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Pescara, 24/07/2024
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Data: 02/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Berlusconi lancia Tajani: «Sarà candidato premier» Un nome che rassicura le cancellerie e capace di tessere oltre la coalizione

ROMA Una prova di compattezza e il candidato premier di Forza Italia. Arrivano due tasselli importanti nel rush finale della campagna elettorale del centrodestra. La novità più rilevante è l'investitura del presidente del Parlamento europeo da parte di Berlusconi. Sarà lui a correre per palazzo Chigi qualora la coalizione dovesse vincere le elezioni e FI superare nelle urne gli alleati. Meloni aveva chiesto chiarezza e a meno di 48 ore dal voto l'ex premier ha sciolto la riserva in tv: parlando alla tribuna elettorale Rai e poi a Matrix. «Sono lieto di poter annunciare una buona notizia l'attuale presidente del Parlamento europeo ha finalmente sciolto la riserva e ha dato la disponibilità a guidare il prossimo governo di centrodestra. Ha un'esperienza enorme di fatti internazionali. E dato che dopo gli ultimi quattro presidenti del Consiglio l'Italia non conta più nulla - ha sottolineato Berlusconi - e bisogna assolutamente riprendere autorevolezza, Tajani è il migliore per farci tornare nella posizione che avevamo e per tutelare i nostri interessi». «Ringrazio Berlusconi per la stima ho dato a lui la disponibilità a servire l'Italia», fa sapere Tajani. «Ora ogni ulteriore decisione spetta ai cittadini e al presidente della Repubblica».
La presidente di FdI aveva invocato anche un patto anti-inciuci. Ed è arrivato anche quello. Ieri al tempio di Adriano di Roma i quattro leader, «quattro eroi» li ha definiti il Cavaliere, si sono detti d'accordo sulla necessità di «non tradire gli elettori». Ognuno con il proprio logo di partito ma tutti sotto la stessa bandiera, a sostegno anche di Parisi. «Ciascuno di noi ha preso l'assoluto impegno di non aprire a degli inciuci o ad altre coalizioni se non raggiungiamo la maggioranza», ha sottolineato l'ex premier.
Non è stato solo una photo opportunity, il raduno di ieri. Qualche sospetto resta - «con Berlusconi bisogna stare sempre vigili, come San Tommaso», osserva Salvini - ma FI, Lega, FdI e Noi con l'Italia hanno inviato un segnale di unità per convincere gli indecisi. «Noi giochiamo una partita per vincere e non per ipotizzare altre soluzioni», ha spiegato Fitto. «Il centrodestra è l'unico perimetro possibile», ha detto Meloni battezzando l'evento come il patto di pietra, dopo quello dell'arancino siglato in Sicilia per far vincere Musumeci: «Siamo qui a piazza di Pietra e allora speriamo che la coalizione sia compatta come la pietra».
DISTINGUO SUL PROGRAMMA
Qualche siparietto, con il Cavaliere che spesso ha interrotto gli alleati con battute e sorrisi, asciugando anche il sudore dalla fronte di Salvini, e pochi intoppi. Il più evidente sui provvedimenti da prendere subito in caso di successo: «Al primo Cdm faremo un decreto per favorire l'occupazione giovanile», la promessa di Berlusconi. «No, aboliremo la legge Fornero, è un fatto umano non politico», la risposta di Salvini. Non si parla di ministri, «sarebbe inutile», ha sottolineato il giovane Matteo, ma di programma. «Per me ha rilanciato il segretario del partito di via Bellerio fa fede quello, viene un gradino sotto il Vangelo». Berlusconi, incitato dal coro «Silvio, Silvio» dei giovani militanti azzurri presenti, ha fatto la parte del moderatore e del regista. «Dal momento in cui saremo maggioranza la rassicurazione - vi garantiamo che la nostra lealtà sarà assoluta. Saremo una forza di aggressione rispetto a tutto quello che ha fatto la sinistra». E giù poi ad elencare i benefici della flat tax.
Ogni forza politica difende i propri temi di battaglia. Berlusconi punta sulla semplificazione amministrativa, sugli aiuti alle aziende che assumono; Meloni sulla «giustizia sociale», sull'Italia «dei patrioti e non dei sudditi»; Salvini sulla sicurezza, «abbiamo pronta la legge sulla legittima difesa» e su un'Europa «che deve fare poche cose e bene perché vvengono prima gli italiani»; Fitto sulle partite Iva e sul Mezzogiorno. Ed è proprio al meridione che sembrano guardare i leader. La partita si giocherà lì, con i Cinque stelle «che odiano tutto e tutti», ha affermato Berlusconi. Ma anche all'interno del centrodestra. «La mia più grande soddisfazione, caro Silvio, sarà che i parlamentari che faranno la differenza, saranno quelli eletti dalla Lega al Centro e al Sud», l'auspicio di Salvini.

