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Pescara, 24/07/2024
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Data: 02/03/2018
Testata giornalistica: Il Centro
Renzi: lavoro di qualità per i giovani del Sud. Il segretario del Pd: stimoleremo le assunzioni a tempo indeterminato. La legge Fornero? Supereremo le eccessive rigidità

PESCARA Segretario Matteo Renzi, mancano due giorni al termine di una campagna elettorale molto strana che lei ha definito "lunare". I cittadini ora si chiedono se il paese avrà un governo all'indomani del 4 marzo. E se soprattutto avrà un governo "operativo".«Di Maio e Salvini si sono sottratti ai confronti che per primi avevano chiesto, impedendo ai cittadini di farsi un'idea più chiara sulle proposte in campo. Questo mi dispiace ma sono convinto che il Partito Democratico sarà il primo gruppo in Parlamento. Sarà poi il Presidente della Repubblica a indicare chi avrà il compito di formare il nuovo governo. Una cosa è certa: il Partito Democratico non può stare al governo con gli estremisti che guidano la destra e che sono la carta d'identità dei cinquestelle».I programmi dei partiti promettono troppo sapendo di non poter mantenere nulla o poco. Ma la questione è soprattutto: quali margini di manovra avrà il prossimo governo rispetto ai limiti imposti dall'Europa e a un debito pubblico che continua a crescere?«Non tutti i programmi sono uguali. Il nostro è serio, concreto e sostenibile con proposte per le famiglie e per il lavoro che proseguono quello che abbiamo già fatto. Vogliamo riportare il debito pubblico al 100% del Pil in dieci anni. Per farlo c'è bisogno di crescita non di promesse roboanti e irrealizzabili, ma proseguendo con le solide politiche economiche che abbiamo messo in campo in questi anni. L'austerity e la filosofia del Fiscal compact non incoraggiano gli investimenti economici. In un momento di competizione globale l'Europa ha bisogno di crescita e dei valori dei suoi padri fondatori».Gli indicatori dicono che l'Italia cresce, che cresce il Pil e crescono gli occupati. Ma la percezione della gente è un'altra. C'è molta paura del futuro e ci sono molti giovani che si sentono senza futuro. Che cosa può dire loro? «Gli ultimi dati Istat dicono che abbiamo intrapreso la strada giusta. Ora il nostro impegno è creare ancora più lavoro, stabile e di qualità, e dedicarci alle persone. Per questo tra le 100 proposte concrete del nostro programma c'è la riduzione del carico fiscale del 12% a chi assume a tempo indeterminato. E un investimento di 9 miliardi a sostegno delle famiglie con figli, dando 240 euro per ciascun figlio fino ai 18 anni. Quindi estensione degli 80 euro anche alle partite Iva e ai lavoratori autonomi, estensione del reddito di inclusione sociale per coprire tutti gli italiani in difficoltà e un aiuto concreto a tutti gli under 30 per pagare l'affitto quando escono di casa».Che cosa risponde a chi le dice, da sinistra, che il Pd con il Jobs act ha peggiorato le condizioni dei lavoratori?«Abbiamo puntato a creare lavoro, combattendo il precariato e allargando le tutele, oltre ad aver fatto una legge seria contro il caporalato e avere cancellato le dimissioni in bianco. Con il Jobs act siamo riusciti a fare quello che Berlusconi ha sempre promesso e mai realizzato: 1 milione di nuovi posti di lavoro. È vero, solo la metà di questi sono a tempo indeterminato e bisogna fare di più. Per questo vogliamo ridurre il costo del lavoro a chi assume a tempo indeterminato». In Abruzzo ci sono molte crisi industriali in corso, ma c'è anche un'azienda sana, la Honeywell, che chiude, lascia a casa 400 lavoratori e delocalizza in Slovenia perché lì il costo del lavoro è molto più basso. Il ministro Calenda e la Regione Abruzzo, hanno discusso per mesi con l'azienda ma alla fine hanno dovuto alzare le braccia. Che cosa si può fare per arginare questi comportamenti e difendere i posti di lavoro in Italia? Che cosa si può fare in Europa?
«Calenda sta facendo un ottimo lavoro per difendere l'occupazione in Italia e insieme a Teresa Bellanova ha chiuso molti tavoli di crisi. Proprio ieri (martedì, ndr.) il nostro governo ha deliberato 200 milioni per il fondo per il contrasto alle delocalizzazioni e 850 milioni per i contratti di sviluppo: più di 1 miliardo per gestire i processi di reindustrializzazione, le transizioni e le crisi industriali. E questi sono fatti». Cambierebbe la legge Fornero?«Noi l'abbiamo già cambiata e siamo pronti a intervenire ancora. Chi promette di cancellarla come Salvini dice una castroneria, una promessa irrealizzabile. Piuttosto bisogna lavorare per superare le eccessive rigidità senza compromettere la stabilità finanziaria, ma aumentando l'equità del sistema. Noi siamo quelli che hanno salvaguardato gli esodati e hanno individuato le categorie dei lavori usuranti. E adesso proponiamo una pensione di garanzia per i giovani di 750 euro mensili e vogliamo allargare il sistema di flessibilità in uscita».Le piace la scuola così com'è oggi?«La scuola ha tanti problemi ma anche tanta eccellenza. Con la Buona Scuola abbiamo stabilizzato 132mila insegnanti e investito miliardi di euro, dall'edilizia scolastica al piano digitale, dall'alternanza scuola-lavoro al sistema integrato 0-6 anni. Insomma, noi abbiamo investito nella scuola dopo anni di tagli. Forse è una riforma che abbiamo comunicato male ma ci vuole tempo perché esprima tutti i suoi effetti».Il tema dei migranti è diventato centrale in questa campagna elettorale, anche se è uno dei più strumentalizzati. Secondo lei è stato fatto tutto il necessario per governare i flussi? E non c'è troppa timidezza nel centrosinistra nel parlare di integrazione? «Il lavoro del Governo è sotto gli occhi di tutti. Abbiamo salvato centinaia di migliaia di vite e siamo molto orgogliosi di questo. E grazie al lavoro del ministro Minniti abbiamo drasticamente ridotto gli sbarchi: nei primi due mesi del 2018 ben il 61% in meno. Non siamo come Berlusconi che parla a vanvera: invoca rimpatri di massa quando proprio il suo governo nel 2012 regolarizzò oltre 700 mila irregolari. Noi saremo chiari con l'Europa: ci vuole condivisione a partire proprio dalla gestione dei fenomeni migratori, altrimenti ci opporremo alla distribuzione dei fondi europei cui l'Italia contribuisce in maniera significativa ai Paesi che non collaborano».
Si è chiesto perché il Movimento 5 Stelle è così forte nel Mezzogiorno?«Non credo che sia così ma capisco che le persone del Mezzogiorno vivano una situazione difficile. Noi abbiamo investito sul sud e sulle sue straordinarie potenzialità come nessun altro prima. Rimango convinto che senza un Sud forte non ci possa essere un'Italia forte ma bisogna agire e smettere di lamentarsi. E noi continueremo a sostenere la crescita del lavoro di qualità soprattutto per i giovani e per le imprese innovative che lì stanno fiorendo».C'è la possibilità di rivedere una sinistra unita? «Ognuno si deve assumere le sue responsabilità. Non ho voluto io la divisione del centrosinistra e non ho certo gioito quando è avvenuta. Purtroppo oggi una cosa è certa: ogni voto dato al partito di D'Alema è un voto che favorisce il centrodestra e gli estremisti. Continuo a pensare che la sinistra di governo incarnata dal PD sia la soluzione più affidabile ai problemi degli italiani».

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