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Pescara, 24/07/2024
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Data: 02/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Di Maio: diamo più valore all'Abruzzo. Il leader M5s: l'industria è in crisi? La regione ha grandi risorse non delocalizzabili, come ambiente e tipicità: puntiamo su quelle

PESCARA Onorevole Luigi Di Maio, dall'immagine iniziale di un Movimento criticato per la scarsa competenza a quella attuale che sceglie i candidati proprio sulla base delle competenze. Ritiene che sia questo l'obiettivo e di averlo raggiunto?«Abbiamo una squadra di ministri super competenti, donne e uomini che hanno testa e cuore e che abbiamo messo a disposizione del Paese. Sono molto fiero di quello che abbiamo fatto perché chi va a votare domenica saprà non solo il candidato premier del Movimento ma anche i candidati ministri. Abbiamo fatto una cosa rivoluzionaria nella storia del nostro Paese».In questa campagna elettorale lei è stato già due volte in Abruzzo così come a Pescara si è tenuto l'evento politico del M5S del Villaggio Rousseau. E' così perché ritiene l'Abruzzo l'ago della bilancia di queste elezioni?«Vengo sempre molto volentieri in Abruzzo. E' una regione che amo molto. In Abruzzo il M5S è sicuramente una realtà solida e ci sono molti portavoce validi in ogni grado istituzionale. Il consenso che abbiamo in Abruzzo dipende anche dal lavoro che è stato svolto negli anni sul territorio: i consiglieri regionali hanno istituito per primi un Microcredito Abruzzo, volto esclusivamente a Pmi locali, e hanno donato una turbina spalaneve alla Protezione Civile».Quale risultato si aspetta dall'Abruzzo, sia nell'uninominale che nel proporzionale, tenendo presente che questa regione eleggerà 21 parlamentari?«Il lavoro svolto in campagna elettorale dal M5S in Abruzzo è stato straordinario. I nostri candidati sono tutti rappresentanti del territorio, il riscontro che ho avuto nelle mie visite è stato di grande affetto ed entusiasmo, sono davvero molto fiducioso».In Abruzzo e altrove il M5S sta riempiendo le piazze. Nenni però diceva: piazze piene, urne vuote. Secondo lei questa frase è ancora attuale?«Le piazze le abbiamo sempre riempite e ad ogni elezione siamo cresciuti. Ieri abbiamo presentato la nostra squadra di candidati ministri e sentiamo che il 40% è vicino».In Abruzzo ci sono 106 vertenze aperte e migliaia di famiglie rimaste senza reddito perché le industrie chiudono. Che cosa pensa di fare il suo movimento di fronte a un dramma sociale di queste dimensioni?
«I dati ci raccontano un Abruzzo in profonda crisi. Una regione che sente ancora il peso della delocalizzazione di aziende che chiudono seppur in bilancio positivo. Il caso Honeywell, di cui spesso ho parlato con i nostri portavoce, ne è un esempio. Quello di cui questa regione ha bisogno, come il resto del paese è la capacità di rendere le proprie risorse un elemento positivo per l'economia. L'Abruzzo è pieno di beni non delocalizzabili che possono essere fonte di profitto in un'ottica economica di sostenibilità: paesaggi naturali, prodotti tipici. Penso allo zafferano, al miele, al vino. Eppure, ancora l'apparato economico non riesce a liberarsi dalle catene dell'industrializzazione e dalla cementificazione selvaggia che deturpano i beni d'eccellenza. Ecco la tendenza dovrebbe essere invertita, in Abruzzo ma come in tante altre regioni con le stesse caratteristiche. Per farlo abbiamo bisogno di ridare competitività al Made in Italy e di conseguenza al Made in Abruzzo».Le prime tre cose che farà se andrà al governo.«Il nostro programma sono venti punti per la qualità della vita degli italiani e ad alcuni tengo particolarmente: l'eliminazione di 400 leggi inutili per aiutare cittadini e imprese, la pensione di cittadinanza per fare in modo che nessun pensionato prenda meno di 780 euro al mese e le misure per le famiglie. Poi fra le priorità ci sono anche gli investimenti nei settori strategici per rilanciare il lavoro.Infine, come risponde a chi dice che il M5S non è diverso dagli altri partiti dopo i casi dei rimborsi e dei candidati legati alla massoneria?«Abbiamo regole che ci rendono diversi dagli altri e che ci rendono forza politica credibile e coerente: i nostri portavoce fanno due mandati e poi vanno a casa, restituiamo parte del nostro stipendio e lo doniamo ai cittadini e alle piccole e medie imprese, rifiutiamo i rimborsi pubblici. E abbiamo un codice etico che garantisce eletti puliti e trasparenti. Da noi chi sbaglia viene messo alla porta».

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