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Pescara, 24/07/2024
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Data: 06/03/2018
Testata giornalistica: Il Messaggero
Salvini va ad Arcore: tocca a me governare con il centrodestra

ROMA- Una grande soddisfazione, ma senza ostentarla. L'orgoglio di essere populista, rassicurando però contemporaneamente «i mercati che non hanno nulla da temere». Un incontro «molto cordiale» ad Arcore con Silvio Berlusconi. Matteo Salvini sceglie un understatement che in anni e anni di propaganda non ha certo mostrato spesso, per commentare il giorno più bello della sua vita politica sinora: la scommessa vinta della Lega nazionale, il sorpasso su Forza Italia, il diritto a essere il candidato premier di una eventuale coalizione di centrodestra. «È una vittoria straordinaria - dice - che ci carica di orgoglio, gioia e responsabilità. Milioni di italiani ci hanno chiesto di prendere per mano questo Paese. Lo vedo come voto di futuro». Vuole che sia chiaro a tutti che si sente pronto a governare. E lo fa anche evitando toni strafottenti, se non verso quegli analisti che - ricorda - avevano profetizzato che lo sbarco al Sud avrebbe indebolito il partito al Nord. Non lo dice, ma quel timore era anche in una parte di quella classe dirigente con cui in questi anni è entrato in collisione, a cominciare da Umberto Bossi. Ma anche Roberto Maroni che, però, sceglie di complimentarsi subito con il segretario. «Spero - aggiunge l'ex governatore - che la Lega e il centrodestra abbiano i numeri per governare».
PRESA DI POSIZIONE
L'incognita del giorno dopo, in fondo è tutta lì. Salvini, nega però di avere in testa schemi che prevedano altri recinti. «Sono uso mantenere l'impegno preso riguardo la coalizione di centrodestra con cui - rivendica - abbiamo il diritto e il dovere di governare in questi anni». Allontana, in primis, lo scenario che sulla carta sembrerebbe avere i numeri necessari: un'alleanza con il Movimento5stelle. Ai grillini concede l'onore di essere il primo partito, ma poi rivendica il suo primato. «La Lega - dice - è il movimento politico che è cresciuto più di tutti», «siamo passati dal 4 al 18%».
Salvini evita di infierire, invece, sul sorpasso ai danni di Forza Italia. E poco dopo si reca ad Arcore per incontrare Berlusconi. Un gesto significativo, fatto sempre controvoglia negli ultimi tempi, ma che questa volta non lo ha visto più nel ruolo del vassallo. Da entrambe le parti riferiscono di un «colloquio cordiale». Al termine, una nota degli azzurri reclama all'alleanza il diritto a governare e sottolinea l'apporto di Forza Italia, il rammarico per l'incandidabilità del leader. Nessun accenno alla premiership. «Il governo insiste il segretario del Carroccio - tocca a noi: la Lega ha vinto all'interno della coalizione e rimarrà alla guida del centrodestra».
Il problema è come arrivare a quella fatidica maggioranza. Nessuna pressione sull'arbitro Sergio Mattarella. «Sceglierà il presidente della Repubblica - osserva - qual è il presidente del Consiglio con i numeri più vicini alla realtà». Ma per avvicinarsi a quella realtà serve una strategia e, al momento, il centrodestra sembra intenzionato a rivolgersi a singoli parlamentari, anche se il termine responsabili non piace molto. «Lavoreremo - garantisce Salvini- per arrivare ad essere maggioranza». Il segretario leghista si chiama fuori anche da altri tipi di esecutivi: «Escludo afferma - governi di scopo, a tempo, istituzionali. Non partecipiamo a governi minestrone». Sfoggia toni duri nei confronti dell'Europa dei poteri forti. «Sull'euro ribadisce - non ho cambiato idea, l'euro è e rimane una moneta sbagliata. Il sistema moneta unica arriverà a finire». Una stoccata anche a Jean Claude Juncker. «Speriamo resti presidente della Commissione europea il meno possibile», dice.

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