Un nome che rassicura le cancellerie e capace di tessere oltre la coalizione

ROMA «Ma no, no. Salvini non sarà mai presidente del Consiglio», Per Raffaele Fitto, leader della gamba moderata del centrodestra, «prima dei numeri contano le condizioni politiche». La photo opportunity di ieri, scattata durante la manifestazione al Tempio di Adriano, non nasconde le differenze tra Berlusconi, Meloni, Salvini e Fitto. «Il nostro candidato è Antonio Tajani», aveva sostenuto poche ore prima il Cavaliere ospite delle Tribune elettorali di Rai2. Il presidente del Parlamento europeo ieri pomeriggio non c'era all'evento in piazza di Pietra, ma la contesa tra alleati su chi potrebbe andare a palazzo Chigi in caso di vittoria elettorale, nasconde la partita sull'egemonia del centrodestra. Una sfida che supera l'appuntamento del 4 marzo e che divide FI alle prese con esponenti che per il dopo guardano più al leader del Carroccio che ad un'alternativa interna.
LA SCURE
Resta il fatto che Il Cavaliere non ha nessuna intenzione di mollare. Ha fatto una campagna elettorale ventre a terra. E' ancora sotto la scure della legge Severino che lo ha reso ineleggibile e ha quindi avuto bisogno di proporre un suo candidato premier da contrapporre alle auto-candidature di Salvini e Meloni. Tajani ha certamente il profilo giusto. Da sempre stretto collaboratore dell'ex premier e uno dei fondatori di FI, Tajani è in Europa dal 95 e vanta ottimi rapporti con le più importanti cancellerie europee. Il ruolo da presidente del Parlamento europeo lo costringe a negare ogni velleità nella corsa a palazzo Chigi, ma rappresenta una carta importante che il Cavaliere può giocare sia in caso di vittoria del centrodestra sia in una situazione di stallo che potrebbe spingere il Paese verso le larghe intese.
«Tajani sarebbe un buon presidente del Consiglio ma sono perplesso all'idea di un italiano che lascia la poltrona di presidente del Parlamento europeo per venire in Italia», sostiene Rocco Buttiglione che però poi aggiunge che «se forse la situazione in Italia è così grave gli altri Paesi capirebbero».
A Bruxelles, come a Berlino e a Parigi guardano al voto italiano trattenendo il respiro. L'eventuale vittoria dei partiti euroscettici - M5S e Lega - rischia di creare ulteriori problemi all'Unione proprio nella stagione di riforme promessa dal presidente francese Macron e dalla cancelliera Merkel e che si aprirà a breve. Schierare l'attuale presidente del Parlamento europeo significa negare la linea sovranista che mette insieme Lega e FdI, e puntare sull'elettorato moderato specie nel centrosud dove FI punta a fare il pieno di collegi maggioritari. L'Europa, attraverso l'uso dei fondi strutturali, potrebbe fare molto per il Sud e l'azzurra Mara Carfagna lo sottolinea ricordano «l'attenzione di Silvio Berlusconi» e «la strada tracciata da Antonio Tajani» per «un uso più efficiente e mirato degli investimenti».
Malgrado le critiche non siano mancate negli anni di governo e il rapporto con Bruxelles e la Merkel abbia avuto alti e bassi, Berlusconi politicamente non vuole staccarsi di un centimetro dall'Europa, tantomeno dal Ppe. Ma se Tajani rappresenta per FI quello che Gentiloni è per il Pd, non così la pensano sia Salvini che la Meloni.
L'USCITA
Tutti e due avevano sollecitato più volte Berlusconi a fare il nome del candidato premier di FI, ma ora temono le capacità che ha Tajani, grazie anche ai buoni uffici di Gianni Letta, di cucire e di avere buoni rapporti con molti leader degli altri partiti. Un ruolo, in vista di un possibile governo di larghe intese, il presidente del Parlamento europeo potrebbe averlo anche se, come ricordava sopra l'ex ministro Buttiglione, la situazione dovrebbe essere veramente complicata e senza via d'uscita perché l'Italia possa permettersi di fare non certo una bellissima figura in Europa.

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