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Pescara, 24/07/2024
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Data: 06/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Rapino: «Sconfitta senza attenuanti» I dubbi del presidente della Regione

PESCARA Sentimenti opposti nel centrodestra e nel centrosinistra, ma con un avversario comune da tenere a bada: quel M5S che ha fatto il miglior risultato in Abruzzo e ora minaccia di fare sfraceli anche alla Regione e nei Comuni. Nazario Pagano, neo senatore e coordinatore regionale di Forza Italia, fiuta il pericolo: «L'analisi del voto sancisce non solo la tenuta di Forza Italia ma anche un risultato ben al di sopra della media nazionale, a riprova del radicamento dei nostri candidati sul territorio e della capacità di veicolare idee e programmi». Poi avverte: «Il centrodestra è l'unica alternativa concreta alla deriva populista, con progetti seri che sapremo portare sui tavoli nazionali per fare ripartire il nostro Abruzzo». L'altro ringraziamento va ad Antonio Martino e a Gaetano Quagliariello, neo parlamentari dopo i rispettivi exploit nei collegi dell'Aquila e Teramo. Marco Rapino, segretario regionale del Pd, non nasconde invece la batosta: «La sconfitta del nostro partito in Abruzzo è chiarissima e senza attenuanti. Offro la piena disponibilità per ogni percorso di riflessione che il Pd affronterà sia a livello nazionale che regionale». Detto questo: «Il nostro è un voto che ci lega al trend del sud, dove il partito ha perso tra 8 e 10 punti percentuali rispetto alle elezioni del 2013». In Abruzzo ne mancano 9 rispetto alla precedente tornata elettorale: «Si afferma - continua Rapino - una forte disaffezione che ha ragioni profonde, soprattutto nel Mezzogiorno».
Poi c'è D'Alfonso, che lascia un margine di dubbio sul suo immediato futuro: «L'esito elettorale mi ha insediato senatore, ragionerò con la mia coalizione per valutare la cosa più conveniente e opportuna da fare». D'Alfonso ammette senza tentennamenti la vittoria della Lega e del M5S, anche in Abruzzo. Il problema è analizzarne a mente fredda le ragioni: «Ho concluso, come tanti altri osservatori, che la responsabilità di governo male si concilia con il consenso elettorale». Un fenomeno, ricorda ancora il neo senatore del Pd, diffuso in tutta Europa e ora anche in Italia. Dunque, Regione o Senato? Per il momento resta l'indecisione sul da farsi. Una nuova riflessione è in corso. Per Stefania Pezzopane quella subita dal suo partito è una battuta d'arresto storica, frutto di una «rabbia profonda nei confronti del Pd di Renzi. Una rabbia che non ha trovato soluzione - aggiunge - e alla fine è sfociata nel voto di protesta». Nel M5S si sottolinea, tra le tante curiosità, l'exploit di Daniele Del Grosso a Lettomanoppello (il paese di D'Alfonso) dove il candidato alla Camera dei pentastellati ha conquistato il 42,99% dei consensi, contro il 31,69% di Antonio Castricone, candidato del Pd. Poi c'è l'altra resa dei conti a sinistra, dopo il risultato deludente di Leu. Il deputato uscente Gianni Melilla, grande escluso dalla competizione elettorale del 4 marzo, sottolinea l'entità della sconfitta: «La più grave - osserva - registrata nella storia repubblicana. In Abruzzo - dice ancora Melilla - Leu si colloca molto al di sotto del risultato ottenuto da Sel 5 anni fa. A Pescara quasi la metà dei consensi in meno». Il parlamentare uscente di Articolo1 parla ancora di «responsabilità evidenti» attribuite a chi ha gestito il profilo programmatico, le candidature e la campagna elettorale del partito di Piero Grasso: «Con rara miopia politica e maleducazione personale». Ecco come togliersi un altro sassolino dalla scarpa (sinistra) dopo settimane di silenzio. Ma sempre all'interno di Leu risponde, indirettamente, l'assessore regionale Marinella Sclocco che ha lasciato il Pd per approdare nel partito di Bersani e D'Alema: «Non rinnego neanche per un secondo il percorso fatto. Le antenne tese sul territorio - aggiunge - ci avevano fatto capire chiaramente, più di un anno fa, che le politiche di quel centrosinistra non davano più risposte. Che c'era un vento diverso e una voglia di stravolgere tutto. Abbiamo per questo avviato un percorso nuovo, nella speranza di poter contenere l'emorragia, di far capire al popolo della sinistra che l'alternativa c'era ed era Liberi e Uguali. Io sono di sinistra. Non posso rinnegare i miei valori e diventare altro».

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