo, il fenomeno migratorio assumerà le dimensioni di un esodo biblico, sarà la grande tragedia del 21° secolo. Sinceramente non vedo, su tutto questo, quale sia la differenza fra la nostra posizione e quella dei nostri alleati». Il Sud vede favoriti i 5 stelle con il centro-destra all'inseguimento. Sembra dunque che i partiti tradizionali abbiano deluso ancora una volta il Mezzogiorno.«Penso che se tutti i cittadini italiani hanno buone ragioni per essere delusi dalla politica, quelli del Sud ne hanno di ottime. Il Mezzogiorno per troppo tempo in 150 anni di unità nazionale è stato lasciato indietro, e in questi ultimi anni è stato completamente dimenticato dai governi di sinistra. Tuttavia gli elettori del Sud sono persone intelligenti e consapevoli, non possono non rendersi conto che il voto ai grillini non risolve nessuno dei loro problemi, anzi li aggrava. L'Italia in mano ai grillini sprofonderebbe nell'isolamento internazionale, in una nuova recessione, i capitali e le aziende fuggirebbero per sottrarsi alle tasse altissime che sarebbero costretti ad imporre, la disoccupazione crescerebbe ancora. Nessuno - anche se ha ottime ragioni per protestare - può desiderare questa catastrofe per il suo Paese, quindi per sé e per i propri figli. Sono convinto che anche stavolta gli elettori del Sud ci sorprenderanno positivamente, voteranno secondo i loro interessi, che sono quelli ad un cambiamento responsabile affidato a persone competenti. Io personalmente metto a disposizione tutta la mia esperienza di imprenditore e politico per far ripartire il Sud con un grande piano di investimenti in infrastrutture, anche sfruttando i fondi europei, per combattere nel Mezzogiorno il dramma della disoccupazione giovanile». Il terremoto dell'Aquila e gli ultimi terremoti che hanno colpito il Centro Italia, hanno mostrato un Paese pronto alle emergenze ma in forte ritardo sulla messa in sicurezza del proprio patrimonio abitativo. C'è secondo lei un modo per avviare finalmente un grande intervento pubblico-privato di messa in sicurezza antisismica almeno sulle aree a più alto rischio? «Va fatto assolutamente. Vede, io ho passato molto tempo all'Aquila dopo il terremoto, con Guido Bertolaso e Gianni Letta, lavorando per assicurare in breve tempo a chi aveva perso tutto un alloggio sicuro e confortevole. In quelle settimane ho incontrato tante persone, ho visto tanti splendidi edifici lesionati o distrutti, ho ascoltato tante storie, che mi hanno fatti amare ancora di più la forza e la dignità della gente abruzzese. Porterò tutto questo per sempre nel mio cuore. Mai più, un disastro come quello dell'Aquila! Il nostro Governo farà tutto quello che è umanamente possibile per prevenirlo ed evitarlo, ma anche nell'immediato per trovare una soluzione, come all'Aquila, anche per le popolazioni vittime dei più recenti terremoti, che vivono ancora in condizioni precarie e che non hanno avuto dallo Stato le risposte e che in molti casi attendono ancora un tetto sicuro». In autunno la Regione Abruzzo tornerà al voto, assieme a molti grandi comuni. Che aspettative ha il suo partito?«Di vincere, di riportare l'Abruzzo alla sua vocazione naturale, una regione moderata, di centro-destra. L'ottimo lavoro svolto dagli azzurri in questi anni - guidati dal nostro bravo Coordinatore Nazario Pagano, che oggi guida la nostra lista al Senato - e i buoni risultati che abbiamo ottenuto in tanti comuni, sono elementi che mi rafforzano nella convinzione che in Abruzzo vinceremo due volte, domenica prossima e poi in autunno alle Regionali e alla Amministrative».

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